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Incontriamo la comunità galleggiante

4 September 2002 ore 20:00

Dice Gigi, lo skipper di Va' Pensiero, che la baia di Yandua non è mai stata così popolata. Infatti ci sono ancorate 14 barche, uno sproposito da queste parti. La causa sembra essere il vento che tira forte, fuori di qui. Che non è un gran vento (25 o al massimo 30 nodi), ma per giramondo che se la prendono comoda sembra che sia inutile rischiare: avendo tempo, aspettano il miglior tempo.

Il bello è che molte di queste barche le conosciamo già, per averle incontrate magari a Panama, o alle Galapagos, o alle Marchesi. Esiste una sorta di comunità galleggiante che si muove secondo il vento. Tutti si conoscono, si aiutano, si prestano compressori per caricare le bombole per immersione oppure cinghie per riparare il motore. Marco è popolarissimo, perché aggiusta tutto a tutti.

Ci siamo trovati in almeno 10 gommoni, sulla spiaggia, con un bel numero di bambini che giocavano assieme. Zoe ha fatto amicizia con quattro bimbi americani. Ogni tanto viene a chiedermi come si dice “non buttarmi la sabbia negli occhi” oppure “grazie, mi fai assaggiare la tua merenda?” in inglese, ma in linea di massima se la cava anche senza capire una parola. Ci sono appunto molti americani, che vengono qui perché – dicono loro – dopo l’11 settembre il Pacifico è forse l’unico posto in cui si sentono al sicuro dagli islamici.

Ci sono anche tedeschi, francesi e un tasmano, cioè abitante della Tasmania, un’isola a sud dell’Australia. Il Tasmano ha un fuoribordo elettrico e così tutti siamo andati a farci spiegare come funziona e Gigi (lo skipper di Va' Pensiero nostro amico) gli ha attaccato un bottone di un’ora perché vuole a tutti i costi visitare la Tasmania, che secondo lui è un gran bel posto perché assomiglia all’Italia. Intanto Marco ha aggiustato un pilota automatico, una radio e non so cos’altro a tre barche diverse. Purtroppo oggi non si è visto il famoso Ranger del parco delle Iguane Verdi di Yandua.

Il Villaggio di Yandua infatti è collocato in un’altra baia, dall’altra parte dell’isola, dove non è consigliabile ancorare col vento che c’è adesso. Il Ranger, incaricato anche di controllare le barche e i permessi di navigazione, dovrebbe venire nella nostra baia almeno una volta al giorno, ma non si è visto. Tra l’altro molte barche hanno provato a chiedere di visitare il Parco, ma senza il permesso dal Ministero non hanno potuto. Speriamo che il nostro permesso sia considerato buono…

 

Patrizio

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