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Maldive paradiso dei sub
di Paolo Ghidotti
Questa magnifica vacanza l’ho fatta in compagnia del mio gruppo subacqueo nell’Ottobre del 2009. Abbiamo scelto questa straordinaria meta perché è un paradiso in tutti i sensi, sia sotto che sopra l’acqua.
’arcipelago delle Maldive si trova in pieno Oceano Indiano ed è formato da circa milleduecento isole, di cui, solo il dieci per cento abitate o sfruttate da turismo; sono raggruppate in ventisei atolli. Grazie alla ricchezza dei loro fondali, sono considerate dai subacquei, uno dei migliori posti al mondo dove immergersi. Mentre le spiagge bianchissime e l’acqua cristallina le fanno considerare, da tutti gli amanti del mare, fra i luoghi più speciali al mondo.
La nostra avventura è iniziata nel primo pomeriggio del 25 Ottobre 2009, quando il pulmino è passato a prenderci per portarci a Milano Malpensa. Dopo aver trascorso dieci ore e la notte in volo, siamo atterrati a Malè la capitale e l’isola più grande delle Maldive. Sbrigate le pratiche doganali, siamo stati accompagnati all’idroporto dove avremmo preso l’idrovolante, li è iniziata una lunga attesa (quattro ore) prima che ci imbarcassero sul nostro velivolo. Nei trenta minuti di volo, necessari per arrivare a destinazione, guardando dal finestrino, abbiamo potuto ammirare i reef che formano i tipici anelli che caratterizzano gli atolli maldiviani. Era una visione spettacolare, in quel momento abbiamo avuto la prova dell’unicità della nostra meta. E’ stato emozionante ammarare davanti a quel ciuffetto di palme circondato da spiagge bianchissime e da acqua cristallina. Non riuscivamo a credere che fosse il posto dove avremmo trascorso la nostra vacanza.
Abbiamo scelto Batala, perché e un’isola molto piccola, che ospita pochi turisti, l’animazione è quasi assente, i bungalow sono comodi e spaziosi, il ristorante offre cibo molto buono, il bar è ben fornito, ma soprattutto c’è un ottimo centro diving che gestisce l’attività subacquea; il tutto in stile locale e ben inserito nell’ambiente. L’insieme di queste caratteristiche fanno apprezzare al meglio la straordinarietà e tipicità del luogo. Dopo aver sbrigato le consuete formalità, siamo stati accompagnati ai nostri bungalow. Ancora prima di togliere i vestiti dalla valigia, invece di riposarci dal lungo viaggio, siamo stati sopraffatti dall’irresistibile richiamo del mare, che ci ha spinto ad andare subito al diving, per organizzare l’intensissima attività subacquea dell’intera settimana. La voglia di immergerci ha vinto sulla stanchezza.
Subito le prime immersioni
Nel pomeriggio abbiamo fatto la prima immersione dal house reef. Questa, per Fiorenza, era particolarmente importante, visto che aveva preso il brevetto alcune settimane prima ed era alla sua ottava immersione, nonché la prima volta che scendeva senza l’istruttore. Con immenso piacere, durante l’immersione, l’abbiamo vista molto tranquilla e preparata, pronta per affrontare al meglio questa vacanza.
Alla sera, dopo aver cenato, la stanchezza ha vinto sull’entusiasmo, costringendoci ad andare a dormire nei nostri spartani ma comodi bungalow, costruiti fra la vegetazione a bordo spiaggia. Era estremamente piacevole sentire il rumore delle onde che si infrangevano sulla riva, sembrava che il mare volesse cullarci dolcemente.
All’indomani sveglia alle otto, abbondante colazione, poi partenza in dhoni, (tipica imbarcazione maldiviana in legno, costruita totalmente a mano), per un paio di tuffi su un reef, a venti minuti di navigazione. La prima immersione l’abbiamo fatta in prossimità di una pass (punto di entrata ed uscita dell’acqua dagli atolli). Alle Maldive gli incontri con gli squali di barriera sono praticamente una costante, soprattutto in questi passaggi, in quanto, vengono a caccia dei pesci più piccoli, che mangiano il cibo portato dalle correnti che li caratterizza. Dato che Fiorenza e Anna, non avevano mai visto prima questi grossi predatori, non sapevamo come si sarebbero comportate.
