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La diarrea del viaggiatore è un disturbo molto diffuso tra i visitatori di Paesi con clima caldo, in particolar modo in quelli con condizioni igienico-sanitarie carenti (Africa, America Latina, Medio Oriente e Asia). È caratterizzata da diarrea - generalmente 2 o più evacuazioni al giorno di feci liquide - che può essere accompagnata da crampi addominali e, talvolta, anche da nausea, vomito, malessere generale, febbre e sangue nelle feci. Nella maggioranza dei casi insorge durante i primi giorni di permanenza all’estero ed è in forma lieve, che si risolve in pochi giorni senza dovere far uso di farmaci e che solo raramente dura più di una settimana. Dato che la diarrea del viaggiatore può causare una notevole disidratazione, soprattutto se accompagnata da vomito e in particolare nei bambini, il trattamento più indicato consiste nel reintegrare la perdita di fluidi e l’equilibrio dei sali minerali bevendo acqua e bibite zuccherate in abbondanza (the, limonate, succhi di frutta).
È anche utile assumere - sia qualche giorno prima della partenza sia durante il soggiorno - fermenti lattici in grado di ripristinare l’equilibrio della flora batterica intestinale.
La causa principale responsabile della diarrea del viaggiatore è l’ingestione di alimenti o di bevande contaminati da residui fecali che contengono microrganismi quali batteri, virus e parassiti. È abbastanza facile evitare di contrarre tale disturbo e la forma di prevenzione più efficace consiste nel seguire attentamente le comuni norme di igiene personale e nell’adottare una serie di misure preventive quando si assumono cibi e bevande.
Le raccomandazioni fondamentali da adottare per ridurre al minimo il rischio di sviluppare la diarrea del viaggiatore sono:
- evitare i cibi crudi e quelli poco cotti (vegetali, uova, carne, pesce e frutti di mare)
- consumare esclusivamente la frutta che lo stesso viaggiatore può sbucciare
- consumare i cibi cotti in luoghi idonei dal punto di vista igienico
- consumare i cibi appena cotti (entro le 2 ore dalla preparazione) e non riscaldati
- non acquistare i generi alimentari o le bevande da rivenditori ambulanti
- evitare di consumare il latte non pastorizzato (a meno di bollirlo), i formaggi e i gelati di provenienza dubbia
- consumare solo le bevande imbottigliate e non aggiungere ghiaccio
- bere l’acqua di rubinetto solamente dopo averla bollita e/o trattata con appositi disinfettanti
- curare scrupolosamente l’igiene personale soprattutto prima dei pasti
- lavarsi i denti con acqua minerale.
Come si manifesta: Interessa in media una persona su tre, tra quelle che si recano in zone a scarso controllo igienico. In generale, la malattia si manifesta con diarrea molto intensa, nausea e forti dolori di pancia ed è legata a un’infezione batterica. I germi si trasmettono con alimenti contaminati. Può essere pericolosa soprattutto negli anziani e nei bambini, se le scariche si ripetono molte volte in un giorno e quindi si perdono elevate quantità di liquidi e sali minerali.
Aree a rischio: L’infezione è molto diffusa e può colpire anche nell’estremo oriente, nell’ex-Unione sovietica o nell’America centrale. Addirittura in alcune zone, come Africa centrale, America latina e sud-est asiatico, la percentuale delle vittime di questa malattia può salire anche al 50 per cento.
Prevenzione e terapia: La cura si basa sugli antibiotici, attivi contro i batteri e sulla somministrazione di liquidi attraverso fleboclisi. Fondamentale è però soprattutto la prevenzione. Non esistono vaccini specifici e quindi occorre fare molta attenzione agli alimenti e alle bevande. Prima di tutto non bisogna mangiare frutta con la buccia e la verdura cruda. Evitare inoltre di bere acqua che non venga da una bottiglia sigillata e lo stesso valga per l’igiene dentale. È buona regola attenersi a queste regole specialmente se non siamo sicuri dell’igiene dell’hotel. È necessario fare attenzione anche al ghiaccio il cui utilizzo può essere pericoloso.
A cura di Sanofi-Aventis