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Gibilterra è un luogo strano... soprattutto all'alba

25 September 2013 ore 19:00

di Filippo Mennuni.


La Linea, costa spagnola del SW


Adriatica si riposa nel nuovo marina di Almaceneda, appena a nord di Gibilterra. Il lato sud del bacino è anche il confine tra la Spagna e la Rocca anglosassone.

Gibilterra è un luogo strano, incrocio di culture arabe, iberica e anglosassone. Covo di pirati durante secoli ne conserva tutte le tracce. Oggi si è sviluppata una parte moderna cosmopolita e mediterranea, dove accanto ai tipici "bobbies" che regolano il traffico e ai manager delle società finanziarie in giacca e cravatta si incontrano avventurieri ricercati dal fisco del proprio paese, commercianti ebrei e arabi che convivono porta a porta e scolaresche di vocianti bimbi pel di carota tutti in divisa, accompagnati dalle tipiche insegnanti in camicetta e gonna tailleur, di solito dai colori improbabili. Club sportivi, ristoranti eleganti e marina di lusso fronteggiano la cittadella, casba racchiusa dalle antiche mura fortificate. Nonostante questa modernità si percepisce ciò che Gibilterra è stata nel passato. 

Soprattutto all'alba, quando i rumori della modernità sono quasi assenti e la sommità della Rocca è avvolta nella nebbia alta, camminare tra le vie della parte antica ha un sapore esotico e romantico, nel senso storico del termine. Non certo come tra le stradine di un borgo ligure.

Sono le 4 del mattino e non posso dormire. Saranno le zanzare che la barca si porta dietro da Venezia e che si hanno eletto domicilio nella mia cabina o i pensieri del pre-partenza. Fatto sta che mi alzo, prendo l'auto che devo restituire all'Europcar di Algeciras, a venti chilometri e me ne vado in giro. In cinque minuti cambio nazione: dalla Spagna a Gibilterra. Parcheggio. Cammino. È notte e lo sarà ancora a lungo, perchè quì siamo molto a ovest sebbene conserviamo lo stesso orario dell'Italia. Dunque il sole sorge con quasi due ore di ritardo rispetto, per esempio, a Bologna, anche se gli orologi segnano la stessa ora.

Passeggio per un'ora, pensando ai fatti miei. Poi riprendo l'auto e mi avvio verso Algeciras. Ci arrivo alle 6. Parcheggio in un autosilo, butto chiavi e un biglietto nella cassetta dell'autonoleggio e faccio cenno a un taxi perchè si fermi. 25 euro e venti minuti dopo sono di nuovo su Adriatica. Giorgio è sveglio. Gira in coperta. Giorgio è l'attuale comandante della barca e la responsabilità di questa navigazione resta tra le sue mani. Io lo affiancherò fino a Tenerife.

Ora sono stanco. Mi butto in cuccetta, dopo aver spruzzato un liquido contro gli insetti che lascia uno strato di unto ovunque. Credo che fosse contro gli scarafaggi. Ma fa effetto anche sulle zanzare. O forse ora sono troppo stanco per sentirle.

Mi risveglio alle nove meno qualche minuto e riconosco i rumori dei miei compagni che sono già indaffarati in coperta. Dobbiamo imbarcare gasolio e acqua. Siamo in ritardo di diversi giorni sul piano di navigazione e non c'è tempo da perdere. 

Io penso di fare colazione, ma poi me ne dimentico. Conosco qualcuno che mi sgriderebbe. Ho necessità di conoscere la meteo per i prossimi 5 giorni e mi collego subito al web. Digito www.meteoconsult.com e cerco la pagina della zona 93 del reticolato che divide l'Oceano Atlantico orientale "Sud Est di Madera". Il pronostico è inequivocabile: oggi ancora bel tempo e vento debole, ma in rinforzo da domani da Sud Ovest, fino a 35 nodi e con onde a 3 metri. Tutto di prua! Che cavolo! Ma qui non dovrebbe imperare l'aliseo portoghese che ti spinge al giardinetto fino alle Canarie?

Vabbè, questo viene e questo ci prendiamo. Organizziamoci.


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