Dopo circa venti minuti di immersione a venticinque metri di profondità, siamo giunti all’ingresso della pass. Io ero davanti a loro ed ho visto alcuni squali che nuotavano in circolo nel canale, cosi ho fatto il gesto che ne segnala la presenza, (in immersione si comunica grazie a dei gesti convenzionali uguali per tutti i sub del mondo). Non mi credevano pensando che le prendessi in giro, a questo punto le ho prese per mano e fatte affacciare, indicandoglieli. Appena li hanno visti si sono immobilizzate iniziando a respirare fortissimo, fortunatamente dopo qualche attimo è tornato tutto alla normalità. La loro reazione è stata abbastanza controllata e di piacevole emozione.
Risaliti in barca, dopo circa cinquanta minuti di immersione, abbiamo cambiato le bombole, mentre il capitano ci portava sul nuovo sito da visitare. Lì siamo scesi ad una profondità di venti metri, dove abbiamo trovato una zona completamente ricoperta da anemoni, popolati da migliaia di pesci pagliaccio. Interessantissimo è stato vedere come questi anemoni che, per proteggersi dalla corrente, si chiudevano su se stessi, trasformandosi in una sfera coloratissima con i tentacoli urticanti solo sulla parte superiore. Dopo un’oretta di esplorazione, l’aria iniziava a scarseggiare, obbligandoci ad una lenta risalita fino a riemergere accompagnati, come ad ogni immersione, da una infinità di pesci di barriera.
Tornati al villaggio abbiamo pranzato. Prima di riprendere il mare, per una nuova immersione, ci concedevamo un ora di relax, sui dondoli appesi alle palme. Dalla terza immersione della giornata si rientrava per le quattro. Dopo una birretta al bar, era il momento della doccia, resa particolarmente piacevole dal fatto che i tipici bagni maldiviani sono all’aperto, ricavati nel giardinetto privato di ogni bungalow, (circondati da un alto muro, per mantenete la giusta privacy). La doccia è fuori, mentre il lavandino e il water sono sotto una tettoia. Una sera pioveva ed è stato particolarmente divertente lavarsi, sentire le gocce d’acqua calda della doccia mescolarsi con quelle fredde della pioggia cadere sul proprio corpo, dava una sensazione piacevolissima ed estremamente rilassante.
Ogni sera, ci godevamo gli spettacolari tramonti, gustandoci degli sfiziosi rinfreschi seduti al bar sorseggiando ottimi cocktail. Quando il sole si era già nascosto, lasciando il posto alla luna, scattava un altro appuntamento fisso: sul pontile. Gli animatori, portavano alcuni secchi pieni di scarti di pesce, per darli da mangiare agli enormi squali nutrice, alle razze giganti e ai velocissimi carangidi, che si ammassavano sotto al molo, aspettando il cibo facile. Finito questo spettacolo tutti a cena.
Nuovo giorno, nuove immersioni
Il giorno successivo, come sempre, colazione e partenza per la prima immersione. Abbiamo deciso di andare in una stazione di pulizia. Vengono chiamati così, i luoghi dove i grossi pesci vanno per farsi togliere i parassiti dalla pelle ed dalla bocca dai pesci pulitori. La speranza era di esaudire il desiderio comune, ma in particolare di Attilio: vedere le mante.
Purtroppo non siamo riusciti a trovarle, ma come sempre abbiamo visto un sacco di altre cose. Incredibile è stato ammirare la simbiosi che si crea fra grossi predatori, come gli squali che si fanno togliere i parassiti dalla pelle dai pesci più piccoli che gli entrano perfino nelle terrificanti fauci senza essere attaccati e mangiati.
Pazzesco pensare che al di fuori di quella zona, che io definisco speciale, sarebbero uno il cibo dell’altro ed in lotta furibonda per la vita.
La seconda immersione l’abbiamo fatta al largo della nostra isola. Durante questa discesa, ho trovato molto interessante passare buona parte del tempo a filmare e fotografare alcuni cuccioli di squalo, nascosti in una insenatura sotto al corallo. Per l’immersione pomeridiana abbiamo scelto l’house reef, appena immersi ad una profondità di ventiquattro metri siamo stati raggiunti da un pesce napoleone che ci ha seguito per buona parte del tempo. Abbiamo visto anche un bel gruppo di aragoste nascoste in una insenatura.
