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L’Accademia Italiana della Marina Mercantile è un prestigioso istituto di formazione superiore frequentato dagli studenti che dopo il diploma vogliono intraprendere la carriera direttiva marittima. Ha sede a Genova e i suoi corsi sono gratuiti, perché finanziati dal Ministero della Pubblica Istruzione, ma si accede tramite selezione. I corsi attivati ogni anno dall’Accademia sono di due tipi: uno per diventare Ufficiali di Navigazione e l’altro per Ufficiali di Macchina.
Noi abbiamo visitato la bellissima sede di Villa Candida, nel quartiere Albaro di Genova praticamente sul mare, dove abbiamo incontrato la direttrice Daniela Fara. A lei abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa di questa scuola, soprattutto sulla differenza fra i due tipi di percorso formativo...
Silvia: Daniela, può spiegarci che differenza c’è tra il corso di studi per diventare Ufficiali di Navigazione e quello per Ufficiali di Macchina?
Daniela Fara: I nostri due corsi sono propedeutici a intraprendere la carriera direttiva, rispettivamente in coperta e sotto coperta. Noi ogni anno ci troviamo di fronte a una situazione paradossale: mentre la richiesta per frequentare il corso di ufficiali di navigazione eccede di gran lunga i posti disponibili e nelle selezioni dobbiamo escludere circa i ¾ delle persone per arrivare a comporre il gruppo finale di cento studenti, il corso per ufficiali di macchina non raggiunge mai queste soglie e si assottiglia ulteriormente dato che noi facciamo comunque una selezione. Il paradosso sta nel fatto che per gli ufficiali di macchina la domanda di lavoro è altissima, nettamente superiore all’offerta, tanto che spesso le varie compagnie vengono a saccheggiare gli studenti a metà dei corsi di studio.
Silvia: Come mai secondo lei?
Daniela Fara: E’ una situazione direttamente proporzionale a un fatto di visibilità e di fascino della professione e del contesto in cui si andrà a operare. Fare il Capitano in coperta è ben più allettante che restare chiusi in sala macchine, anche se le difficoltà e le responsabilità non sono sicuramente maggiori o minori nell’uno o nell’altro caso.
Silvia: Cosa fa l’ufficiale di navigazione di così affascinante?
Daniela Fara: Si occupa della guardia del ponte di comando, è il capitano per antonomasia, quello che si vede in qualunque situazione di bordo che è direttamente responsabile delle sorti di equipaggio, passeggeri e merci trasportate. È sicuramente il ruolo più attraente per il carisma simbolico che incarna, per il suo valore simbolico, accentuato anche dalla rappresentazione mediatica nelle fiction.
Silvia: L’ufficiale di macchina invece è nascosto...
Daniela Fara: Si occupa di curare della nave la parte dei motori, sotto il profilo tecnico e del buon funzionamento. Oggi è un’attività molto ampia e più complessa che in passato, ad esempio abbraccia anche il condizionamento, la refrigerazione, l’elettronica. Il fatto è che, pur all’apice della sua carriera, il macchinista risponde a qualcun altro. La sua responsabilità è fondamentalmente tecnica, concretamente imprescindibile dato che determina se la barca effettivamente va o no, ma simbolicamente dipendente dall’ufficiale di coperta. Eppure la prospettiva di occupazione reale in questo caso è certa, perché come dicevo la domanda è nettamente superiore all’offerta.
Silvia: Un'ultima curiosità, nella vostra Accadmia vi occupate anche di formare comandanti o ufficiali del diporto, insomma esiste anche una formazione specifica per il diporto e per la navigazione a vela?
Daniela Fara: In effetti finora non esiste ufficialmente una figura professionale "codificata" per questo, ma possiamo già anticipare che ci piacerebbe contribuire a crearla. Un ufficiale che sia specificamente dedicato al diporto, un mediatore che abbia sia competenze marittime che un buon legame con il territorio su cui si muove, vicino alle esigenze dei suoi passeggeri, nella logica della vela che non è quella di una grande nave da crociera, o da trasporto.
Una soluzione che sciolga il paradosso formazione/lavoro tra Capitani e Macchinisti ancora non c’è, a meno che non si prenda in considerazione la provocazione che lancia il presidente dell’Accademia Eugenio Massolo quando dice: “Bisogna mettere le macchine in plancia!”
Il sito di Velisti per Caso si fa promotore di questa realtà, magari tra i nostri lettori ci sono studenti appassionati di nautica che stanno valutando cosa fare del proprio futuro! Per loro e non solo abbiamo tratto dal sito ufficiale dell’Accademia qualche informazione su come funzionano i corsi:
I corsi si svolgono alternando periodi a terra con periodi di imbarco retribuiti come allievi, sino al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento teorico-pratico, certificazione internazionale e esperienza a bordo richiesti per sostenere l'esame di stato presso la Capitaneria di porto.
La formazione "a terra"
In questi periodi, della durata complessiva di circa 1000 ore, gli allievi in gruppi-classe di 20 persone acquisiscono le certificazioni internazionali in materia di sicurezza e le competenze dettate dalla normativa nazionale e quelle richieste dalle compagnie di navigazione, apprendono la lingua inglese quale fondamentale strumento di relazione e le norme giuridiche e contrattuali che costituiscono il contesto professionale, assimilano degli stili di comportamento.
La formazione "a bordo"
In questi periodi gli allievi acquisiscono l'esperienza di 12 mesi di imbarco in qualità di allievo ufficiale usufruendo delle più ampie opportunità di pratica professionale. La formazione è fornita dal personale della compagnia di navigazione addetto al tutoring secondo le norme vigenti. I gruppi partono a intervalli l'uno dall'altro in relazione alla programmazione degli imbarchi. La divisione del periodo su più imbarchi, intervallati dalla formazione a terra e da periodi di riposo previsti dai contratti di lavoro, intende favorire la possibilità anche di fare esperienza su diverse tipologie di nave e con diverse compagnie (passeggeri/crociere, merci/container, merci/petroliere...). Nel periodo di imbarco gli allievi sono retribuiti secondo le norme contrattuali.
Silvia Salomoni
Redazione Velistipercaso.it
Commenti
Salve,sono una studentessa dell'istituto tecnico nautico di Gallipoli (sezione Macchinisti).
Sono al quarto anno scolastico e girovagavo su internet per avere più informazioni riguardo la 'Italian Shipping Academy'. Avrei qualche dubbio e spero che Voi potreste chiarimi le idee!
1) Che differenza corre tra la facoltà di ingegneria dell'università di genova e il corso dell'accademia della marina mercantile per divenire allievi ufficiali di macchina?