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Lettera d'amore con arrivederci

4 May 2007 ore 09:00

Ciao bella, ciao!

"]Dio li crea e il vento li fa stare insieme” dice un noto proverbio nautico argentino, riferendosi ai naviganti.

Io avevo già condiviso con Filippo molte migliaia di miglia su un bel catamarano quando il vento ci ha messo insieme un'altra volta, casualmente, a Palmas de Gran Canaria. In quel porto Fil mi ha spiegato un'idea che voleva concretizzare. Mi ha proposto di partecipare e – senza tanti complimenti – ha sollecitato la mia decisione con un inappellabile “se non vieni non lo faccio”. Non mi diede molte opzioni. Quasi due anni dopo questo incontro “casuale” e dopo molta acqua e molti sforzi questa idea per voi è già una storia nota. Per me è una bella pennellata nella mia biografia.

Ho costruito la mia parte di questa storia vivendo con una donna che mi ha dato calore e frescura, che mi ha portato per mondi diversi mostrandomi paesaggi e genti che hanno ampliato il mio mondo interiore. Abbiamo condiviso notti meravigliose e notti terribili, calde e fredde. Mi ha cullato e mi ha accarezzato, mi ha messo in situazioni di rischio, a volte, e a volte mi ha protetto. Ha preteso tanto da me e non è mai stata generosa col mio riposo.

Senza dubbio, una donna difficile.

Ho imparato a convivere con le sue caratteristiche e lei mi ha concesso di tollerare le mie. Ho imparato a comprendere il suo intimo linguaggio e a capire ciò che voleva dirmi in ogni momento.

Nelle solitudini più immense, oscure e fredde che si possano immaginare, interminabili dialoghi notturni hanno intagliato nel mio cuore la forma esatta per accoglierla. Mi sono assuefatto a lei senza accorgermi che in realtà me ne stavo innamorando lentamente, come una leggera marea che ci inonda inavvertitamente. Tramonti e aurore, complici di persone e paesaggi, hanno intessuto nel mio cuore una larga trama di vita, che è cresciuta giorno e notte con questa donna al mio fianco.

Il romanzo era bello e sembrava eterno, come il mare quando il marinaio inizia il suo ritorno. Repentinamente però mi hanno informato che il viaggio non sarebbe continuato. Mi hanno mozzato il cuore, ma il taglio è stato così veloce e netto che non ho sentito dolore immediato.

Il dolore venne dopo, lentamente, come l'amore. I giorni passavano uno dopo l'altro e io iniziavo a capire che non avrei visto più la costa allontanarsi dalla tua poppa, che non avrei mai più letto romanzi notturni a ore proibite, che i tuoi giganteschi sorrisi bianchi non sarebbero stati più per me.

Porto un immenso buco dentro, un mare vuoto.

Rosso come il tuo scafo il mio cuore ti appartiene, Adriatica.

Ciao bella, ciao!

 

Ricardo Cufrè

Il secondo


P.S.: sbarco dovendo molto a molti, ma non voglio terminare quest'altra avventura che abbellisce la mia vita senza dedicare al mio amico e capitano, Filippo, la mia ultima e sincera parola: grazie.

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