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(...continua...Oggi voliamo con la Silkair, orario di partenza 09.45 per atterrare a Manado alle 13.15. Il volo è tranquillo, la compagnia aerea buona. Usciti dal terminal veniamo accolti da alcuni assistenti del villaggio. Questi, con una cinquantina di minuti di pulmino, ci portano sul pontile di un villaggio. Qui ci aspetta una barca, che con un’oretta di navigazione, ci porta sull’isola di Siladen dove si trova il Siladen Resort & Spa, il villaggio che ci ospiterà per i prossimi giorni. Il personale della struttura ci accoglie offrendoci succo di frutta e torta. In pochi minuti ci consegnano le chiavi delle camere. Queste sono molto belle, spaziose e arredate con gusto, studiate per essere perfettamente integrate nell’ambiente circostante. Tutti i giorni, per la gioia di Sveva riceviamo in camera dei dolci di cortesia. Malgrado il lungo viaggio, non rimaniamo nelle stanze più di mezzora, (appena il tempo di aprire le valigie). Abbiamo tutti la stessa idea, un tuffo nella bellissima piscina.

 

Purtroppo possiamo rimanerci solo un’oretta perché dobbiamo andare al diving. È il momento di portare l’attrezzatura subacquea e sbrigare tutte le pratiche burocratiche di registrazione. In questo modo domani possiamo iniziare subito l’attività subacquea. Dopo tutto questo, la fame inizia a farsi sentire quindi andiamo a farci una doccia. Per poi ritrovarci alle 19.00 al bar per farci una birretta d’aperitivo (anche due), aspettando il momento della cena. Rimaniamo tutti stupiti dall’altissimo livello dei piatti che ci servono. Sono di alta cucina, di ottima qualità ed anche la presentazione è strepitosa. Ma la cosa che fa più effetto è la location. Ti senti in un ristorante di lusso, sotto le palme, in spiaggia, in riva al mare. Ci abbuffiamo, partendo dall’antipasto per arrivare al dolce; passando da una grandissima scelta fra pesce, carne, verdura, pasta, piatti tipici locali ed italiani. Una vera leccornia. Sono quasi le 22.00 quindi tutti a letto per essere carichi domani. Appena appoggio la testa sul cuscino crollo, ma dopo pochi minuti suona la sveglia. In realtà sono passate più di otto ore, ma la sensazione è che la notte sia stata cortissima.

 

Primo giorno di immersioni

 

Esco dalla stanza silenziosamente per non svegliare Silvia e Sveva. Abbiamo deciso che io faccio le immersioni della mattina, mentre loro rimangono a rilassarsi in spiaggia. Invece, al pomeriggio si immerge Silvia, mentre io e Sveva facciamo snorkeling, sempre dalla barca e nei siti dei sub. La prima immersione, ovviamente, è molto semplice perché serve da check dive. Dobbiamo capire la quantità di pesi che useremo, collaudare l’attrezzatura e controllare le varie macchine cine-fotografiche. Infine rimane tempo anche per esplorare questo tratto di barriera che si chiama Kalumpang. Dopo le varie prove e controlli scendiamo a 22 metri di profondità. Trovo subito alcune anemoni con i loro abitanti tipici, i pesci pagliaccio. Scatto qualche foto poi ecco un pesce lima con la sua forma piatta e la livrea verde con macchie circolari blu fosforescenti. Proseguo lentamente l’esplorazione attorniato da una miriade di pesci coloratissimi di barriera. Purtroppo è già passata un’ora e l’aria sta finendo costringendoci a riemergere. Tornati a bordo, mentre navighiamo verso il nuovo sito da esplorare, l’equipaggio ci offre tè, caffè caldo, torta e frutta per merenda. Aspettiamo un’oretta per smaltire un po’ di azoto e poi giù di nuovo.

 

Questa volta siamo a Bunaken Timor 1. È una parete bellissima. Mentre scendiamo a 26 metri di profondità, vediamo una tartaruga che si allontana. Poi trovo un bello scorfano perfettamente mimetizzato. Altre due pinneggiate ed ecco un bellissimo esemplare di limaria, che mette in evidenza il suo bell’arco elettrico. Poi vedo una conchiglia con un mollusco veramente bello con delle righe luminose che sembrano emettere corrente. La barriera è coloratissima, ricca di nudibranchi e corallo bolla che ospita alcuni gamberetti trasparenti e azzurri o granchietti pelosi.  Adesso risalgo in superficie soddisfatto degli incontri. Spero di aver fatto qualche buono scatto. Ora sono appena tornato al villaggio. Vado sulla spiaggia ed ecco che vedo Sveva e Silvia coricate su un lettino a baldacchino in riva al mare in fase di relax. Abbiamo tutti molta fame, per fortuna che il ristorante che si trova sotto la vegetazione in spiaggia sta aprendo. In un attimo ci ritroviamo tutti a tavola. Mangiamo stando attenti a non esagerare, anche se con tutte le leccornie che ci offrono è difficile, perché fra un’oretta dobbiamo riprendere il mare.

