Patrizio e il gergo marinaresco
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Dizionario marinaresco: P, Q, R, S
Lettera P
Patta: non crediate. La patta è la parte inferiore dell'ancora, cioè quella che si ficca nel fondale. Forse deriva da “impattare”, forse da “pari e patta” (dal momento che riesce sempre a piantarsi, ma mai del tutto).
Pilotina: innocua imbarcazioncina a motore preposta al rimorchio delle barche a vela all'interno del porto, e talvolta usata per ricondurre l'equipaggio a bordo. Per i veri lupi di mare non è che un elettrodomestico.
Poppa piena: andatura con vento che investe esattamente la poppa, vale a dire: procedere con una rotta identica alla direzione del vento. Una coincidenza rara e di tutto comodo e proprio per questo invisa ai veri marinai, giacché così son capaci tutti.
Presa a mare: tubo adibito all'aspirazione ed espulsione dell'acqua, attraverso un'apposita apertura nella carena. Con “presa a male” si indica invece l'improvviso scoppio di collera del Capitano qualora si ironizzi sulle dimensioni dell'imbarcazione ai suoi comandi.
Pulpito: sostegno in acciaio sito sia a prua che a poppa per offrire un estremo appiglio nei casi di forte rollio e beccheggio. Rispetto al suo corrispettivo terrestre ha salvato meno anime ma molte più vite.
Punto cospicuo: qualsiasi profilo sulla costa agevolmente identificabile anche dal mare, sia esso opera dell'uomo o meno. Il faro lo è per antonomasia, ma sono punti cospicui anche campanili, ciminiere oppure montagne o gole. “Cospicuo” perché in barca tutto ciò che sta fermo diventa prezioso.
Lettera Q
Quadranti: i quattro settori in cui si divide la rosa della bussola: da 0 a 90 gradi il primo, 90-180 il secondo, eccetera. I "venti del terzo quadrante" saranno quindi quelli che soffiano da una direzione compresa tra sud e ovest.
Quaranta ruggenti: forse ai bei tempi dei corsari i Quaranta Ruggenti erano un manipolo di facinorosi al soldo di Capitani senza legge né dio. Ma oggi come oggi sono venti la cui provenienza sta al di sotto del quarantesimo grado di latitudine sud. Dal momento che non incontrano sulla loro strada nessuna terra emersa, detti venti soffiano senza tregua, acquisendo una forza inaudita. E dunque di ruggire ne hanno ben donde.
Quattro e settanta: è l'ora in cui ai marinai è concesso sbracarsi sul ponte a ubriacarsi e dormire. Ed è anche il nome proprio, di un' imbarcazione monotipo a due posti e con deriva basculante (indovinate quant'è lunga).
Lettera R
Remo: asta sagomata terminante a guisa di pala e fabbricata in legni di diversa provenienza o altri materiali leggeri e che permettano il galleggiamento. Tale asta, da sola o in coppia, qualora appoggiata allo scalmo ed adeguatamente manovrata permette il movimento in acqua di un natante per mezzo della forza umana. Insomma, ragazzi: il remo.
Risacca: moto scomposto e imprevedibile della superficie del mare, impresso dalle onde riflesse e non spezzate da scogli o moli. Se in un porto si crea forte risacca, la vita a bordo durante le manovre di ormeggio diventa un inferno.
Rispetto: attrezzatura di ricambio che non deve mai mancare a bordo, per sostituire quella usurata o guasta. Il nome rimanda con una certa umiltà (e un tot di scaramanzia) alla consapevolezza che niente e nessuno può sopravvivere al Mare.
Riva (A): contrariamente a ogni logica, tradizione e pudore letterario, con la dizione “a riva” si suole indicare ciò che su un imbarcazione è situato in alto, come per esempio una vela issata. Il motivo (che forse non tutti i marinai conoscono) è che in spagnolo “arriba” significa “al di sopra”.
Rollio: movimento di oscillazione trasversale ritmico e più o meno sincopato, il rollio è il “respiro” della navigazione, e come tale è inevitabile e continuo. E' anche la risposta alla domanda “Dio mio, ma perché sto così male?”
Lettera S
Scapolare: superare un “capo”, un punto di riferimento, o un impedimento alla navigazione curando di mantenere una rotta di sicurezza. Entrato nel linguaggio corrente, oramai i più lesti se la scapolano anche sulla terraferma.
Scuffiare: sbandare inaspettatamente al punto da finire con l'albero in acqua. E' un imprevisto che può presentarsi alle imbarcazioni senza bulbo zavorrato, e a quel punto l'unico rimedio è sfruttare il peso dell'equipaggio, che andrà ad allinearsi sulla murata opposta al lato immerso. In alcune regioni d'Italia per “scuffia” s'intende un'infatuazione improvvisa. Non si conoscono rimedi.
Spinta di Archimede: “Ogni corpo immerso in un liquido riceve una spinta verso l'alto di intensità pari al liquido spostato”. Così parlava Archimede. Per questo motivo, una portaerei galleggia e uno spillo no; se il genio di Siracusa non fosse esistito, quindi, oggi le questioni politiche le dirimeremmo a colpi di spillo.
Straorzare: orzare di brutto; o meglio: andare bruscamente e pericolosamente all'orza in seguito a un evento climatico inaspettato (raffica di vento, onda) fino al caso estremo di scuffiare.
Strozzascotte: dispositivo che blocca lo scorrimento della scotta nella direzione dell'allentamento della tensione. Il modello di strozzascotte più semplice (il “Clamcleat”) consiste in una gola scavata in un blocchetto di materiale plastico entro cui la cima si autostrozza. Immaginate quanto dev'essere complesso il modello più complesso.
Sventare: orientare le vele col fine di levarle al vento. Più in generale, vanificare.