Il sito navigabile dei Velisti per Caso!
twitter facebook friendfeed flickr youtube scrivi a

velisti tv

> newsletter

> cerca

> credits

iscriviti alla
newsletter


cerca nel sito

Cosa ci tocca più a nord?

3 June 2007 ore 15:00

POSIZIONE 21°50'N 20°10'W
VELOCITA' 8.4 Kn
ROTTA 60°
VENTO 19Kn da NE


Questa sera l'umore dell'equipaggio è particolarmente rilassato e allegro, come non era da almeno una settimana a questa parte. Come fu per molti marinai, anche noi abbiamo risentito delle calme equatoriali con quel caldo soffocante e i continui temporali che rendevano l'aria pesante e irrenspirabile. L'arrivo a Dakar poi ha contribuito a modificare ulteriormente lo stato d'animo e i ritmi della vita di bordo. Il pesante traffico marittimo, le flotte di pescherecci e soprattutto le piccole lance dei pescatori locali non permettevano un attimo di distrazione, né di giorno né di notte.

Per non parlare del ritorno brusco alla civiltà, tra corse in taxi per una città nuova alla ricerca di un po' viveri freschi, contrattazioni con locali e altri personaggi fantasiosi per caricare carburante, tutto questo avvolti da quell'odore forte, da quei rumori, dal caldo, dalle bellezze e dalle difficoltà tipiche della grandi città africane a cui noi non eravamo più abituati. Sosta di piacere, proprio no. 

Ma il vero motivo del nostro disagio, il pensiero fisso che da qualche tempo a questa parte ci faceva dormire male e che pendeva sopra le nostre teste come una spada di Damocle, era: che diavolo incontreremo più a nord? Come si comporterà con noi l'aliseo di nordest? Sarà forte come di inverno, ci costringerà a navigare sino alle Azzorre, in quanto tempo ci permetterà di superare le ultime 1500 miglia che ci separano dal Meditteraneo?

Come succede per tutti quelli che si spostano dalle grandi città per godersi il week end al mare e si divertono spensierati sino al sabato sera, ma la domenica, appena dopo il pranzo, si fa avanti pressante come una carogna sulla spalla il solito inesorabile dilemma, il contro-esodo, e i tormentosi pensieri corrono alle lunghe ore che si dovranno passare fermi in coda in autostrada, sotto il sole, avanzando lentamente verso casa, verso il lunedì mattina in ufficio, tutto questo con la suocera accanto in macchina che, come se non bastasse, si lamenta per i piedi gonfi!

Il nostro stato d'animo era simile, spensierati navigavamo veloci sino all'Equatore con l'aliseo di sudest, un fedele e generoso compagno, la cui presenza non ti annoia mai e con il quale il viaggio perdeva le sue note materiali e noi perdevamo il conto dei giorni leggeri che scorrevano. Navigavamo spensierati, ma ora non più, la nostra suocera dai piedi gonfi è arrivata sotto forma di aliseo di nordest a prendere il posto del cugino aliseo di sudest, ed cominciata così la nostra lunga risalita verso Gibilterra tra un bordo di bolina e l'altro, cercando di farci strada contro un vento che soffia tra i 19 e 25 nodi dritto in faccia e le onde dell'Atlantico che frenano con la loro imponenza e forza la povera Adriatica.

Questa sera però si respira una ritrovata aria di serenità, ormai consapevoli di quello che ci aspetta nei prossimi giorni, e senza più spettri nella testa, ci siamo già riabituati ai ritmi della dura navigazione di bolina, e ci concediamo anche un po' di svago. Si scherza si ride e si pesca prima di sera un bel tonno che ci faremo fuori crudo.

Decidiamo di virare per tornare verso terra, così da poter sfruttare il salto del vento che passa da NE a N, sulle nuove mura la barca viaggia meglio perché le onde sono meno in prua, riusciamo a tenere anche un bell'angolo stretto al vento. Questo, oltre a farci risparmiare tempo, aumenta anche il buonumore a bordo.

È il mio turno, sono le nove e tutto sembra magico, il cielo sgombro di nuvole si veste con il suo miglior abito da sera e io non posso che rimanere affascinato dalla quantità di stelle che brillano intorno a me. Adriatica corre veloce e potente, è un piacere timonarla, così spengo tutti gli strumenti elettronici, gps cartografico, radar, pilota automatico, strumenti del vento stasera non servono, le informazioni passano direttamente sotto pelle in un continuo dialogo tra te e la barca. Tenere la rotta è ancora più facile, basta seguire la stella giusta, io ho scelto quella più luminosa, sta proprio lì, davanti a noi, leggermente più a destra della prima crocetta dell'albero. È facile seguirla. 

La falchetta, costantemente in acqua, lascia dietro di sé scie di spuma di un bianco fosforescente, la barca con yankee, trinchetta e una mano di terzaroli alla randa sfrutta a pieno i 19 nodi di vento correndo a nove nodi e io mi dedico completamente a farla correre sempre più veloce come se il nostro obiettivo fosse raggiungere quella stella lontana che ora ci indica la strada. 

"La vogliamo addrizzare questa barca che mi si rovescia l'insalata di frutta!": la voce di Andrea da dentro mi riporta alla realtà, non siamo né in regata né a fare la scampagnata domenicale in cerca di emozioni, il comfort di bordo deve venire prima di tutto, soprattutto durante una traversata tanto lunga.

Così lasco un po' di randa, la barca perde un nodo ma assume un'andatura più soave e tranquilla, i ragazzi sottocoperta smettono di saltare come acrobati al circo e staccano le unghie dai mobili dove si stavano aggrappando. 

Tutto torna normale, tanto fra un'ora vanno tutti a letto e io posso ricominciare a divertirmi al timone.
Nel frattempo la luna quasi piena sorge da dietro le dune del vicino deserto del Sahara, rischiarando il cielo, la mia stella scompare mischiandosi con altre stelle nella luce pallida e rilassante dell'alba lunare, perdo il mio punto di riferimento, riaccendo tutti gli strumenti, inserisco il pilota e lascio che Adriatica prosegua da sola il viaggio.


Damiano Martini

Skipper di Adriatica

Inserisci commento

Inserisci il codice

riportato qui a fianco

Questo website utilizza i cookie per migliorare la vostra esperienza d'uso. Proseguendo la navigazione date implicitamente il consenso all'uso dei cookie. close [ informazioni ]