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Antigua regno del reggae e del calypso

3 June 2006 ore 19:00

Per la prima volta nel nostro viaggio fra le isole dei Caraibi, tocchiamo uno Stato indipendente, per quanto minuscolo: Antigua è infatti l’isola maggiore (280 kmq) dello Stato di Antigua and Barbuda (442 kmq), con capitale St.John.

Le isole, dopo essere state un punto di forza del colonialismo inglese per secoli, sono indipendenti dal 1981 e fanno parte, oltre che del Commonwealth britannico, anche del CARICOM (Caribbean Community and Common Market), una sorta di piccola CEE dei Caraibi con piena liberalizzazione degli scambi di merci e di uomini, che cerca di mettere insieme tante debolezze per farne un punto di forza.

Fu come al solito Colombo a dare il nome all'isola, in onore della Santa Antigua Vergine di Siviglia, ma dal 1632 l’isola divenne inglese ed anche qui si creò ben presto il binomio schiavismo - canna da zucchero: fu l’inglese Cristopher Codrington ad introdurre i primi schiavi africani, il nucleo originario da cui discende gran parte della popolazione di Antigua, composta per il 94% da neri. Nel '700 si contavano sull’isola ben 150 mulini a vento per canna da zucchero, di cui circa 100 sono stati oggi restaurati per essere adibiti ad uso turistico ed abitativo (il più famoso è considerato il Betty Hope).

Non pensiamo tuttavia che tutto filasse liscio, in quanto lo spirito della ribellione covava fra i poveri schiavi: nel 1736, ad esempio, guidati da un mitico capo soprannominato “Prince Klaas”, gli africani di Antigua si ribellarono ai loro padroni, che, come d’uso nelle migliori tradizioni del colonialismo inglese, stroncarono la rivolta impiccando e bruciando vivi decine di schiavi.

Ben presto Antigua divenne per gli inglesi la porta di ingresso al Mar dei Caraibi e anche per garantire la sicurezza del loro zucchero fondarono English Harbour, di cui rimangono ancora oggi gli antichi edifici in mattoni in stile “georgiano” che sono stati restaurati. English Harbour è ricordata soprattutto perché vi soggiornò il grande mito della marineria britannica, Lord Horatio Nelson che vi arrivò al comando del Leward Islands Squadron nel 1784. Si dice che Nelson non apprezzasse molto tale sistemazione, assalito com’era da sciami di zanzare che tentava di respingere con inadeguate reticelle, tanto da definire Antigua “un orribile buco”. Questo non gli impedì di trovare l’anima gemella, nella vicina isola di Nevis, la signorina Fanny Nisbet, figlia, guarda un po’, di un ricco piantatore di canna da zucchero. Peggio se la dovevano passare i soldati che avevano due certezze: cadere ammalati di malattie tropicali o sbronzarsi con il rum, tanto che la base veniva anche definita la “Tomba degli Inglesi”.

Nessuno avrebbe certamente potuto pensare che il “fetido” porto di Nelson si sarebbe trasformato in un paradiso delle vacanze (vi si tiene ad esempio una delle più importanti regate veliche al mondo, il Sailing Week) : “the beach is just the beginning…” recita una pubblicità di Antigua che vanta l’offerta di 365 spiagge bellissime (una al giorno!) ed un clima invidiabile compreso fra i 26 e i 30°. Questo ha fatto sì che l’isola sia divenuta la meta per un turismo ricco americano ed europeo, con splendide ville (fra cui quella di un noto ex presidente del Consiglio proveniente da Milano).

Spiagge e scogliere coralline, un tempo terrore dei naviganti, e che oggi attirano invece centinaia di subacquei, da quelli a pelo d’acqua con mascherina e boccaglio modello Rimini a quelli con le bombole. Oppure un’escursione nell’Indian National Park dove secoli fa c’erano insediamenti degli indiani arawaks, con il suo arco naturale in pietra arenaria, il Devil’s Bridge. Chi ama la natura può andare a Barbuda (circa 40 km di distanza) più selvaggia ed osservare, ad esempio, la più grande colonia di aquile di mare dei Caraibi.

La capitale St. John, con i suoi monumenti coloniali come Fort James, con i suoi cannoni e St.John Cathedral ricostruita nel 1845 dopo due terremoti, è una città vivace dove regnano il reggae e il calypso e dove si tiene la gioiosa festività del Carnevale che celebra l’abolizione della schiavitù nel 1834. 

Come molte altre isole caraibiche anche Antigua è un paradiso fiscale e questo l’ha fatta indicare da alcuni anni come uno dei luoghi al mondo dove è più facile riciclare denaro sporco. Riprendiamo da “la Repubblica” del 4 settembre 1999 che indica Antigua come l'isola caraibica nota da molti anni come centro di riciclaggio del denaro sporco della criminalità russa. Miracoli della globalizzazione finanziaria nei suoi livelli più bassi.
Ci possiamo comunque consolare, si fa per dire, con la splendida cucina creola, molto pesce e molti crostacei, e possiamo suggerire al nostro equipaggio di provare un piatto tipico di Antigua che abbiamo trovato in un ricettario: “pork chops with banana and bacon”, bistecche di maiale con banane e pancetta (sempre di maiale?). Contando sulla robustezza del loro stomaco...



I ragazzi della 4°A

Liceo scientifico tecnologico Mattei

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