Eccoci qui di nuovo a sabato, giornata densa e ricca di occupazioni. Noi tutti siamo affaccendati, chi a pulire, chi a fare cambusa, chi a riparare, chi a scrivere, chi a fare le valige chi a scaricare fotorgrafie chi a mettere insieme le forze per accogliere i nuovi velisti.

La gente va e riparte, questa volta chi ci lascia ha lasciato un solco profondo in tutti noi quattro ad ognuno per aspetti diversi... Credo anche che tutti noi abbiamo dato il meglio di noi stessi nelle ultime due settimane di girato e ovviamente grazie a Flavio che ha saputo orchestrare tutta la regia.

Anche questo turno i tubisti di K-Flex hanno deciso di regalare la loro settimana ai Velisti per caso, ne arrivano quattro. Stiamo a vedere che facce hanno... per il momento ieri si sono persi a St Vincent e non sono arrivati qui a Union dove eravamo ad aspettarli in aeroporto. Deve essere uno dei soliti casini della Liat la compagnia aerea che s/collega le isole...

a domani,

Federico Pettenella

Skipper di Adriatica

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In volo

Eh! Eh! Tanto lo so che quei pigroni oggi non scriveranno nulla. Ma non temete, ho una giornata avventurosa da raccontarvi. Stamane alle 7 Diego ed io siamo scesi a Young Island (St Vincent), con l'intenzione di visitare la città prima di partire per la Martinica e da lì verso l'Europa. I nostri velisti ci hanno tristemente lasciati al molo, dirigendosi nuovamente verso Union Island. E così noi abbiamo avuto l'occasione di essere gli unici visitatori mattutini del Giardino Botanico: sotto la pioggia abbiamo visto le palme con le spine ed le orchidee, il famoso pappagallo di St Vincent (blu, verde, giallo, verde, chiassoso ed in via di estinzione), l'agouti (un buffo roditore senza coda) e un caterpillar giallo e nero, con le estremità rosse, lungo un palmo.

Questo Giardino è conosciuto perché ospita un discendente dell'albero del pane portato dal Capitano Bligh quanto il Bounty fu ammutinato. L'obiettivo era trapiantare l'albero del pane da Tahiti ai Caribi per sfamare gli schiavi a basso costo...

Finita la visita siamo scesi a piedi verso il centro, e la chiesa di St Mary ha attirato la nostra attenzione: costruita di scura pietra lavica, si erge come un castello nella piccola città. L'interno è semplice e poco curato, ma l'azzurro pastello sulle pareti trasmette un'aria gioiosa. Tra visite e shopping la mattinata è trascorsa lieta, se non che quando siamo giunti in aeroporto abbiamo scoperto che c'era stato un problema con la conferma del nostro voletto St Vincent-Barbados-St.Lucia-Fort de France.. panico! E nessuno disponibile a collaborare!

Dopo avere sondato tutte le opzioni (voli per mezzo mondo, traghetto, cargo, aquiloni, gommoni) abbiamo dovuto decidere per l'unica scelta attuabile: volo privato dell'Air Mustique. Che colpaccio... Abbiamo viaggiato come pascià: solo noi due su un quattro posti, poltrone bianche e Mitch e Steve piloti pronti a tutto. Abbiamo rivisto dall'alto Wallilabou e Cumberland Bay ed in 45 minuti siamo atterrati a Fort de France.. Ci attendevano 7 ore in aeroporto: infatti di sabato i bus non sono attivi ed i taxi costavano troppo per le nostre finanze (provate dall'ultimo volo). E così eccoci dalla stelle alle stalle.. dal bimotore solo per noi all'autostop!

Stavolta però la fortuna ci ha sostenuto: Marie-Line e la figlia ci hanno raccolto, adottato e portato a casa di amici a Les Trois Ilets: dopo un paio d'ore passate a ridere e scherzare sotto il portico ed a raccogliere le piccole ciliege delle Antille, siamo andati a Diamant per gli ultimi tuffi tra le onde. Infine ci hanno riportato in aeroporto.. Ed eccoci qua: salati e stanchi, carichi delle ciliege, limes, manghi, noccioline e indirizzi donateci dai nostri ospiti!

Vive la Martinique!

Paola

Velista (non proprio) per Caso