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A 600 miglia a sud dell'Equatore

21 May 2007 ore 15:00

Oggi, mentre navigavamo con randa, trinchetta e yankee un po' avvolto, abbiamo udito un botto. Lo yankee si era svolto da solo, abbiamo tentato di riavvolgerlo con il comando elettrico, ma niente. 

Dopo un esame più approfondito, abbiamo appurato che i perni che tengono unito il profilato superiore con quello del tamburo erano partiti. Abbiamo dovuto tirare giù la vela per sostituirli e non è stata un operazione semplice, nonostante avessimo delegato la condotta dell'imbarcazione a "El Magnifico" (così chiamiamo il pilota automatico).

Tutti e quattro a prua, usando la randa per rubare il vento al fiocco, abbiamo tirato giù la tela, facendo bene attenzione che non andasse in acqua sotto la barca, fatto che avrebbe creato grossi problemi nonché gran pericolo per i membri dell' equipaggio in manovra. 

Tra una cosa e l'altra, l'operazione non è durata più di un ora. Dopodiché io sono ritornato alla preparazione del risotto ai funghi e zucchine che avevo dovuto lasciare nel bel mezzo del soffritto di cipolle e sedano.

Poi Adriatica ha ripreso il suo passo. Siamo 600 miglia a Sud dell'Equatore e l'entrata nell'emisfero nord significherà, per noi, un primo passo significativo verso l'arrivo. Cercheremo di fare scalo alle Canarie, più che a Capo Verde. È più comodo per noi, i servizi sono migliori che nelle isole al largo del Senegal e il nostro sarà più che altro un pit stop per rifornirci di cibo fresco.

Così, Andrea la smetterà di rompere perché non può fare la pizza perché non abbiamo abbastanza farina!

 

Ignazio Mannu

 

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