 

Ora Silvia fa immersione mentre io e Sveva facciamo snorkeling. Il mio cucciolo è la prima volta che fa snorkeling da barca, ha l’attrezzatura da professionista ma ha comunque solo 4 anni.  Mentre gli altri fanno immersione, noi in compagnia di Fiorenza ed Ekaterina, ci tuffiamo e iniziamo ad esplorare la barriera corallina dalla superficie. Rimaniamo tutti impressionati da Sveva, sembra che abbia fatto snorkeling da sempre. All’inizio la tengo per mano, ma dopo alcuni minuti inizia a lamentarsi e vuole essere lasciata. Non ha assolutamente paura, neanche a nuotare nel blu. Subito la sua attenzione viene rapita da tutti quei pesci coloratissimi che la circondano, poi le faccio notare anche alcuni grossi tonni che ci superano. Ma lo spettacolo vero inizia solo dopo una decina di minuti. Un’enorme tartaruga marina, ci passa sotto ed emerge ad un paio di metri davanti a lei per respirare. Inizia a nuotare lentamente guardandoci, sembra ci stia invitando a seguirla. In questo momento Sveva si è caricata, come dice lei a bomba. Poi ne avvistiamo un’altra ed infine si inabissano entrambe. Proseguiamo l’esplorazione, passa un grosso barracuda, ma l’attenzione del mio pulcino ormai è solo volto alla ricerca delle tartarughe. Viene premiata, evidentemente siamo arrivati in una zona ricchissima di questi animali. Eccone un’altra, la seguiamo, poi due insieme, ad ogni incontro Sveva iniziava ad urlare, TARTARUGA e poi via all’inseguimento. 

 

Una con la testa esce per respirare vicinissimo a lei, la guarda come per chiamarla, poi inizia a nuotare verso il blu. Sveva di colpo parte velocissima all’inseguimento, prendendo alcuni metri di distanza da me, pinneggia velocissima (carica di adrenalina a bomba). Io esito un attimo la sento che urla seguiamola. Parto anch’io per recuperarla ma Sveva è velocissima, fatico a raggiungerla, ma per fortuna riesco a prenderla per una pinna, lei si gira e mi dice, papà cosa fai? Dobbiamo seguirla! La guida ci chiama dicendoci di ritornare vicino al reef. Ci siamo allontanati parecchio. Dopo pochi minuti arriva la barca a prenderci. Sveva si lamenta perché vorrebbe rimanere in acqua, ma è già passata più di un’ora e dobbiamo tornare a bordo. Alla fine abbiamo visto 16 tartarughe oltre a tutto il resto. Sveva è gasatissima non riesce a smettere di parlare, corre avanti e indietro sulla barca per spiegare a mamma e a tutti gli amici i suoi incontri. Anch’io ero felicissimo e molto emozionato, quasi commosso per l’esperienza fantastica, oserei dire unica, che il mio pulcino ha potuto fare a soli 4 anni.

 

Tornati al villaggio, mega tuffo in piscina. Qui mi piace vedere come tutto il gruppo si diverte a giocare con la piccola. Ad un tratto, mentre sguazziamo in acqua, cambia la direzione del vento ed ecco che veniamo avvolti da un buonissimo profumo di barbecue, che ci fa venire una fame incredibile. La piscina si vuota in un attimo. Andiamo a prepararci, fra mezzora si mangia. La cena è strepitosa come sempre. Siamo al dolce quando il capo villaggio viene da noi per consigliarci di finire la cena velocemente perché da lì a poco ci sarebbe stato un forte acquazzone. Noi sinceramente vediamo solo qualche lampo in lontananza, pensiamo che scherzi, ma non si sa mai, quindi facciamo in fretta. Per fortuna, perché sono passati appena 15 minuti ed ecco che si scatena un diluvio. Ci rifugiamo al bar vicino alla piscina per fare due chiacchiere. C’è chi gioca a biliardo e chi beve dei cocktails. In questo modo facciamo passare un’oretta abbondante. Ora non piove quasi più, io e famiglia andiamo a dormire. Durante la notte sento battere fortissimo la pioggia sul tetto. È arrivato un altro temporale, ma alla mattina quando esco fortunatamente c’è il sole.

