Patrizio e il gergo marinaresco
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Altro aggiornamento, altre parole per arricchire il vocabolario del Velistapercaso!
Lettera L
Landa: spranga d'acciaio fissata alle paratie o allo scafo e a cui collegare le sartie tramite gli arridatoi. Se non la trovate al suo posto, il Capitano vi sta cercando.
Lascare: contrario di "cazzare": alleggerire la tensione su una cima; lascare del tutto si dice “mollare”.
Levante: vento simpatico, il Levante si fa un punto d'onore di provenire sempre esattamente da est, da cui il nome. Lezzino: piccolo cavo usato per legature. Mica si poteva dire “pezzo di cima”.
Libeccio: vento con direzione sud-ovest, quasi sempre violento (può spingere a 40 nodi). E' dura scendere a patti col Libeccio, che usa sollevare molto mare e tirarsi dietro perturbazioni.
Losca: è un occhiello praticato a poppa per introdurre la parte superiore dell'asse del timone cui è vincolata la barra. Si chiama così perché i marinai non vedono di buon occhio i fori nello scafo.
Lettera M
Maestrale: con questo nome pomposo si mostra di portar rispetto a un vento che se ne frega: il Maestrale. Il Maestrale soffia da nord-ovest, sempre con violenza ed accompagnandosi volentieri alle perturbazioni: una caratteristica, quest'ultima, che può complicare maledettamente la navigazione. Per questo ed altri motivi, se lo incontrate dategli del Lei.
Manica a vento: non è un pezzo di giacca a vento. Le maniche a vento sono quelle tipiche prese d'aria (collocate in coperta) tubolari e con una curvatura a gomito per impedire l'entrata d'acqua. Nei film ci imboscano armi o diamanti, e giorni dopo ce li ritrovano come se niente fosse.
Mano di grasso: questa è fantastica. La mano di grasso (o “mezza mano”) è la parte maggiormente concava della randa, nei pressi del boma. “Prendere la mano di grasso” significa smagrire la randa, cioè levare dalla zona esposta al vento la parte di vela più grassa. Ma vi rendete conto?
Margherita: altro nodo. Il nodo “a margherita” viene praticato per ridurre la lunghezza di una cima senza doverla tagliare, cosicché in caso di ripensamenti non tocchi perdere tempo a intugliare. Per la verità fra i marinai che storcono il naso a sentir nominare l'omonima pizza, c'è chi se l'è mangiata eccome, a bordo.
May Day: nonostante richiami dolcezza e tepore (in inglese significa “giorno di Maggio”) il may day è la richiesta di soccorso inoltrata via radio, normalmente sul canale 16 vhf (casomai segnatevelo, va'). In effetti deriva dal francese "m'aider": aiutatemi, altro che primavera.
Meolo: l'ottavo dei nanetti da giardino, ma anche: sottile sagola (=cordino) che corre dentro una guaina lungo la balumina. Tesandolo o lascandolo si può correggere la concavità della vela per evitarne il fileggiare.
Mezzo Marinaio: asta lunga e sottile utilizzata nelle manovre di ormeggio per recuperare un cavo o tenere le distanze da un ostacolo facendo leva sul puntale. Il termine è metaforico, e tuttavia la dice lunga sulla considerazione di cui gode la ciurma da parte del Comandante.
Musone: è la ferramenta (=strumentazione in metallo) collocata all'estrema prua e composta dall'attacco per lo strallo e il passacatena per l'ancora. Basta un'occhiata e capirete il perché del nome.
Lettera N
Nautofono: strumento per segnalazioni sonore da utilizzarsi in caso di scarsa visibilità da nebbia o altro. Non illudetevi di guadagnare punti-simpatia paragonandolo al claxon dell'auto.
Nave: se dopo aver imbarcato i bagagli e fatto cambusa la vostra imbarcazione raggiunge le 50 tonnellate, per la Legge italiana possedete una “Nave”.
Nodo: intrecci a parte, il nodo è anche un'unità di misura in termini di velocità di navigazione. Un nodo corrisponde ad un miglio marino (1852 metri) all'ora: non sognatevi mai nemmeno per scherzo di indicare la velocità in “nodi all'ora”.
Lettera O
Ochette: crestine bianche e spumeggianti che quando si formano sulla superficie del mare denotano un vento di almeno 15 nodi. Il fatto che non si chiamino Ocacce della malora fa supporre che nessuno sia mai morto per un vento di 15 nodi.
Ombrinale: apertura sul fondo del pozzetto che dà direttamente in mare, in modo da permettere lo svuotamento in caso di acqua imbarcata. Un buco sul fondo che permetta di far uscire acqua senza farne entrare altra sembrerebbe paradossale; e invece l'ombrinale funziona.
Orecchia: l'ondeggiare della parte alta dello spinnaker sotto la spinta del vento. Se ritmico e placido esprime un'accurata regolazione della vela.
Orzare: orientare la prua maggiormente controvento, ovvero: stringere maggiormente il vento. Mica facile, orzare.
Orziera: barca che per le sue caratteristiche si porta spontaneamente all'orza, cioè tende a stringere il vento. Siamo a buon punto, non perdete i prossimi capitoli...
Emiliano Frignani
Redazione Velistipercaso.it