di Franco Maestrelli, pigafettiano.

Le cose cominciano a sistemarsi: arriva l’autobotte con 1.200 lt.; anche fare gasolio è complicato: caricare prima un serbatoio, poi l’altro e alla fine ricordarsi di chiudere le valvole di comunicazione, che non sono facili da raggiungere...

Un po’ alla volta tutto si sta sistemando: arriva la cucina e viene istallata, carichiamo la trinchetta e il dinghy col motore vecchio, perché la sostituzione la faremo a Venezia. Arriva anche il mini-M e viene rimontato tutto.

Intanto arriva il signor Sgambaro titolare del pastificio Jolly – Sgambaro con 300 kg di pasta! Oltre ad essere un nostro sponsor, un socio e a partecipare ad una tappa si rimbocca le maniche e ci aiuta a stivare la pasta, compresa una partita di pasta speciale energetica con polpa del frutto del baobab e alga spirulina. Arriva anche Paride dell’agriturismo "Casale Fornace", ci fornisce anche parecchi brick da 5 lt. del suo vino e non vuole una lira: grazie a persone così la nostra avventura diventa sempre più piacevole.

Abbiamo anche la televisione locale a bordo per un servizio: ci riprendono al lavoro e ci fa fare anche una “falsa partenza” che con una barca da 22 mt. e di 50 tonnellate non è uno scherzo, per fortuna non c’è vento.

Finalmente tutto sembra a posto e il nostro comandante comincia a voler partire, anche se abbiamo solo 7 ore di navigazione e abbiamo appuntamento alle 10.00 di domani alla piattaforma del CNR.

Dopo una doccia, alle 19.00 circa molliamo in fretta e furia gli ormeggi e partiamo, dimenticandoci per la fretta la canna dell’acqua in banchina (speriamo solo quella)… Faccio il “pilota” a Giorgio per l’uscita da Porto Buso, perché è davvero buio. Arrivati in mare aperto dirigiamo verso Venezia e ci accorgiamo che il pilota automatico non funziona!

Cena a bordo con la pasta energetica, ma cotta senza sale perché a bordo non ce n’è! Anche la cambusa va rivista: non abbiamo sale ma in compenso abbiamo pan biscotto da vendere… La navigazione (a motore) prosegue senza intoppi.