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Niuatoputapu è la Polinesia antica

5 August 2002 ore 20:00

Niuatoputapu è un’isoletta, a metà fra Samoa e Tonga, anche se politicamente appartiene a Tonga. Niuatoputapu è la Polinesia antica, la Polinesia di 50 anni fa. E’ l’unica isola (forse l’unico posto al mondo, escluso, che io sappia, il Mustang) in cui non arriva la TV e non ci sono le parabole satellitari. Non c’è la luce. Pochi abitanti hanno il generatore e di notte è tutto buio, salvo qualche lume a petrolio. C’è solo una parabola telefonica, e solo 45 famiglie hanno il telefono.

Qualcuno ha il videoregistratore, con il quale si guarda qualche vecchia cassetta di film: vanno molto quelli di Bruce Lee e quelli d’amore, purchè non si veda nulla, nemmeno un bacio casto. Infatti qui i missionari hanno picchiato sodo, facendo diventare i polinesiani molto bigotti. Se una donna va in giro senza essere coperta dalle caviglie al collo, la guardano male. Alla domenica è proibito fare qualsiasi cosa. Noi siamo arrivati di domenica, senza saperlo, e i doganieri erano arrabbiatissimi e sdegnati. Abbiamo provato a far capire loro che, col vento, si sa quando si parte ma non quando si arriva… ma non c’è stato nulla da fare.

Ci sono tre piccoli villaggi, ma non c’è un vero negozio. Ogni famiglia produce quel che consuma: un orto con i soliti tuberi polinesiani, cocco, pesca. C’è solo un signore che, a casa sua, fa il pane. La birra la fanno in casa, e pare faccia schifo. Per questo i niuatoputaputesi sono molto assetati di birra vera… Per materiali e rifornimenti vari arriva una nave, ogni due mesi. C’è anche un aereoplanino che collega a Tonga Tapu, una volta alla settimana. Le donne tessono grandi stuoie di pandano, che poi portano a Nukualofa, e da lì le esportano in tutto il mondo, presso le varie comunità di tongani emigrati all’estero.

Abbiamo chiesto di comprarne una, ma non c’è stato nulla da fare: a Tonga la struttura gerarchica familiare è rigidissima. Le redini della famiglia sono in mano al Capo-famiglia. Per famiglia spesso si intende un vero clan, composto da decine di persone. I capi-famiglia fanno riferimento al nobile del villaggio, che a sua volta fa riferimento al Re. Tutte queste cose le avevamo imparate a Tonga Tapu, l’isola principale, dove c’è la capitale, Nukualofa: ce le ha raccontate Gipì Orbassano, un italiano che da molti anni ci vive: una guida preziosissima, che conosce un mondo difficilissimo da sondare.

Gipì ha avuto uno zio, Giulio Masasso, piemontese, che ai tempi della Guerra di Spagna, esule antifascista, è arrivato fin nel Pacifico. Dopo varie vicissitudini è diventato il maggior consigliere del Re di Tonga. Ora Giulio non c’è più, da qualche anno: l’hanno sepolto di fianco alla regina Madre, il massimo onore concesso ad un tongano. Ma Gipì, suo nipote, è rimasto. Ha un ristorante (il migliore di Nukualofa), una agenzia turistica e un figlio che ha sposato una tongana.

Ma torniamo a Niuatoputapu: se Nukualofa è una piccola città con le Poste, il Palazzo del re e le strade asfaltate gratis dai giapponesi (pur di vendere le macchine), Niuatoputapu è davvero un angolo di un Mondo-Altro. Un mondo lontanissimo dal nostro, e non solo perché siamo agli antipodi, un mondo in cui hanno deciso di venire a vivere Elena e Lawrence. Ma di loro devo raccontarvi domani, adesso a forza di scrivere al computer mi è venuta un po’ di nausea…

 

Patrizio

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