 

 

Secondo giorno di immersioni

 

Eccomi qua pronto per il secondo giorno di immersione, il primo sito si chiama Fukui. Appena ci tuffiamo, purtroppo troviamo diverso corallo morto, ma spostandoci un pochino ecco che riinizia la vita. Subito una rarissima sorpresa, un grosso Mola Mola (pesce luna) di circa due metri ci sfila davanti, abbastanza distante, ma poco dopo eccolo che ritorna avvicinandosi moltissimo a noi. Veramente un avvistamento di prestigio! È molto raro incontrare dei Mola Mola così grandi. Ha un aspetto veramente strano, sembra un pesce a cui manca metà corpo, io lo trovo mostruosamente bello. Continuiamo a scendere ed ecco un grosso branco di pesci pipistrello che si fa trasportare dalla corrente. Un’altra cosa interessante è la grande quantità di spugne a forma di vaso. Ormai è il momento di tornare in superficie. Vengo accompagnato nella mia risalita da una tartaruga che trasporta, attaccata al carapace, una piccola remora.
Eccoci pronti per la seconda immersione a Lekuan davanti al villaggio. È una parete che si inabissa. Siamo accompagnati per tutta l’immersione da tantissime tartarughe. Mentre scendo vedo subito due razze maculate, negli anfratti ci sono alcune murene, ed ancora più giù tre aragoste. In risalita guardo sotto ad un corallo tavolo e scopro un bello squalo pinna bianca che riposa. E, quasi in superficie, un grosso tonno solitario mi passa a fianco. Torniamo al villaggio giusto per il pranzo. Sveva sta disegnando mentre Silvia è immersa nella lettura, ma appena sentono il profumo della cucina ecco che vengono anche loro a tavola. Oggi faccio Snorkeling con il mio pulcino mentre Silvia fa immersione. Anche questa volta Sveva è sorprendente e bravissima. Vediamo diverse tartarughe e qualche tonnetto, ma anche lei inizia ad apprezzare le cose più piccole si guarda tutti i pesci di barriera coloratissimi, mi indica tutti i palla, ma ecco un paguro bernardo, questo la incuriosisce molto. 
Tornati al villaggio, piccola merenda a base di frutta, torte e biscotti. Poi, mentre ci rilassiamo in piscina, il capo villaggio viene a darci un annuncio inaspettato. In spiaggia, vicino al nostro bungalow, c’è un nido con le uova di tartaruga e dai movimenti che hanno visto, dovrebbe essere prossima la schiusa. Una persona del villaggio rimane di guardia e appena accade l’evento ci chiamerà per vedere. Le ore passano ma nulla si muove, andiamo a cena poi andiamo al bar ad aspettare, ma non ci sono novità. Allora andiamo a letto ma io ed altri amici diamo il numero della stanza in modo che possano svegliarci a qualsiasi ora della notte, se ci fosse la schiusa. È un’esperienza straordinaria e rarissima da vivere. Io non voglio assolutamente perderla. Sicuramente anche Silvia e Sveva ci tengono ad assistere all’evento. È quasi mezzanotte, arriva la chiamata. Tutto il gruppo esce ed ecco il meraviglioso spettacolo della vita. È un’esperienza indescrivibile vedere queste piccolissime creature uscire dalla sabbia per iniziare una faticosissima ed affannosa corsa verso il mare. Ogni piccola asperità della sabbia sembra essere un ostacolo insuperabile. Incredibile vedere l’energia e la foga che ci mettono per raggiungere l’acqua. Tutti facciamo il tifo per loro. Sembrano sfinite, respirano affannosamente ma non si fermano.  L’istinto e il richiamo del mare sono più forti di qualsiasi cosa.  Dopo una lunga e faticosissima corsa, ecco che raggiungono stremate l’acqua, dove le vediamo sparire velocissime nel buio della notte. 
Ormai è passata mezzora e anche l’ultima tartaruga ha raggiunto il mare. Torniamo a letto con il pensiero comune, che fine faranno? Dove andranno? La consapevolezza è che solo poche su mille riescono a diventare adulte. Prima che l’ultima tartarughina raggiunga il mare, Sveva crolla e si addormenta. Alla mattina appena sveglia, si è seduta sul letto e le sue prime parole sono state "anche l’ultima tartaruga ha raggiunto l’acqua, è riuscita a nuotare libera?" Anche il mio pulcino, pur essendo così piccolo ha capito l’importanza, la fortuna e la rarità dell’evento a cui abbiamo potuto assistere.


