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Malaria, no grazie
Malaria, no grazie
Qual è la causa: La malaria è causata da un parassita che viene introdotto nell’organismo umano attraverso la puntura di una zanzara anofele infetta. I parassiti responsabili della malaria sono 4: il plasmodium falciparum (il più diffuso), il vivax, l’ovale, il malariae.
Come si manifesta: I parassiti si riproducono nella zanzara e penetrano nell’organismo mediante puntura, a questo punto vengono fagocitati dalle cellule del fegato e della milza e poi invadono i globuli rossi dove si moltiplicano. Dopo 7-20 giorni (ma possono trascorrere anche diverse settimane) dalla puntura della zanzara compaiono febbre elevata, brividi, mal di testa, diarrea e dolori addominali, vomito tosse e a volte ittero e anemia.
Quali sono le aree a rischio: La malaria è una malattia molto frequente nei paesi tropicali e subtropicali (in tutta l’Africa equatoriale, nel sud-est asiatico e nell’America centrale).
Come si cura e come si previene: La probabilità di contrarre la malaria durante un viaggio in zone a rischio può essere ridotta adottando protezioni personali e ricorrendo all’utilizzo di farmaci. Le prime comprendono tutta una serie di precauzioni per scongiurare il rischio di una puntura di zanzare, particolarmente elevato dopo il tramonto. La sera, all’aperto, è bene indossare abiti che coprano il più possibile il corpo. Da evitare colori scuri o troppo vivaci e i profumi. Le parti del corpo scoperte (ad esempio, volto e mani) devono essere protette con repellenti cutanei che tengano lontano gli insetti. L’aria condizionata rende gli insetti meno attivi e quindi meno pericolosi. All’interno delle abitazioni o dell’albergo ci si può difendere con zanzariere, spruzzando insetticidi o tenendo chiuse porte e finestre durante le ore notturne.
L’assunzione di medicine (profilassi farmacologia antimalarica) è molto utile quando la permanenza in zone di rischio è di durata limitata. Il trattamento deve iniziare almeno una settimana prima della partenza, proseguire durante il periodo di permanenza nella zona a rischio e continuare per 4 settimane dopo il ritorno. Il vostro medico, comunque, vi può dare informazioni precise sul tipo di profilassi da effettuare.
La febbre gialla
Qual è la causa: È una grave malattia infettiva acuta, causata da un virus della famiglia dei Flavivirus, che viene trasmesso all’uomo dalla puntuta di zanzare appartenenti al genere Aedes Aegipty.
Come si manifesta: Il nome della malattia prende origine dal fatto che il fegato è sempre interessato dall’infezione e ciò determina la comparsa di un colorito giallastro della pelle (ittero). I sintomi vanno da un semplice mal di testa fino a dolori muscolari diffusi, stato di prostrazione, nausea e vomito fino ad emorragie assai temibili (se non vaccinato, il 50-60% delle persone che contrae l’infezione muore).
Aree a rischio: Le zone a massimo rischio, in cui peraltro è spesso richiesta la vaccinazione, sono i paesi dell’Africa equatoriale e il sud America.
Prevenzione e terapia: La vaccinazione va fatta almeno dieci giorni prima della partenza nei centri autorizzati dal Ministero della Sanità e deve essere notificata sul certificato internazionale di vaccinazione. Il vaccino viene somministrato con una puntura intramuscolare ed è controindicato in gravidanza e nelle persone allergiche all’uovo. L’immunità è di lunga durata (fino a 10 anni) ma dopo questo periodo, se si resta esposti a rischio di infezione, è opportuno ricorrere a un richiamo della vaccinazione.
Non esiste terapia specifica ma un trattamento di sostegno, diretto ad alleviare i sintomi e a ridurre la possibilità di emorragie.
A cura di Sanofi-Aventis