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Quando si parla di mare si è soliti riferirsi ai luoghi più richiesti dai milioni di turisti che, puntualmente, in estate si riversano sulle nostre coste. Obiettivo comune è il relax accompagnato, se possibile, dalla tranquillità del posto, di cui godere nelle prime ore del giorno, per poi dedicarsi alla mondanità che mete, quali per esempio Rimini o Riccione, offrono. Rifacendoci però ad una realtà come la nostra, sorge spontaneo chiedersi perché non prendere in decisa considerazione quelle riserve marine che, oltre al relax e alla tranquillità, offrono un paesaggio costiero e subacqueo senza confronto.
Le 27 riserve marine che caratterizzano la nostra penisola sono attualmente istituite in un approccio sistemico che unisce inscindibilmente la costa al mare. Sono aree in cui oltre al controllo delle acque, raggiunto soprattutto mediante l’imposizione di limiti precisi, concernenti la possibilità di balneazione, la pesca (che può avvenire solo se previamente autorizzata dall’ente gestore, ad esclusione della pesca subacquea), l’ormeggio alle apposite strutture predisposte dall’ente gestore, ci si occupa anche dell’ambiente costiero, il quale risulta estremamente sensibile sia all’azione antropica sia a quella degli agenti naturali. Negli ultimi decenni sono stati operati innumerevoli e dispendiosi interventi che vanno sotto il nome di “difesa della costa” in risposta all’erosione del mare di tratti di arenile, mediante la realizzazione di scogliere di vario genere, con risultati spesso inefficaci e dannosi per gli effetti indotti sui limitrofi tratti di costa. Un altro fattore di grave modificazione dell’ambiente costiero è legato ai continui processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione verificatisi lungo la costa.
Sono quindi necessarie opere per il mantenimento e monitoraggio della qualità delle risorse primarie, dei beni naturali e ambientali per un miglioramento dei sistemi esistenti, eliminandone la attuale frammentazione, con particolare riferimento alle aree protette marine, al ripristino dei livelli di naturalità e alla protezione delle specie animali e vegetali minacciate.
Le attuali Aree Marine Protette sono 27. Non potendo citarle tutte, ci limitiamo a conoscerne alcune. Partiamo, infatti, dal nostro stivale per soffermarci sulla costa calabrese dominata dalla Riserva Naturale Marina “Capo Rizzuto”. Uno scorcio di mare nel mediterraneo caratterizzato dalla varietà degli ambienti naturalistici e dalla particolare geomorfologia della costa. Sono soprattutto i fondali che fanno della Riserva Marina un ambiente unico dal punto di vista naturalistico, un ambiente da proteggere e conservare. E’ una meta da privilegiare perché, oltre alla naturalezza del luogo, esiste la certezza dell’acqua incontaminata, appurata dall’attività di rilevamento per stabilire il grado di inquinamento, che ha fornito risultati confortanti.
Altra meta da privilegiare la si trova spostandoci all’estremo sud della nostra penisola; siamo in Sicilia e precisamente nella Riserva Marina Naturale di “Ustica”. L’isola rappresenta uno scoglio di nove chilometri quadrati che un’amministrazione intelligente ha saputo imporre come capitale internazionale delle discipline subacquee e come parco marino scientifico. E' un acquario naturale che accoglie il 50 % delle specie di flora e fauna mediterranee. Per chi riesce a scendere nel blu delle sue acque, le emozioni si moltiplicano ad ogni metro di profondità, ma già sporgersi dalla superficie su un fondale che offre la visione nitida delle cattedrali di roccia a 40 metri più giù, può far risalire il cuore in gola.
In ultimo, ma non per splendore, nominiamo la Riserva Marina Protetta di “Capo Carbonara” in Sardegna. Prima area marina protetta del sud della Sardegna, voluta dal Ministero dell’Ambiente, dall’Assessorato Difesa Ambiente della Regione Sardegna e dal Comune di Villasimius è stata resa operativa con il decreto legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel 1999 con l’intento di tutelare e conservare l’alto valore naturalistico e ambientale dell’area marina e costiera di Capo Carbonara e delle sue isole Cavoli e Serpentara.
Come abbiamo accennato in precedenza, queste Aree Marine Protette offrono un paesaggio marittimo e costiero senza confronto, soprattutto grazie all’imposizione di limiti relativi alla balneazione, all’ancoraggio, alle immersioni e a quanto altro queste aree, con le loro bellezze paradisiache, possano indurre.
Pamela Torre