Terzo giorno di immersioni

 

All’indomani mattina ci siamo ritrovati tutti al nido vuoto, sono rimaste solo le piccole tracce sulla sabbia che hanno lasciato le neonate e i gusci vuoti. Nel vedere tutto ciò, istantaneamente ci commuoviamo e riviviamo mentalmente tutto lo spettacolo della sera. Penso che sia un’esperienza che nessuno di noi dimenticherà mai.


Ora è giunto il momento di imbarcarci e raggiungere Tinongko, il primo punto d’immersione. È una parete molto ripida. Appena tuffati, scendiamo velocemente ad una profondità, di 33 metri, l’obiettivo di questa esplorazione è di scovare i piccolissimi Pigmy, i mitici ippocampo pigmei. Questi piccolissimi cavallucci, arrivano massimo a 7 mm di lunghezza. Oltre alle dimensioni, veramente ridotte, è impressionante il loro mimetismo. Riescono a trasformare il corpo perfettamente uguale alle gorgonie su cui vivono. Solo gli occhi abituati e super esperti delle nostre guide sono in grado di scoprirli. Dopo una decina di minuti di ricerca ecco che mi chiamano per mostrarmene una coppia. Riesco con fatica ad individuarli e perdo alcuni minuti per cercare di fargli qualche scatto accettabile. Riuscire a fare qualche foto bella è molto complicato, ma quando ci si riesce sono veramente belle e danno grande soddisfazione. Lascio il posto ai miei compagni d’immersione, alcuni di questi non riescono a vederli pur avendo la guida che glieli indica in tutti i modi. Proseguendo con l’immersione iniziamo lentamente a risalire. Nel frattempo incontriamo molte spugne, un sacco di gamberetti e nudibranchi. Mi sbizzarrisco facendo diverse macro. Ormai sono passati già 64 minuti, il livello dell’aria nelle bombole ci dice che è il momento di riemergere.
Facciamo passare un’oretta in barca e poi giù per la seconda esplorazione della giornata. Il sito è Sachiko Point, una parete caratterizzata dall’alternanza fra corrente e calma. Appena tuffati ecco che ci supera una tartaruga. Mentre scendiamo alla profondità massima di 27 metri, siamo circondati da tantissimi pesci chirurgo. Ma la mia attenzione viene richiamata da una bella murena e poi nel blu ecco un paio di squali. Mentre risalgo trovo un’altra murena, ma questa volta è una bellissima leopardo. Mentre raggiungiamo la superficie vediamo altre tartarughe e un grosso tonno. Dopo 62 minuti torniamo a bordo per fare rientro al villaggio per pranzo. Oggi pomeriggio relax per tutti, passiamo il pomeriggio in piscina o in spiaggia, visto che come terza immersione è in programma una notturna.
Ormai sono le 18.00, è il momento d’andare alla barca che ci porta a Bulong. Questa è una zona sabbiosa con degli spuntoni di roccia molto colonizzati e ricchissimi di vita. Codesta immersione è specifica per la ricerca e la fotografia macro. La profondità massima è di 18 metri, facciamo passare 70 minuti senza accorgercene. Sulla sabbia incontriamo molti paguri, mentre sulle rocce tantissimi piccoli granchietti, un’infinità di gamberetti di svariati tipi, una coppia di pesci farfalla, alcune murene e diversi pesci foglia. Ma la cosa che mi colpisce maggiormente è un polpo piccolissimo che si muove sulla sabbia, poi per scappare da noi inizia a nuotare nel buio. Poco dopo sempre sulla sabbia ecco dei piccolissimi pesci rana, di colore rosso fuoco. Tornati al villaggio doccia veloce, poi cena e una partitina a bigliardo. Per finire il meritato riposo.
Quarto giorno di immersioni

 

