Natasha e Luca, suo marito, sono partiti. Purtroppo si son fermati pochissimo. Due dispiaceri: il primo di averli persi come compagni di viaggio. Infatti sono due persone dal carattere positivo, allegro. Natasha è scatenata e terrebbe alto il morale di chiunque, anche il nostro, messo a dura prova dal maltempo. Il secondo rammarico, appunto, è che per tutti i giorni in cui sono riusciti a stare con noi, sia quasi sempre piovuto, per cui per loro non deve essere stato un soggiorno del tutto gradevole.

Purtroppo son dovuti partire, per via del fatto che hanno una figlia di meno di due anni, che non possono lasciare per troppo tempo. E’ incredibile come, su una barca, si riesca a conoscere la gente in poco tempo: Luca e Natasha son stati degli amici per tutti, dal primo momento. Semmai riuscissimo a completare il Giro del Mondo, spero che siano ancora dei nostri. All’aereoporto (il piccolo aeroporto di Savu Savu dove atterrano aerei da 15-20 posti) abbiamo incontrato il Capo Villaggio di Kioa, la comunità di Polinesiani immigrati in Melanesia dopo essersi comprati l’isola.

Quelli a cui Vito ha cucinato le tagliatelle col parmigiano, quelli che di domenica non volevano neanche farci sbarcare sulla loro isola, perché di domenica “non sta bene”…Tornavano in aereo da Suva, la capitale delle Fiji. Li ricordavamo, al villaggio e a bordo di Adriatica, molto compassati, sussiegosi e investiti del ruolo (soprattutto il Capo). Invece stavolta erano del tutto normali e sorridenti, direi sciolti (anche il Capo!).

E’ incredibile come, da queste parti, ci tengano alla forma, alle cerimonie, ai ruoli e a tutto ciò che ha a che fare con la liturgia…

Patrizio