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Cielo sereno, ma bollettino catastrofico!

15 March 2007 ore 20:00

Posizione: 54°38',8S - 071°28',60W. Puerto Edwards, Tierra del Fuego. All'ancora. Ore 22:00 LT.
Vento da Ovest a 5 nodi. Pressione 1006,3 Mb, tendenza a leggero ribasso, copertura del cielo 1/8. Sereno.


Ore 20:00 - Entriamo in un profondo fiordo dalle pareti scarpate a picco sull'acqua. Il luogo é fantastico. La sera serena, ma non sono tranquillo perché se entra vento i Williwaws (raffiche fortissime di vento per caduta) ci raggiungerebbero da ogni lato facendo correre Adriatica sulla sua ancora con il rischio di spedare (quando l'ancora non trattiene più la barca e questa deriva via) e andare a incagliarci su uno dei bassifondi di roccia che non sono più distandi di 50 metri da ogni lato.

Il cielo é sereno, ma il bollettino é catastrofico: pressione in caduta libera, vento da N/NW 40 a 50 nodi con raffiche a 80 nodi, pioggia, burrasca. So di avere qualche ora di "bonus" prima che arrivi. I ragazzi dell'equipaggio a bordo sono tranquilli e non intendo spaventarli. Ho necessità che riposino tranquilli, perché la sveglia é alle 5:30 ogni mattina.

 

I nostri ospiti stanno organizzando una pizza e cucineranno il pesce che ho scambiato con una bottiglia di Rhum con dei pescatori cileni. C'é musica e aria di festa a bordo. Mangio anch'io con loro, velocemente e poi esco a fumarmi una sigaretta, più per restare un po' solo con Adriatica, nel buio della notte senza luna, e ascoltarla reagire alle piccole raffiche che la fanno dondolare sull'ancora. La catena striscia sul fondo di roccia e le vibrazioni sorde si propagano in tutto lo scafo. Ci sono dei timori, delle sensazioni, dei pensieri che non posso condividere con nessuno. Rientro per una notte di sonno leggero, interrotto da frequenti uscite di verifica all'esterno.


Ore 05:00 - Sono già in piedi e vestito. Voglio partire al più presto per passare indenne l'ultimo braccio di mare aperto che mi separa dall'ingresso al Canal Beagle, dove sarò più riparato: Canal Ballenero. I miei ragazzi mi sentono muovere in coperta e uno a uno si svegliano. Cacciano fuori la testa dal tambucio e mi guardano interrogativi. Non servono parole: si parte, lo sanno. In 15 minuti sono pronti alla manovra. Motore in moto. Salpa l'ancora. Controlli di rito ai livelli di liquidi e olìi e poi via. Durante il percorso facciamo una piccola sosta davanti all'isola Burnt, dove Fitz Roy rapì un gruppo di indios e lì racconto alla telecamera questa storia. Poi... via! Più presto che si può. Il bollettino meteo annuncia la fine del mondo. La pressione atmosferica ha perso gia 8 Hectopascal in 3 ore e sembra non fermarsi più. Suona l'allarme di 'vento forte' in arrivo.


Ore 08:40 - Ci siamo. Da Nord entrano 25 nodi di aria tiepida. E' l'avvisaglia del fronte che sta arrivando da ovest. Aria stranamente calda per i nostri corpi ormai abituati al clima quasi antartico. Il cielo da velato diventa coperto. In coperta tutto é rizzato, agganciato, legato. Dentro si sistemano le cose in modo che non possano cadere. Si chiudono gli armadietti con la sicurezza. La Cordigliera Darwin ci sfila a sinistra, coperta di ghiacci coprendosi di nubi oscure.

Dobbiamo stare attenti. Un'avaria a due delle sartie basse (cavo d'acciaio che sostiene l'albero) non ci permette di alzare tutta le vela in sicurezza. Ieri ci siamo inventati un sistema di sicurezza doppiando le sartie con una cima di spectra, materiale tessile ad alta resistenza. Ma non é la soluzione più sicura. Devo per forza arrivare al più presto a Ushuaia, dove potrò cambiare il pezzo e forse addirittura la sartia intera. Altri timori che un comandante non può condividere, anche se i miei già sanno...


Un'altra giornata difficile. Ieri ci é stato concesso un giorno fanastico, quasi estivo. Oggi ci viene chiesto il conto!


Filippo Mennuni

Skipper di Adriatica

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