- May 2019
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Da Portoferraio a Ventotene
23 July 2019 ore 15:00
Adriatica va verso sud, prima tappa Ventotene, per poi lentamente arrivare alle Eolie, dove navigherà per quasi tutto agosto.
Partiamo dalla bellissima Darsena Medicea in quattro: io, Michele, Fabrizio e Adriatica.
Michele è una vecchia conoscenza della barca rossa. Anni fa è andato con lei dalla Spagna alle Canarie, poi in Patagonia, ma ha anche fatto un lungo cantiere navale in Giamaica. Bravo marinaio e skipper, amante del mare e delle barche, un ottimo compagno di viaggio.
Fabrizio è un suo amico, una persona che ti sembra di conoscere da sempre, cuoco sopraffino (la carbonara della prima sera all'Argentario ne è la prova diretta), proprietario di un meraviglioso agriturismo in Toscana. Grandi amici, alle prese con l'organizzazione del terzo Festival del Benessere ad Arezzo a settembre, si sono presi una pausa su Adriatica per rilassarsi e godersi la navigazione.
All'ora di cena siamo ancorati davanti alla spiaggia della Feniglia, a est di Cala Galera. Notte tranquilla e ripartenza all'alba, dobbiamo arrivare a Ponza e le ore di navigazione sono quasi una ventina. Mare calmo, ma poco vento e quel poco contrario alla nostra rotta. Si chiacchiera di tutto, anche del nostro amore per il mare e per le barche. Ognuno di noi ha seguito delle vie alternative nella vita e ci riconosciamo reciprocamente come sognatori, che perseguono i loro sogni e talvolta li realizzano.
Uniche sorprese vengono da alcuni delfini. Poi, inaspettato, mentre io e Michele guardiamo oziosamente le onde, uno spruzzo isolato e subito dopo una coda immensa, un capodoglio solitario, un incontro raro che vale da solo il trasferimento. Dopo, più nulla, se non un piccolo pesce spada che salta a pochi metri da Adriatica.
Io e Michele non ne possiamo più del motore e, a pomeriggio inoltrato, approfittiamo di una rotazione del vento e di un suo piccolo rinforzo a 5 o 6 nodi (sigh!) per armare la nostra arma segreta, il Code Zero, una grande vela di prua, che ci consente di navigare a vela alla velocità del vento reale. 5 o 6 nodi di velocità a vela, invece di 8 a motore, ci regalano un paio d'ore di navigazione in silenzio, col gorgoglio dell'acqua sullo scafo e il fruscio leggero del vento. Avvistiamo Palmarola e Ponza solo verso l'ora del tramonto, a causa di una forte foschia. Al buio sfiliamo al traverso di Palmarola, illuminata dalle luci di fonda delle barche all'ancora. Ancora un'oretta e verso le dieci di sera, nell'oscurità di un cielo ancora senza luna, ma punteggiato di stelle, entriamo a Chiaia di Luna, forse la più bella rada di Ponza. Fondo di sabbia, la baia è circondata da alte e suggestive pareti, dalle quali dopo un paio d'ore sorgerà la luna a conferma del nome lel luogo. Diamo fondo su dieci metri, spegniamo il motore e facciamo un bagno notturno, con annessa "doccia del marinaio". Una gustosa pastasciutta con pancetta e zucchine, preparata da Chef Fabrizio, ci premia per la lunga e faticosa giornata in mare.
Notte tranquilla e bagno mattutino in un'acqua trasparente, quasi cristallina (si vede il fondo a dieci metri di profondità). Con calma ripartiamo per Ventotene, una navigazione rilassata sempre a motore. Verso l'ora di pranzo entriamo nel porto principale, ancora libero, ma senza servizi. Diamo fondo all'ancora e ci ormeggiamo di poppa con l'aiuto di alcune persone in banchina. Il porto è splendido, ma il resto dell'isola è ancora più bello.
Sistemata Adriatica, andiamo a farci un aperitivo al porto romano di Ventotene, scavato nel tufo dai Romani, esempio perfetto della loro bravura in idraulica. Una spiaggia dal lato dell'ingresso del porto assorbe qualunque risacca si formi all'esterno, lasciando le barche tranquille dentro il bacino portuale.
Ma noi apprezziamo di più la birra freschissima che ci viene servita al tavolino.
Alla salute!
Bruno
Skipper di Adriatica