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Navigare e aspettare

18 December 2006 ore 19:30

Posizione: 02°25',7S - 086°52',8W. 250 miglia a SW delle Galapagos. Rotta 135°, verso il Cile del Nord, Antofagasta. Velocità 5 nodi. Ore 19:35 LT. Vento da SSE a 15 nodi. Mare lungo da Sud. Pressione 1011 Mb, copertura del cielo 8/8.

 

Aspettiamo. Navighiamo e aspettiamo. La nostra rotta, di bolina stretta verso il Cile ci porta provvisoriamente a puntare sulla costa peruviana. Più a nord di Callao, lo storico porto di Lima, la capitale. Esattamente la prua é puntata su Cabo Blanco, proiezione occidentale del continente sud americano. Questo capo ricorda il passaggio di migliaia di galeoni e navi che facevano la spola tra i possedimenti spagnoli e l'Europa. Callao, porto di fortune e disastri. Porto in cui i conquistadores imbarcarono la maggior parte dell'oro degli Incas. Ma per ora é oceano... Anzi: Oceano, con la maiuscola. Parliamone con rispetto di questo mare che si può tramutare rapidamente in un inferno d'acqua.

L'attesa è il cuore del viaggio. E' la maggior parte del tempo. La si trascorre lavorando, carteggiando, scrivendo o leggendo. Oppure riposando, pensando o chiacchierando. Spesso la si trascorre in silenzio. L'attesa in mare é diversa. A volte si tinge di angoscia, o per lo meno di preoccupazione. Immobili in una bonaccia speriamo nel vento. Poi arriva e ci chiediamo fino a quanto rinforzerà. Temiamo che si trasformi in colpo di vento... o burrasca. Oggi la giornata é stata serena. Splendida persino. Il sole caldo, temperato dall'aliseo di Sud Est riempiva il nostro universo di una luce fulgida che si rispecchiava sul dorso delle onde, non'appena passate sotto lo scafo di Adriatica. Non una nuvola, dopo i leggeri scrosci della notte scorsa. E poi, verso il tramonto, in meno di un'ora da Est una cappa grigia e uniforme ha coperto completamente il cielo, chiudendolo come come una cerniera proprio nel punto in cui il sole tramontava. La nostra speranza di perderci nel cielo stellato della notte equatoriale é svanito con il suo ultimo raggio. Abbiamo approfittato dei pochi minuti di luce (qui il tramonto dura poco e poi é subito buio) per prendere una mano di terzaroli (ridurre la randa). Il vento in realtà non ha rinforzato, ma il detto dice: "quando pensi di ridurre tela, ebbene é già troppo tardi"... Saggezza di marinai!

 

Ed ecco che la nostra attesa di stelle cadenti si é trasformata in un cauto timore per la meteo. La Via Lattea, lunga cascata che rallegra le notti senza luna, si é nascosta dietro la nera coperta di nubi. Aspettiamo. Navighiamo e aspettiamo. Marco e Emanuel, di guardia al timone, cercano di trasformare ogni più piccolo rinforzo in gradi utili ad avvicinarci alla meta. Che frustrazione non potere fare rotta diretta sulla destinazione. Ma é così la maggior parte del tempo. Conto sulle dita di una sola mano le occasioni che Adriatica a avuto di andare diretta all'obiettivo in questo ultimo mese e mezzo, da quando siamo partiti da Curaçao. Chi non va per mare non può sapere. E non può capire il rigore necessario per guadagnare ogni singolo miglio.

Aspettiamo e lavoriamo. Ricardo riposa. Fernando e Gianni serviranno la cena tra poco. Patate al forno con cipolle, costolette di manzo, peperoni. Olio e origano. Sapete ancora aspettare, voi terrestri? Sapete ancora vivere le vostre attese?

Chiedete come fare ai ragazzi che sono stati su Adriatica durante la Rotta Rossa... loro sapranno raccontarvi dell'Attesa!

 

Filippo Mennuni

Skipper di Adriatica

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