Scendendo dalla spiaggia abbiamo ridotto i tempi, dandoci la possibilità di fare una quarta immersione in notturna. Avevamo deciso di cogliere l’occasione di ammirare da sotto lo spettacolo serale dell’alimentare i pesci dal pontile. E’ stato molto divertente, soprattutto per Carmen che era la prima volta che si immergeva di notte, ed il pensiero di farlo per guardare dei grossi squali, mentre si cibavano di carcasse di pesce buttate dal pontile, la preoccupava parecchio, ma da buona subacquea si è tranquillizzata, facendo un ottima immersione.
Altri momenti estremamente piacevoli della vacanza erano quelli al ristorante. I bravissimi cuochi preparavano un’abbondante e buonissimo buffet; sempre cucinato ottimamente. A mezzogiorno con cucina internazionale, alla sera internazionale, maldiviano ed etnico, cambiando etnia ogni sera passando da indiano, a messicano, a cinese e africano. In questo modo abbiamo potuto gustare un sacco di specialità, preparate sempre ottimamente. Molto divertente era anche guardare il cuoco cucinare in modo acrobatico, alcuni piatti come la frutta flambé, facendogli fare delle fiammate altissime.
La stazione di pulizia
Il giorno successivo abbiamo deciso di tornare alla stazione di pulizia sperando, in questa occasione, di essere più fortunati. Così è stato, regalandoci un'esperienza pazzesca. Già dalla barca, si vedevano le ali di due grosse mante spuntare dall’acqua, mentre facevano le giravolte caratteristiche di quando stanno mangiando. Abbiamo fatto un breve briefing per capire come avvicinarci senza spaventarle, ci siamo immersi ad una profondità di otto metri dirigendoci verso di loro, dopo alcuni minuti le abbiamo incontrate, allora ci siamo fermati aspettando che si avvicinassero loro e così è stato.
Abbiamo passato un'ora abbondante a guardarle mentre facevano le giravolte tipiche di quando stanno mangiando. Alla fine eravamo stati accettati, al punto che venivano a giocare con le nostre bolle, girando sopra di noi sfiorandoci la testa. Quando l’aria ha iniziato a scarseggiare nessuno avrebbe voluto uscire, abbiamo utilizzato fino all’ultimo respiro di aria a nostra disposizione prima di riemergere. Saliti in barca l’entusiasmo era alle stelle, consapevoli di aver fatto un'esperienza incredibile, l’essere accettati così da degli animali selvatici, fino al punto di venire a giocare con le nostre bolle, è veramente una sensazione indimenticabile.
Mentre ci scambiavamo le nostre impressioni, la barca ha raggiunto il secondo sito della giornata. Arrivati su un fondale di diciotto metri abbiamo iniziato a nuotare attorno ad una grossa formazione corallina, sempre scortati da tantissimo pesce di barriera, fino a raggiungere un pianoro, sul quale abbiamo trovato diverse tartarughe, appoggiate sul fondo che mangiavano, totalmente incuranti della nostra presenza. Tornati al villaggio durante il pranzo, ci siamo organizzati con il responsabile del diving per fare, oltre all’immersione prevista anche una notturna.
Per poter fare ciò abbiamo anticipato l’uscita pomeridiana. In questa immersione ci siamo dedicati all’esplorazione di una parete verticale, appena entrati in acqua ad una profondità di ventotto metri, sono stato raggiunto da un enorme pesce napoleone che ha iniziato a nuotare al mio fianco, a pochi centimetri. Era piacevole ma dopo venti minuti, continuava a starmi vicino (mi sembrava di essere a passeggio con un cane), impedendomi di vedere e fotografare la parete. Allora ho chiamato Alberto, (il mio compagno di immersione), vicino a me, nella speranza che seguisse lui, permettendomi di fotografarli insieme e di vedere anche il reef, così è stato dandomi la possibilità di fare ottimi scatti.
Tornati sull’isola abbiamo aspettato un oretta per poi riprendere il mare, in tempo per vedere il tramonto dalla barca sul sito di immersione. Purtroppo abbiamo avuto una brutta sorpresa, la stessa idea, l’avevano avuta anche i capitani di tre barche da crociera sub. Quando siamo scesi sembrava di essere in discoteca, c’erano un sacco di sub che illuminavano a giorno il sito spaventando e facendo scappare qualsiasi cosa. Malgrado tutto siamo riusciti a vedere diversi squali e una razza gigante.