Dopo una bella dormita la luce mi dice che ormai è ora di alzarsi, saluto Silvia ed esco lentamente dalla stanza per non svegliare Sveva. Colazione e alle 08.00 siamo già in navigazione direzione Depan Kampung. Ci tuffiamo e mentre scendiamo per raggiungere i 30 metri di profondità, incontriamo sette tartarughe. Quattro nuotano nel blu, mentre tre dormono negli anfratti. Ci sono anche tanti pesci pappagallo che fanno colazione mangiando corallo. Poco dopo mi diverto a fotografare un bel pesce foglia rosa. Ed infine un paio di murene. Ma ora stiamo finendo l’aria e dobbiamo uscire.
Come sempre facciamo passare un’oretta facendo merenda e navigando verso il prossimo sito. Vedo che ci dirigiamo verso il villaggio. Non capisco come mai, allora chiedo. Scopro che esploreremo una parete davanti al diving chiamata Siladen Jetti. Mentre raggiungiamo i 31 metri di profondità, incontriamo forti correnti che si alternano fra discendenti e ascendenti, comunque riusciamo a gestirla tranquillamente. Questa zona è molto ricca di corallo, spugne e gorgonie. Trovo anche alcuni squaletti che dormono sotto ad un enorme corallo tavolo. Ci sono anche tantissimi anemoni dai diversi colori, tutti abitati dai pesci pagliaccio. Vengo superato anche da un pesce lima. Risalendo trovo un'ostrica spinosa. Ora è il momento di uscire, saliamo in barca dove lasciamo l’attrezzatura per poi scendiamo subito sulla nostra spiaggia.
Oggi pomeriggio, io non faccio immersione, rimango con Sveva lasciando il posto a Silvia. Proviamo a fare snorkeling dalla spiaggia ma la corrente è piuttosto forte quindi decidiamo di andare in piscina. Dopo due ore di tuffi salti e giochi, vengo raggiunto dal gruppo, che si unisce a noi per un bagnetto veloce. Usciti dall’acqua, ci concediamo un aperitivo a base di formaggio grana portato dall’Italia e birretta locale. Questa sera il villaggio ci offre una cena particolare, animata da ballerini locali che ci mostreranno le danze tipiche del luogo. Dopo lo spettacolo andiamo a dormire.



Quinto giorno di immersioni 
La notte è passata ed eccoci pronti per le ultime due immersioni della vacanza. Il primo sito è diverso da tutti quelli visitati fino ad ora. Esploriamo un relitto, il Molas, affondato dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Scendiamo alla profondità di 35 metri per vedere l’elica, poi lentamente risaliamo. Troviamo diversi passaggi da attraversare sia a poppa che a prua, è divertente riuscire ad entrare per visitare anche parte dell’interno. Stranamente questo relitto è poco colonizzato. Dopo circa mezzoretta, lasciamo il relitto per raggiungere una secca. Qui troviamo alcune anemoni, che oltre ad ospitare i soliti pesci pagliaccio, hanno anche, fra il loro tentacoli, alcuni gamberetti trasparenti con dei puntini blu elettrico. Dopo un’oretta usciamo.
Come seconda immersione andiamo a Lekuna 2. Questa è una parete abbastanza impegnativa, con parecchia corrente che va in qualsiasi direzione, ma ricca di pesce di grosse dimensioni. Vediamo subito un grande napoleone, poi diversi grossi pesci pappagallo. Proseguendo abbiamo incontrato alcuni squali pinna nera appoggiati sulla sabbia per riposare mentre due squali pinna bianca nuotano nel blu. Ecco alcuni scorfani dalle dimensioni notevoli perfettamente mimetizzati, (praticamente identici alle rocce su cui sono appoggiati). Non dimentichiamo la decina di tartarughe incrociate durate tutta l’immersione. 
Ma ora e giunto il momento di riemergere e rientrare al villaggio per pranzo. Il pomeriggio lo dedichiamo tutti al relax in piscina. Anche se con Sveva non lo definirei relax, anzi! È un continuo tuffarsi, saltare, correre e chi più ne ha più ne metta. Poi trova il gruppo che la incita e la provoca, quindi è una vera maratona. Sono sconvolto mentre Sveva ha ancora energia, finalmente è ora di cena. Appena mangiato Sveva crolla ed ecco il meritato riposo anche per noi.



