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Adriatica, la barca a vela e il viaggio
18 June 2019 ore 16:00
"Se fai le vacanze in barca a vela le cose assumono un aspetto completamente diverso".
Ho parafrasato una frase tratta da un famosissimo libro dello scrittore Robert M. Pirsig, "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", in cui il tema del viaggio, come scoperta non solo di luoghi unici, ma soprattutto come scoperta di se stessi e degli altri, è centrale. Il libro parla di un viaggio in motocicletta del protagonista insieme al figlio, attraverso gli Stati Uniti.
Ecco, la barca a vela (e Adriatica ne è un esempio perfetto) vi permette di fare un viaggio, una navigazione verso una terra più o meno conosciuta, oppure verso un orizzonte lontano.
Ancora Pirsig scrive: "Il viaggio: esperienza dell'altro, formazione interiore, divertimento e divagazione, in una parola, metafora della vita".
Su Adriatica, così come su tutte le altre imbarcazioni dove sono stato, le persone arrivano con un'idea di vacanza, portandosi dietro, però, tutti i problemi e abitudini della vita quotidiana. Dopo un giorno, le cose cambiano, il corpo si deve adattare al movimento incessante della barca, imparare di nuovo a muoversi in un ambiente che spesso non è orizzontale come la terra. Navigare a vela sembra quasi una magia (è vero che Adriatica si è occupata per anni di spiegare la fisica della vela, ma questa è un'altra storia), il silenzio è interrotto solo dal vento che riempie le vele e dalle onde che frangono sullo scafo.
E tu lentamente, ma inesorabilmente, cambi i tuoi pensieri, a volte arrivi a dimenticare di avere un telefono, la mente si libera e si rilassa.
Io le vedo le facce di chi lascia la barca dopo una crociera: felici e serene, con un'ombra di rimpianto per il tempo trascorso a navigare in mare.
Sempre Pirsig dice: "Ho visto questi acquitrini mille volte, eppure ogni volta mi sono nuovi".
Anche in barca a vela è così. Ho visto centinaia di tramonti e di albe, ma tutti diversi, con un'emozione che si rinnova ogni volta. A volte li ho associati al ricordo di una persona cara, altre volte mi sono semplicemente immerso nella natura. E le migliaia di onde che colpiscono la barca o la terra sono uno spettacolo affascinante e unico. Le onde, direte, tutte uguali! No, tutte diverse! Alcune annunciano il vento che verrà, altre quello appena passato. La loro direzione diversa in un punto indica la presenza di una terra lontana, magari nascosta dietro l'orizzonte.
E ancora il vento, da brezza rinfrescante a burrasca urlante (ma noi lo ascoltiamo da una rada riparata). E le nuvole e i cieli, le stelle, il sole e la luna, le isole e i porti. Ogni volta mi sono nuovi guardandoli dalla barca a vela, anche se li ho già visti mille volte, appunto.
Come scriveva prima Pirsig, "il viaggio è esperienza dell'altro".
Senza esaurire l'argomento, una parte importante del navigare in compagnia è la convivialità. Cucinare e mangiare assieme, bere una birretta o un aperitivo al calar del sole, nuotare o giocare in mare e, soprattutto, parlare, chiacchierare, confidarsi sotto le stelle: son queste le cose che rimangono una volta sbarcati, quando si rientra nella vita frenetica quotidiana. A bordo nascono amori e amicizie, oppure si rompono amori o amicizie, sulla barca non ci si può nascondere o fingere. A me è capitato di conoscere una persona eccezionale, a cui ho confidato cose private che non ho mai rivelato a nessuno, ma in barca, a volte, le anime si spogliano di tutte le loro difese. Da sconosciuti ad amici, nel giro di poche miglia in mare.
Ecco, perché navigare su una barca a vela rappresenta il viaggio, anzi il Viaggio. Una metafora della vita, divertente e profonda al tempo stesso.
Se avrete l'occasione di venire su Adriatica, capirete da soli quello che intendo dire.
Bruno
Skipper di Adriatica