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L'onda si alza, dov'è la trinchetta?

26 September 2013 ore 01:00

di Filippo Mennuni.


Finisco ora il mio primo turno di guardia. La navigazione fin quì è stata perfetta. Vento debole, corrente a favore in uscita da Gibilterra, temperatura piacevole, anche di notte, anche se è molto più umido che a terra.
Giorgio ha diviso i turni in tre guardie da 4 ore. Antonio e Maurizio dalle 12 alle 16 e poi la notte da mezzanotte alle 4, giovanni e io dalle 20 alle 24 e dalle 8 a mezzogiorno e ha tenuto per lui dalle 4 alle 8 e poi dalle 16 alle 20.

A turni si preparano pranzo e cena. Chi monta prepara. Chi smonta, lava.

Alla fine del pomeriggio abbiamo raggiunto Il traverso di Capo Trafalgar e aggirato una zona di bassifondi dove stazionano una quantità di pescatori marocchini. Qualcuno giunge quì, a oltre 40 miglia al largo, con dei barchini scoperti di non più di 5 metri. Ora abbiamo prua verso Sud Ovest. Inizia a farsi sentire l'onda lunga che proviene proprio da quella direzione. Nella notte aumenterà.

Vado a riposare un po'. Non ho fame. Non tocco nulla della cena che hanno preparato i ragazzi. Mi sazio velocemente con qualche fetta di pomodoro e un po' di tonno. Quando sente che sta arrivando cattivo tempo il mio corpo rifiuta il cibo. 

Alle 7 mi sveglio e l'onda è cresciuta. Il vento contrario anche, ma avanziamo ancora bene, a 7 nodi, verso Tenerife.  Monto di guardia con Giovanni alle 8. Abbiamo a riva tutta la randa (la vela principale, che sta a poppavia dell'albero) e alla fine del turno, quando monta il secondo quarto, io e Giorgio ci guardiamo, avendo avuto lo stesso pensiero: prendiamo una mano di terzaroli (cioè riduciamo la grandezza della vela in previsione del vento forte). Ci prepariamo alla manovra e effettuandola mi rendo conto che i miei compagni non hanno ancora molta dimestichezza con le manovre di Adriatica.

Penso: "bè, faremo un po' di allenamento." Però, non ne avremo il tempo. Il mare e il vento montano pian piano, ma inesorabilmente. A bordo non c'è nessun sistema per ricevere un aggiornamento meteo. Decido di chiamare Ricardo, il mio amico e fidato secondo di tante navigazioni, per chiedergli di effettuare un routage meteo. Restiamo d'accordo per sentirci via satellitare alle 8 e alle 20 e lui avrà gli aggiornamenti pronti. Per ora mi conferma che la depressione sulle Azzorre si sposta verso SE, cioè verso di noi, e che le isobare si stringono, dandoci venti forti da SW e mare grosso. Non abbiamo alternative: o ci infiliamo dritti contro il maltempo, o torniamo indietro. Ma questa ipotesi non è nemmeno presa in considerazione da Giorgio che sente il peso di dover arrivare entro il 1 ottobre alle Canarie, dove lo aspettano i partecipanti alla tappa successiva di questo grande viaggio intorno al mondo.

Si continua, allora.

Chiedo di preparare la trinchetta, che è una vela triangolare che si arma a prua e che è adatta al cattivo tempo. La cerchiamo ovunque, ma non è stata imbarcata! Questo è un bel problema... Infatti senza una vela adatta al vento forte da montare davanti, come affronteremo le onde e il vento di burrasca che ci aspetta?

Alla fine troviamo nella cabina di prua la tormentina, vela arancione molto rinforzata, adatta alla tempesta. Non sarà affatto sottodimensionata e anzi si rivelerà ideale per quello che ci aspetta.

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