Tour della città di Manado

 

La notte sembra passare in un lampo ed è già mattina. Oggi non possiamo fare immersioni perché domani abbiamo il volo che ci riporta a Singapore. I subacquei devono rispettare un tempo di non volo dopo le immersioni. Parte del gruppo decide di fare un mini tour per visitare Manado e dintorni. Alle 08.00 ci imbarchiamo, dopo un oretta di navigazione arriviamo in città. Prendiamo due pulmini che useremo per questo tour. Prima tappa ci fermiamo davanti ad una statua enorme di Gesù, poi proseguiamo fino a raggiungere un punto panoramico per ammirare il vulcano. Anche qui qualche scatto e via. 
Ormai sono già le dieci quando arriviamo in un mercato locale. È diviso a zone, iniziamo da dove vendono la frutta e verdura. Qui è bellissimo vedere i colori vivaci, il fermento della gente tipico dei mercatini asiatici, sentire i profumi della frutta e delle spezie che ti avvolgono. Ora arriviamo dove i locali cucinano e mangiano, anche qui è bello fotografare mentre i profumi si sono trasformati in odore di fritto. Decidiamo di andare nella zona dell’abbigliamento, voglio comperare un vestitino tipico per Sveva. Dopo aver fatto shopping, la guida ci raggruppa tutti e chiede chi se la sente di vedere l’ultima zona del mercato. Quella della carne, poi ci spiega che in Sulawesi ci sono delle usanze e abitudini che noi occidentali non abbiamo, che non capiamo e che ci possono scioccare. Loro mangiano praticamente qualsiasi animale, dai topi ai pipistrelli ai serpenti, ma la cosa per me peggiore anche gli animali per noi da compagnia come cani e gatti. Io e alcuni decidiamo di andare, in questo mercato chiamato estremo, mentre gli altri decidono di continuare gli acquisti di souvenir. Appena entriamo, veniamo sopraffatti da un odore nauseabondo, le condizioni igienico sanitarie sono terribili. Il primo pensiero che ho avuto è “non toccare niente altrimenti qualche infezione la becchi”. Non so dove camminare, per terra è pieno degli scarti di tutti questi animali, poi non voglio parlare del modo in cui li macellano. È tutto scioccante, dall’odore, a ciò che macellano, al modo terribile di farlo, alle condizioni igieniche sanitarie inesistenti e allo schifo che c’è in terra. Ma la cosa peggiore è il pensiero che quello che vendono lì per loro è cibo. Resistiamo pochi minuti poi decidiamo di andarcene, (piuttosto sconvolti e schifati). Ho voluto vedere, ma era meglio evitare. Saliti sul pulmino, chi non è venuto ci chiede com’è, ma noi non sappiamo come spiegare, ma forse non abbiamo proprio voglia di parlarne. Partiamo con il pulmino per raggiungere il ristorante, anche se dopo quello che abbiamo visto la fame è sparita.
Durante il tragitto ci fermiamo per fotografare alcuni monumenti. Arriviamo sulle sponde di un grosso lago, in una zona tipica per gli allevamenti di pesce. Ci fermiamo in uno di questi che fa anche da ristorante. Passiamo su delle passerelle in legno in mezzo ai recinti dove allevano il pesce, per arrivare su una grande palafitta adibita a sala da pranzo. Ci accomodiamo, il menù è pesce di lago fritto e alla griglia, gamberi di lago bolliti e pollo alla griglia. Io personalmente dopo il mercato ho perso l’appetito. Gli altri mi dicono che il cibo non è speciale ma neanche male. Mentre pranziamo ecco che in pochi minuti arriva una pioggia monsonica fortissima, dura quasi un’oretta. Per evitare una doccia imprevista, ci rifugiamo nella parte centrale del ristorante aspettando che diminuisca la pioggia. Adesso è il momento di ripartire, costeggiamo per un po’ il lago.
Attraversiamo una zona piena di risaie per raggiungere la nostra prossima meta, un museo. In realtà questo è un insieme di piccoli musei. Da quello della musica, a quello degli animali, dei minerali passando dall’arte locale ed alcuni altri. Ci impieghiamo un’oretta per vedere tutto, poi partiamo per l’ultima visita. Raggiungiamo un laghetto, il Danau Linow, in realtà entriamo nel cratere di un piccolo vulcano attivo. Sulla riva troviamo un bar dove ci beviamo un tè con dei biscotti. Il lago è bellissimo si vede l’acqua che ribolle e sulla riva si ammirano dei soffioni di fumo causati dai gas che sprigiona. C’è odore di zolfo, ma non dà particolare fastidio. È ormai tardo pomeriggio quindi dobbiamo tornare alla barca per rientrare alla base. Arriviamo al villaggio in tempo per farci un tuffo rilassante in piscina, per poi andare a cena. Purtroppo questa è l’ultima sera che passiamo in questo paradiso. Appena finito di mangiare, andiamo in camera perché Sveva è stanchissima e noi dobbiamo preparare le valigie.



