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Si continua a vela, come i veri marinai

11 February 2014 ore 06:00

di Filippo Mennuni.

 

Cambio ti guardia tra Ric e Guillermo. Mi alzo anche io, perchè voglio virare e guadagnare un po' di acqua verso nord. Il tempo è completamente cambiato. Avevo lasciato la notte con un cielo terso e la via lattea che tagliava in due gli orizzonti. Ora c'è nebbia, il cielo è coperto al 100% e una bruina leggera bagna tutto. Si sta alzando il sole proprio ora: è malato, pallido, tenue, schermato dalla nebbia alta. Sembra non averne voglia, di iniziare un nuovo giorno.

Viriamo, riduciamo un po' il fiocco e continuiamo la bolina. Bolina... i vecchi marinai dicevano di questa andatura: "due volte il cammino, tre volte il castigo!", e avevano ragione.

Il vento continua a girare. Di pochi gradi, sempre tendenzialmente da NE, ma ci richiede continue virate per stare sempre sul bordo più vantaggioso. Il cielo si copre sempre più e a poppa, verso terra, inizia a lampeggiare. Saette tagliano il cielo e scaricano in mare con il rombo cupo delle botti che San Pietro sposta in paradiso. Così mi diceva mia nonna quando ero piccolo per non farmi aver paura.

In meno di mezz'ora la cappa è compatta. Sento la pioggia nell'aria. Ci organizziamo per ridurre il fiocco e... il fusibile del motore elettrico decide di saltare. Di corsa Ric prende una manovella del winch e corre ad arrotolarlo manualmente. Saranno necessari 930 giri di manovella e quindici minuti abbondanti per riuscire ad arrotolarlo. Non oso pensare cosa sia farlo con mare grosso e vento di burrasca. 

Inizia a piovere. Con Guille prepariamo la trinchetta da tempesta e non con poche difficoltà riusciamo a alzarla. Ora piove a dirotto. Cataratte di acqua che scendono dal cielo e si infilano nelle cerate attraverso le maniche, il collo, la schiena. Come farà l'acqua a trovare sempre la strada per bagnare il corpo del marinaio?

Comunque ora la barca è stabile e possiamo proseguire. Battiamo la prua nell'onda corta, ma tutto sommato si naviga bene. Poteva andare sicuramente peggio.

Tornano i delfini, una decina. Durante la notte Ric ha avuto la fortuna di vederne a decine girare intorno a Adriatica giocando con la scia. Vogliamo credere che portino bene. Per ora, comunque, piove ancora.


ore 16:00

Dopo parecchie ore di pioggia scrosciante e tre cambi completi di abbigliamento intimo, alla fine il cielo inizia ad aprirsi.

Ricevo da Meteo Consult, che ci aiuta fornendoci informazioni meteo, la conferma che il vento resterà da NE fino a stanotte, forza 5. Poi girerà a NNW sempre sui 20 nodi e poi, domani sera, si metterà da SE, intorno ai 25/30 nodi e con onda tra 2,5 e 3 metri. Ma per allora dovremmo essere quasi arrivati.

Ric mi chiede se non sia il caso di avvicinarci un po' a Piriapolis dando motore, ma io preferisco continuare a vela, perchè so che comunque poi il vento arriverà da dietro. Abbiamo solo 200 litri di carburante distribuito tra cassa giornaliera e alcuni bidoni. Tutti gli altri serbatoi sono vuoti, perchè li abbiamo puliti la scorsa settimana da tutto il gasolio contaminato caricato dall'equipaggio precedente. Questo poco carburante mi serve per fare funzionare il gruppo elettrogeno, che ricarica le batterie e poi per la manovra di ingresso in porto. Non posso giocarmelo ora. Si continua a vela, come gli antichi. Come i veri marinai. Ci vorrà il tempo che ci vorrà, come spesso accade nella vita.

 

Filippo Mennuni

Comandante di Adriatica per le tappe australi

Adriatica SY 

IQ4436

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