Tornati al villaggio, dopo esserci abbuffati al ristorante, come tutte le sere è scattato l’appuntamento post cena, tutti al bar a chiacchierare e a berci qualche birra con i nuovi amici.
L'immersione notturna
L’indomani, con la nostra guida subacquea, abbiamo deciso che oltre alle immersioni previste, avremmo rifatto la notturna sperando di esserci solo noi. Il primo tuffo era previsto in un sito a circa mezzora di navigazione. Scesi ad una profondità di trentacinque metri, ho visto Fabrizio che cercava di attirare la mia attenzione per indicarmi qualche cosa, era una bellissima aquila di mare. Mi sono avvicinato ed ho iniziato a nuotarle di fianco, quando mi fermavo si fermava anche lei, aspettandomi, sembrava che volesse essere seguita. Mi ha permesso di farle delle ottime riprese.
Dopo circa dieci minuti siamo risaliti a venticinque metri, dove c’era un branco di tonni. Veramente impressionante vedere questi grossi pesci che facevano degli scatti velocissimi per cacciare in un branco di sardine.
A fine immersione, ad una profondità di cinque metri, mentre facevamo la sosta di sicurezza, ho visto una macchia rossa, era una bellissima anemone a forma di cuore dal un colore rosso fuoco che ospitava il pesce pagliaccio.
La seconda immersione è stata divertente. Quel giorno era il compleanno del responsabile del diving, a metà immersione ci siamo avvicinati a lui, ognuno ha preso la propria lavagnetta dove aveva scritto delle frasi di auguri e gliele abbiamo mostrate tutte insieme, per lui è stata una grande sorpresa. Inoltre, quando siamo riemersi, gli abbiamo fatto trovare in barca, la torta che io con il mio gruppo avevamo fatto preparare appositamente per l’occasione. Per il festeggiato è stato un momento inaspettato e divertente.
A parte questa parentesi, abbiamo esplorato una parete verticale dove, a ventitre metri, abbiamo trovato moltissime gorgonie con i ventagli di colore rosa. L’incontro più importante è stato con un bellissimo esemplare di pesce leone, la cosa curiosa è che si stava facendo togliere i parassiti da un gambero pulitore, (tipico gamberetto di colore bianco e rosso dalle antenne lunghissime). Mentre tornavamo in superficie, guardando nel blu, abbiamo visto anche diversi squali di grosse dimensioni.
Per la terza discesa, abbiamo scelto un sito particolarmente adatto alla microfotografia (questo tipo di immersione si chiama muck dive e come caratteristica principale ha la ricerca delle cose piccole, concentrandosi su una superficie poco estesa ma esplorata centimetro per centimetro). In questo modo si riescono a vedere delle cose che generalmente sfuggono.
Abbiamo trovato molti nudibranchi dalle forme e colori più disparati, granchi, paguri, ma la cosa che mi è piaciuta di più e stato il pesce rana, era mimetizzato fra i coralli e le spugne.
Come da programma, l’ultima immersione della giornata era la notturna nello stesso sito del giorno precedente. La fortuna questa volta ci ha assistito, eravamo l’unica barca. Mentre scendevamo in profondità, nei primi dieci metri, moltissimi pesci chirurgo hanno iniziato a giocare con le nostre bolle e a morsicarci i capelli. La guida, ci aveva avvisato, chiedendoci di non cercare di scacciarli, perché toccandoli, avremmo rischiato di tagliarci le mani con le loro punte ossee che hanno sui fianchi della coda (queste protuberanze, si dice che siano taglienti come i bisturi chirurgici, da qui il nome del pesce).
Arrivati sul pianoro, ad una profondità di venti metri mentre giravamo attorno ad una grossa torre corallina abbiamo visto due razze giganti, tantissimi pesci leone ed alcuni pesci pietra. Questi ultimi sono difficili da individuare grazie al loro perfetto mimetismo ed inoltre sono estremamente velenosi (sono ricoperti di punte che in caso di contatto iniettano una tossina che può essere anche mortale). A circa metà immersione c’erano alcune murene fuori dalle tane che andavano a caccia. Ma la cosa più divertente è stata che siamo stati scortati per tutto il tempo da diversi squali. L’immersione è durata quasi un'ora.