Si ritorna a Singapore, ultimi giorni

 

Dopo una belle dormita ecco la sveglia. Ci ritroviamo a colazione. Abbiamo tutti un’espressione piuttosto affranta, nessuno di noi ha voglia di lasciare questo posto magnifico. Ma, purtroppo ora dobbiamo fare il check out perché fra poco dobbiamo imbarcarci per Manado. Salutiamo e ringraziamo tutto il personale, che si è prodigato per farci vivere un’esperienza indimenticabile. Eccoci dopo un’ora di navigazione e una quarantina di minuti di pulmino all’aeroporto, tutti in coda per sbrigate le formalità burocratiche di uscita. Alle 14.00, in orario perfetto, decolliamo direzione Singapore dove atterriamo alle 17.30 ora locale. Recuperiamo velocemente i bagagli, facciamo dogana e andiamo al desk dove ci sta aspettando l’autista del pulmino che ci porterà in hotel. L’efficienza e l’incredibile organizzazione di Singapore ci permette di arrivare in albergo velocemente.
Sono passate da poco le 19.30 e siamo già pronti per uscire. Io, famiglia ed alcuni compagni decidiamo di andare a piedi in un quartiere nelle vicinanze ricchissimo di locali dove mangiare e bere qualcosina. Sveva mangia un gelato artigianale, costa una fortuna e non ha niente a che vedere con quelli Italiani, ma lei è contenta. Passeggiando in queste vie arriviamo sulle rive di un canale. Qui si possono prendere delle piccole barche che ti fanno fare un breve tour di Marina Bay e dintorni. Decidiamo di imbarcarci. Lo spettacolo è stupendo, vedere la città illuminata che si riflette sull’acqua è incredibile. 
Ora sono quasi le 23.00 e la stanchezza si fa sentire, quindi decidiamo di andare a letto. Domani mattina io e famiglia vogliamo alzarci piuttosto presto per poter sfruttare al massimo, l’ultimo giorno che abbiamo a disposizione. Ci sono rimaste un sacco di cose che vorremmo vedere. Il resto del gruppo, vuole prendersela con più calma quindi ci dividiamo. Sveglia poco prima delle 08.00, veloce colazione e partenza per le visite. Ci incamminiamo a piedi per raggiungere un tempio Indù.  Mentre ci avviciniamo notiamo qualcosa di strano, un fiume di persone indiane vestite di giallo o con vestiti tipici, in una frenesia incredibile. Riusciamo ad entrare nel tempio, sembra che siano tutti al lavoro in un cantiere edile. In realtà stanno preparando il percorso dove faranno la cerimonia del cammino sui carboni ardenti. Noi non aspettiamo questo cerimoniale perché loro sono veramente in tanti e sarebbe impossibile vedere qualcosa. Qui vicino c’è il quartiere cinese, passeggiamo fra i negozi e le bancarelle. È sempre molto interessante e curioso vedere ciò che vendono.
Ecco che raggiungiamo un enorme tempio cinese il Buddha Tooth Relic Temple. È stupendo, veramente grande e costruito su più piani. Iniziamo dal piano terra, questo è adibito alla preghiera. Al centro della sale ci sono alcune enormi statue di Budda tutte dorate, mentre le pareti sono ricoperte da migliaia di piccoli Budda, è fantastico. Ci sono molti fedeli che pregano, Sveva è molto incuriosita e dopo mille domande vuole pregare anche lei. Ci sono alcuni monaci buddisti che stanno sistemando le offerte e preparandosi per la cerimonia. Il piano successivo, in realtà è intermedio. Da qui vediamo dall’alto la sala principale del piano terra. Contro le pareti vediamo molte statue in cera a grandezza naturale dei monaci del tempio. Sembrano persone vere e vive. Saliamo ancora ed ecco un museo molto interessante, raccoglie molti reperti storici riguardanti la cultura buddista. Ancora più su un luogo molto importante, forse il più importane di tutto il tempio. Qui si entra solo a piedi scalzi, non si può fotografare e si deve parlare solo se necessario a bassissima voce. È la sala di meditazione dove viene custodita e mostrata una reliquia di Budda, (un dente). Silvia spiega a Sveva come si fa a meditare, poi salgono entrambe in un palchetto di meditazione. Incredibilmente riesce anche la mia piccola a meditare. Quando usciamo da questa sala veniamo fermati da due signori cinesi che vogliono fare i complimenti a Sveva. Dicono che vedere una bimba così piccola riuscire a fare meditazione seriamente, come ha fatto lei, è una cosa difficilissima e rarissima. Ora saliamo all’ultimo piano dove ammiriamo un giardino pensile con al centro una campana enorme. Ora che l’abbiamo visto tutto, usciamo.
Nelle vicinanze troviamo un altro tempio, il Thian Hock Keng, visitiamo anche questo, è più piccolo ma molto bello. Adesso però la fame si fa sentire, andiamo in una street food per pranzare. A pancia piena, prendiamo un pullman turistico, quelli aperti, per raggiungere il quartiere indiano. Questo è folcloristico coloratissimo e molto vivace. Facciamo una passeggiata fra le vie piene di bazar, negozi, e bancarelle, ma ecco che raggiungiamo un tempio Indù. Entriamo, c’è pochissima gente quindi possiamo visitarlo con calma. È interessante vedere i riti che i fedeli fanno con i monaci. Quando usciamo scende qualche goccia di pioggia, ma per fortuna smette subito. Riprendiamo l’autobus, per raggiungere il Ginger Garden, un immenso giardino botanico. Entriamo, è enorme, per esplorarlo tutto ci serve un sacco di tempo che noi non abbiamo quindi decidiamo di fare la zona tropicale. In particolare il National Orchid Garden, una zona dedicata alle orchidee. Stiamo vedendo dei fiori e delle piante stranissime che non avrei mai pensato esistessero. Siamo sommersi dalle orchidee e da un sacco di altre piante tropicali incredibili curate e sistemate in modo maniacale, hai la sensazione di essere in un paradiso. Ma ad un tratto ecco il monsone, in un attimo il diluvio con lampi e tuoni fortissimi. In pochi minuti sembra di passare dal paradiso all’inferno. Iniziamo a correre in cerca di un riparo, riusciamo a rifugiarci in un gazebo. Siamo bagnati, non so se di sudore o di pioggia. Quando si scatenano questi acquazzoni sprigionano un caldo super afoso insopportabile. Dopo mezzoretta la bufera si placa e possiamo riprendere la passeggiata in questa fantastico ambiente. 

