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Fatto lo Yemen, bisogna fare gli Yemeniti

18 April 2004 ore 15:00

Seguendo le tracce di Adriatica, andiamo anche noi a visitare (pur se virtualmente!) lo Yemen: una delle regioni abitate da più tempo al mondo, tanto che sia il folklore che le tradizioni locali abbondano di riferimenti biblici; si narra ad esempio che fu Sem il figlio di Noè a fondare la città di San'a!

Il nome però nasce da una diversa etimologia: i primi musulmani stanziati a La Mecca, divisero concettualmente e nominalmente i loro territori del nord (detti "Sharman") da quelli del sud dello "Yamanan". Questo è poi diventato il nome ufficiale, anche se gli yemeniti preferiscono far notare che la radice della parola può avere anche il significato di prosperità… Un po' azzardato se consideriamo la storia e la geografia del paese! In effetti si può parlare di prosperità solo per una zona circoscritta dello Yemen (nell'altipiano settentrionale) che corrisponde addirittura a quella che nell'antichità veniva chiamata "Arabia Felix", teatro del fiorente regno di Saba, in rapporti diretti con il mondo egizio e famoso nelle terre allora civilizzate per il possesso di notevoli beni di lusso come mirra e incenso (le resine aromatiche da sempre hanno rivestito valenze rituali in molte culture, considerate preziose per il profumo che sprigionavano).

Da dove è sbucato un terreno fertile nel cuore di un'area stepposa e desertica? Da una combinazione fortuita e vincente tra il monsone estivo che porta piogge sufficienti per l'agricoltura e le montagne che compensano gli inconvenienti della latitudine con i benefici dell'altitudine…

Basti pensare che San'a, pur trovandosi a soli 9° sotto il Tropico del Cancro, vanta delle temperature minime fino a -5°C per i suoi 2400 metri sul livello del mare! Un fresco provvidenziale per gli standard locali.
Il resto del paese però può figurare tra gli stati più poveri della penisola araba, con economia arretrata, difficoltà di comunicazione interna e un alto tasso di emigrazione verso l'Arabia Saudita… Colpa del deserto con le sue sabbie rosse (il Rub'al Khali), battuto da continui venti secchi.

La posizione però resta decisamente strategica nei confronti delle rotte per l'Oceano Indiano, tanto che gli inglesi dall'800 fino al 1967 (colonizzatori sempre molto avveduti in quanto alla selezione delle mete…) si sono aggiudicati tutta l'area come avamposto contraltare dello stretto di Suez e hanno contribuito a rendere Aden (e il suo omonimo golfo) un porto molto trafficato e un importante centro commerciale.

Le differenze sostanziali tra le due regioni fino al 1990 erano anche politiche: è solo in quell'anno infatti che si forma lo stato con i confini che conosciamo dalle carte geografiche, dalla fusione della Repubblica araba dello Yemen (il rigoglioso nord ovest) con la Repubblica democratica popolare dello Yemen (il sabbioso sud est)… un mix non certo facile che ha faticato a ingranare una convivenza, le fazioni eredi dei due regimi unificati hanno innescato una guerra nel 1994, sedata e riassorbita solo grazie all'intervento dell'Onu e con la mediazione pacificatrice del vicino Oman: come dire "Fatto lo Yemen, bisogna fare gli Yemeniti", ma non suonava proprio così forse…



Silvia Salomoni

Redazione Velistipercaso.it

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