Dopo Yandua, l’isola delle iguane verdi, Adriatica naviga verso nord-ovest, infilandosi di fatto tra Vanua Levu e Viti Levu, le due isole principali delle Fiji. Navighiamo sempre di conserva a Va' Pensiero. Dobbiamo arrivare alle Yasawa, un arcipelago di isolette che hanno fama di essere le più belle di questa zona.

Le Yasawa, infatti, sono di fatto la cartolina delle Fiji, come la Torre di Pisa o San Marco per l’Italia. Solo che non ci sono bellezze architettoniche: solo mare stupendo, isolette vulcaniche e coralline, baiette e villaggi.

Dopo una buona navigazione, con tempo bello e il solito vento da sud-est, siamo arrivati appunto nella parte sud dell’isola di Yasawa, che dà il nome all’intero gruppo. Siamo arrivati verso sera, e subito Syusy è scesa a terra, al villaggio. Infatti in ogni luogo in cui si arriva, per ogni baia in cui si attracca, è necessario andare e prendere contatti con il capovillaggio, per chiedere il permesso, per contrattare eventuali regali da fare o pedaggi da pagare. I miei amici sono scesi anche con l’immancabile cava, il regalo rituale assolutamente necessario.

L’attrazione della baia, che alla luce del tramonto sembra molto bella, è rappresentata da una caverna e da una roccia che sta sopra alla montagna. Domani vorremmo dividerci in due gruppi ed esplorarle entrambe. Il capovillaggio ha detto che va bene, ha voluto la cava, 5 dollari figiani (circa 50 centesimi di euro) per ogni persona che vuole andare a vedere la grotta, altrettanti per coloro che vorranno scalare la montagna accompagnati da una guida del posto, e due pacchetti di sigarette. I pacchetti li abbiamo praticamente rubati a Daniele, l’unico in barca che fuma (cioè l’unico che fuma ufficialmente, cioè che si compra le sue sigarette, a parte Vanni che era rimasto senza. Di fumatori occasionali, purtroppo, ce ne sono molti altri).

Patrizio