La notizia di ieri circa gli attacchi dei pirati ci ha lasciati preoccupati e anche se le zone interessate sono molto lontane dalla nostra rotta, c'è poco da stare tranquilli.

Oggi il vento è leggermente più debole e la navigazione è tranquilla. Vanni ne approfitta per leggere un libro, mi avvicino e vedo che sta consultando il dizionario di spagnolo. La cosa mi meraviglia molto perché da sempre lui è un accanito sostenitore del fatto che sono gli altri a dovere imparare l'italiano e lui non è tenuto a conoscere la lingua del suo interlocutore. Molte volte l'ho sentito dire: "Forse gli inglesi o gli americani si rivolgono a noi parlando italiano? Mai! Sono convinti che chiunque conosca l'inglese. Per quale motivo io non posso pensare allo stesso modo?". Mi chiedo perché abbia deciso di studiare lo spagnolo proprio ora che stiamo per entrare nel Pacifico dove si parla prevalentemente francese.

La sua risposta molto vaga ed evasiva sembra quasi volermi dire: "Fatti i fatti tuoi." Un comportamento anomalo da parte del pur taciturno amico Vanni e mi insospettisco un po'. Siccome però il comandante deve essere al corrente di tutto ciò che accade e ha il dovere di provvedere alla salute fisica e psichica del suo equipaggio, ho svolto alcune indagini su un terreno da sempre congeniale al sesso femminile: il pettegolezzo. Ho quindi messo alle strette Marianna e dopo un lungo interrogatorio ha ammesso che la necessità di imparare lo spagnolo deriva da uno scambio epistolare via e-mail iniziato con un'amica cubana.

Più tardi...

Ho dovuto interrompere le indagini riguardanti il nuovo interesse per la lingua spagnola dimostrato dal mio comandante in seconda Vanni, anche per non rischiare di svegliarmi con un occhio nero.

Passiamo ai dettagli tecnici, abbiamo ammainato lo spinnaker e ci siamo preparati per affrontare un'altra notte in Atlantico.

Marco Covre

Comandante di Adriatica