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Le isole Eolie

Eolie... il nome viene da Eolo, il famoso dio dei venti, che viveva a Lipari. Un giorno ricevette la visita di Ulisse, che gli raccontò del suo sfortunato peregrinare. Il dio, toccato dal racconto, decise di aiutare il povero Odisseo, regalandogli un otre, in cui erano imprigionati i venti contrari alla navigazione; rimase fuori solo Zefiro che lo doveva sospingere dolcemente fino ad Itaca. Ulisse impostò la rotta e andò a dormire tutto contento, magari sognando la povera Penelope… troppo facile! ci pensarono i suoi compagni a ristabilire il giusto verso delle cose liberandoli... ma questa è un’altra storia!



Questo arcipelago comprende vari isolotti e sette isole maggiori: Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli, Panarea, Alicudi e Filicudi, che dal 2000 sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, per la loro particolare storia geologica. Queste bellissime isole vengono infatti dal profondo della terra: sono il risultato dell’inabissarsi della piattaforma Ionica sotto l’Arco Calabro, per dirla in “geologichese”. Le alte temperature incontrate dalla crosta nella sua discesa verso gli inferi causa la produzione di magma, che risale ed esce in superficie in varie modalità… più o meno esplosive! Generazioni di studenti hanno sgobbato sui libri studiando i 6 tipi di vulcanici no? Ben 2 di questi prendono il nome da 2 isole di questo arcipelago, Stromboli,e, appunto, Vulcano!



Due pillole su ognuna: Stromboli, dagli antichi anche chiamata "il faro del Mediterraneo”. Il suo vulcano infatti erutta ogni venti minuti ininterrottamente da duemila anni, lanciando scorie, blocchi e cenere al di sopra dell’area craterica, anche per diverse decine di metri. Accompagnati dalle guide si può percorrere un sentiero bellissimo (e faticosissimo) che vi porta dal paese fin sulla sommità del vulcano (circa 900 m). Come forse ricorderete, l’anno scorso abbiamo accompagnato i Mini Vulcanologi in giro per l’arcipelago, e con loro ci siamo inerpicati fin su… che spettacolo! A poco più di un miglio a NE dell’isola, di fronte all’abitato di Ficogrande, si innalza dal mare Strombolicchio, piccolo ma ripido scoglio su cui vi è oggi un faro. È ciò che resta di un antico cono vulcanico, ci si può arrampicare sopra, o farci un’immersione intorno…entrambe le cose valgono più che la pena! Lipari, la più grande di tutte, il capoluogo delle Eolie, e forse la meglio organizzata, l’unica in cui si estragga la pomice; il Castello è il nucleo antico di Lipari, domina la città ed è circondato da possenti mura erette dagli Spagnoli nel secolo XVI. A sud dell’isola ci imbattiamo nei faraglioni di Pietra Lunga e Pietra Menalda, che emergono dalle acque cristalline raggiungendo, rispettivamente, 60 e 20 metri di altezza, a N, Acquacalda, spiaggia rapita ai caraibi.



Alicudi. La più occidentale, isolata e selvaggia di tutte, è dominata dal monte Filo dell'Arpa, che è (caso strano!) un vulcano spento. Quasi perfettamente circolare, di praticabile ha solo il versante orientale; circa centoquaranta abitanti vivono qui, nell’unico paese che si chiama… Alicudi! Nel corso dei secoli, l’isola ha subito numerose e devastanti incursioni da parte dei pirati; il terrore di queste "visite" portò gli abitanti alla fuga e rese Alicudi quasi disabitata per tutto il medioevo, sino al 1600. A testimonianza di queste tragedie rimane "Il timpune delle femmine", nome dato ad una zona scoscesa, difficilmente raggiungibile, dove si nascondevano le donne e i bambini durante le incursioni di predoni e corsari.



Filicudi. Chiamata Phoinikodes, causa l’abbondanza di felci che l’ha sempre caratterizzata. E’ l’isola delle grotte; la più suggestiva è senza dubbio la bellissima grotta del Bue Marino (nome in codice per la foca monaca, presenza costante in passato, ormai purtroppo scomparsa dall’isola). Qui si trovano tre vulcani ormai spenti: la Montagnola, il Torrione e la Fossa delle Felci, che con i suoi 773 metri di altitudine domina tutta l'isola.



Vulcano deve il suo nome al dio romano, Vulcano. Sono stati probabilmente gli sbuffi di zolfo che avvolgono perennemente l’isola ad aver convinto gli antichi greci che qui Efesto, dio del fuoco, e fabbro per eccellenza, avesse installato le sue fucine, in cui lavorava con i suoi ciclopi. Ma non sono solo vecchie leggende… ancora agli inizi del XV secolo gli spiriti infernali del vulcano si divertivano a disormeggiare le navi che cercavano rifugio dalle tempeste, se non si poneva una croce su l'ormeggio... Se si resiste alla puzza oggi ci si può immergere nei fanghi sulfurei (forse curativi?), o inerpicarsi sul bordo della Fossa di Vulcano (che dopo la salita allo Stromboli vi sembrerà una passeggiata!), o arrostirsi sulla spiaggia nera sul versante W dell’isola.



Salina è l'unica a non fare parte del Comune di Lipari; il suo territorio è addirittura suddiviso in tre comuni autonomi: Santa marina Salina, Malfa e Leni. Oasi di verde nel centro del Tirreno Meridionale, ricca d'acqua dolce e con veri e propri boschi di castagni, pioppi, venne chiamata Didyme, dal greco "gemelli", perché costituita da due vulcani gemelli; secondo la leggenda l’isola ospitava anche una dimora di Eolo. Fu la prima a dotarsi di energia elettrica nel 1923, è la patria del Malvasia, e tra le case di Pollara, fu girato Il postino. E infine è qui, a Lingua, che si può gustare la miglior granita di Sicilia, da Alfredo...



Panarea forse la più turistica di tutte, ora la più piccola dell’arcipelago, un tempo tra le maggiori: quella che esiste oggi è, infatti, solo una piccola parte di quella che esisteva anticamente; una parte di essa è sprofondata in seguito ad un'eruzione vulcanica, che ha lasciato dietro di sè una serie di isolotti ( Basiluzzo, Dattilo, Bottaro, Lisca bianca, Lisca nera, i Panarelli e le Formiche ) staccati tra di loro in superficie, ma parte di un unico basamento sottomarino. Tre sono gli abitati: Iditella, S. Pietro e Drautto; quest'ultimo prende il nome dal pirata saraceno Drauth, il quale era solito ormeggiare le sue navi poco più a sud, nella vicina Cala Junco, da cui, protetto dalle alte scogliere che sorgono tutto intorno all’insenatura, poteva balzare improvvisamente fuori, attaccando le navi di passaggio. Ora, senza i pirati di mezzo, Cala Junco è considerata una delle più belle baie del Mediterraneo.

Ma c’è tanto altro da scoprire

Mattia & Carlotta
Equipaggio di Adriatica

Commenti

A Salina oltre alle ottime granite e pane cunzato di Alfredo consiglio di andare a Malfa alla pasticceria Cosi Duci confetture e dolci all'antica.
Alfredo, skipper di occhioalboma.it

inserito da Alfredo il 18/05/2013 alle 09:45

Che bello leggere i reportage dei vostri viaggi, sembra di navigare con voi e quante cose si vengono a conoscere!! Grazie.

inserito da Bruna il 15/03/2014 alle 17:43

Che bello leggere i reportage dei vostri viaggi, sembra di navigare con voi e quante cose si vengono a conoscere!! Grazie.

inserito da Bruna il 15/03/2014 alle 17:43

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