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Ci scrive Giorgio Budillon

7 February 2003 ore 10:00

Irene, la nostra skipper su Adriatica a Auckland, continuando il diario di bordo precedente, ci invia una seconda mail del prof. Giorgio Budillon, il ricercatore a bordo della nave italiana Italica, in spedizione all'Antartide. Nel suo viaggio di ritorno il professore passerà da Auckland a salutare Adriatica. Sarà l'occasione anche per noi per conoscerlo meglio, e sapere di più sulle missioni italiane in Antartide.



"La nave dopo parecchie difficoltà è riuscita a raggiungere la base italiana dove abbiamo scaricato materiale e viveri per i colleghi che sono già là dal novembre scorso. Abbiamo eseguito poi alcune misure lungo la fascia costiera e abbiamo provato ad attraversare la cintura dei ghiacci che circonda la base per raggiungere la zona di operazione in prossimità del Ross Ice Shelf. Le condizioni meteo non ci hanno favorito, per una settimana non ha smesso mai di nevicare e ha soffiato un vento di "scirocco" che ha ammassato i ghiacci in prossimità della costa.

Dopo due giorni di tentativi per passare questo sbarramento la nave è rimasta bloccata tra i ghiacci e abbiamo atteso quasi cinque giorni per uscirne e solo grazie all'intervento di un rompighiaccio russo (Capitano Klebnikov), che era in zona carico di turisti (!!) americani, inglesi e tedeschi, abbiamo raggiunto nuovamente il mare libero. La nave italiana è infatti una nave polare, ma non un vero rompighiaccio per cui in condizioni estreme ha difficoltà ad avanzare. Ci siamo messi quindi in coda al rompighiaccio che ci ha scortato nuovamente in prossimità della base dove c'è un area libera dai ghiacci. Come vi dicevo quest'anno è un anno assolutamente eccezionale e la copertura dei ghiacci mostra delle caratteristiche che in 14 anni di Antartide non ho mai visto!

Questa foto mostra una tecnica che utilizziamo (non sempre con successo) per sbloccarci dai ghiacci: con i bighi sbracciamo fuori bordo dei container, alternativa a destra e a sinistra, in modo da provocare un rollio artificiale alla nave.

Siamo in contatto anche con le spedizioni americane che hanno i nostri stessi problemi, si muovono però meglio di noi perchè ovviamente le loro navi sono rompighiaccio. Oggi siamo con una temperatura di -5 con un vento di 37 nodi, la giornata però è limpidissima e vi assicuro che lo spettacolo della costa ghiacciata che scende a mare ed il contrasto con il blu del cielo è affascinante. Abbiamo perso la notte da quasi 20 giorni, il sole compie un saliscendi continuo ma rimane sempre molto alto sull'orizzonte. Domani con l'aiuto delle mappe dei ghiacci rilevati dai satelliti, proveremo ad attraversare nuovamente la cintura dei ghiacci e raggiungere la parte più meridionale del Mare di Ross. Il nostro scopo scientifico e' quello di misurare le proprietà fisiche e chimiche delle masse d'acqua in questo mare, in quanto la variazione di questi parametri è una importante indicazione delle variazioni climatiche a scala globale. Venire in questa zona è come mettere, scusatemi la scontata banalità, il termometro ad un bambino per vedere se ha la febbre; speriamo ovviamente di non trovare segnali preoccupanti...

Un caro saluto, ci sentiamo presto e spero di incontrarvi ad Auckland a marzo."

 

Giorgio Budillon


 

Spero che questi spezzoni dei suoi messaggi vi abbiano interessato, come hanno interessato me.

Personalmente queste imprese mi affascinano e mi attraggono moltissimo. Non mi spaventa affatto il freddo e vorrei, prima o poi, andare a dare un'occhiattina a quell'immenso, desolato ma interessante continente di ghiaccio e di neve. E' quindi con vera impazienza che aspetto la visita del Prof. Budillon e sono sicura che i suoi racconti riusciranno almeno un pochino a rendere piu' realistica la mia immaginazione.

Ciao a tutti, ci sentiamo a fine crociera.

 

 

Irene

Skipper di Va' Pensiero e attualmente di Adriatica

 

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