Questo luogo ha il potere di trasmette una sensazione di calma e serenità, è veramente un ambiente antistress.  Fra poco il sole tramonta è il momento di tornare a Marina Bay. Vogliamo cenare nel centro commerciale The Shoppes at Marina Bay Sands. Anche questo giorno è stato molto intenso e interessante. Siamo contenti perché siamo riusciti a vedere tutto quello che ci interessava di questa fantastica città. Dopo aver cenato torniamo all’hotel dove recuperiamo le valigie e ci uniamo al resto del gruppo. Ecco il pulmino che ci porta all’aeroporto, dove sbrighiamo in un attimo le pratiche doganali. Alle 23.15 ci imbarchiamo. Mi accorgo che in fondo all’aereo ci sono alcuni posti liberi, ne occupo uno così lascio libero il posto di fianco a Sveva in modo che possa coricarsi e dormire meglio. Alle 23.45 decolliamo. Appena partiti, chiedo una coperta supplementare, poi un'altra ancora, c’è un freddo terribile, anche tanti altri hanno lo stesso problema. Mi metto una felpa con il cappuccio, mi copro con tre coperte e poi cedo al sonno. Ma dopo alcune ore mi sveglio dal freddo, tremo tantissimo e ho un terribile mal di gola. Mi riavvolgo nelle coperte e riprovo a dormire. Atterriamo alle 05.55 in perfetto orario. Arrivati a Milano, ci accorgiamo subito di essere tornati in Italia, lunga attesa per i bagagli e mega coda per fare i controlli dei passaporti. Ora il gruppo si divide, ognuno di noi torna nella propria città. Il momento dei saluti è sempre malinconico perché segna la conclusione della vacanza. Ma siamo tutti soddisfatti e felici di come sia andata la vacanza. Abbiamo la consapevolezza di aver fatto delle esperienze uniche che rimarranno per sempre indelebili nella nostra mente. Io in particolare sono fiero e super felice di come si è comportata Sveva in tutto il viaggio. È una vera viaggiatrice pur avendo solo 4 anni. Ha saputo adattarsi alle varie situazioni, apprezzato mostrando interesse e passione per tutto ciò che il viaggio le ha offerto. La cosa fantastica è che si è resa conto di aver vissuto delle esperienze rarissime quasi uniche, che solo pochi fortunati hanno potuto fare e lei, anzi noi, siamo fra quelli. È proprio vero che viaggiare è una fantastica scuola di vita.



Paolo Ghidotti      

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