Tutte le sere per finire in bellezza la giornata, prima d’andare a dormire, c’era un appuntamento fisso, la passeggiata attorno all’isola sotto le stelle al chiaro di luna. Questa camminata sulla spiaggia regalava sensazioni strepitose, sedersi sulla sabbia finissima sentendo solo il rumore delle onde. Volgendo lo sguardo verso l’alto si vedeva un cielo completamente ricolmo di stelle come non si riesce a vedere in quasi nessuna altra parte (questo è possibile grazie all’assenza di luci artificiali e di inquinamento che di solito ne limitano la visione), si poteva notare il bagliore della via lattea.
E poi arriva l'ultimo giorno
Per il giorno seguente avevamo programmato tre tuffi, il primo in una pass. Appena scesi, abbiamo incontrato una corrente piuttosto forte, ci siamo fatti trasportare per la maggior parte del tempo esplorando senza fatica un lungo tratto di parete. Ad un certo punto ci siamo trovati davanti ad un muro di colore grigio e argento, era un immenso branco di pesci pipistrello.
La seconda esplorazione l’abbiamo fatta su una secca al largo del nostro villaggio, qui abbiamo trovato alcuni palestra titano e tantissimi pesci pappagallo che mangiavano il corallo. L’immersione del pomeriggio, per noi era anche l’ultima della vacanza, abbiamo deciso di farla in una laguna, la profondità massima era di dodici metri, era particolarmente ricca di pesce di barriera.
Purtroppo la vacanza era agli sgoccioli, era rimasto un solo giorno da trascorrere sull’isola, nel quale non potevamo fare immersioni per rispettare i tempi di non volo (prima di poter prendere l’aereo, senza incorrere in problemi di embolie, dobbiamo aspettare un tot di ore necessarie per smaltire l’azoto in eccesso accumulato nel nostro organismo sott’acqua).
Questa ultima giornata l’abbiamo dedicata interamente al relax, siamo andati tutti al centro benessere per farci fare un ottimo massaggio. Anche questa struttura era estremamente tipica e ben inserita nel contesto, era stata creata in una imbarcazione insabbiata sulla spiaggia. Le massaggiatrici erano tre ragazze balinesi, è stato particolarmente piacevole in quanto, oltre alla professionalità delle massaggiatrici, il rumore delle onde che si infrangevano dolcemente sulla spiaggia, trasmettevano un'incredibile sensazione di tranquillità e serenità.
Purtroppo, questo segnava anche il momento di preparare le valigie. La cosa più traumatica è stato doversi mettere le scarpe, dopo che le avevamo abbandonate il giorno dell’arrivo, visto che qualsiasi luogo dell’isola, compresi il ristorante e il bar, non era pavimentato, permettendoci di camminare sempre e solo a piedi nudi.
La mattina seguente attorno alle undici è ammarato il nostro idrovolante, che poi ci ha portato a Malè dove abbiamo preso l’aereo per l’Italia. L’ultima forte emozione del viaggio c’è stata regalata proprio durante questo trasferimento, mentre attendevamo il nostro idrovolante vedevamo avvicinarsi delle grosse e nerissime nubi monsoniche. Appena decollati ci siamo finiti dentro, con il velivolo che sbalzava parecchio a causa dei venti e del forte acquazzone, io ero tranquillo ma alcuni compagni erano assai preoccupati. Questi voli si fanno non guidati dal GPS ma a vista. A causa delle condizioni climatiche difficili, che toglievano totalmente la visibilità, per i due piloti era impossibile avere qualsiasi punto di riferimento a terra. Alla fine hanno perso la rotta. Dopo circa quaranta minuti di scuotimento siamo finalmente usciti dalla perturbazione. A questo punto i piloti hanno cercato delle isole per capire dove ci trovavamo e studiare la nuova rotta. Alla fine il trasferimento, invece di durare mezzora è stato di un ora e dieci minuti assai movimentati, ma senza alcun rischio in quanto questi mezzi in caso di pericolo possono ammarare in qualsiasi momento, aspettare che passi la perturbazione e poi ripartire.
In questa vacanza posso affermare di essere stato in un luogo straordinario da preservare a tutti i costi. Mi fa tristezza pensare, che a causa dello scioglimento dei ghiacciai e il conseguente innalzamento dei mari, questo paradiso rischia di essere sommerso. Condivido la scelta politica del governo maldiviano d’avere un turismo d’élite, evitando la massa in modo da preservare questo prezioso patrimonio naturalistico, così delicato e sensibile all’inquinamento ed al maltrattamento dell’uomo.
Paolo Ghidotti