E così è arrivato il momento di lasciarci anche Vibo Marina alle spalle. Siamo qui da una settimana, ci siamo fatti qualche amico e qualche abitudine. "Partire è un pò morire" dicono e sebbene sia un pò eccessivo, credo sia un detto che porta dentro qualcosa di molto vero. In ogni posto che lasci, soprattutto se sei stato trattato da amico come lo siamo stati qui, finisci per lasciare un pezzetto di te, purtroppo e per fortuna, così staccarticisi... beh, ogni tanto può fare un pò male.

D'altra parte c'è un orizzonte davanti, cose da fare e posti da scoprire, così vai, curioso di sapere cosa c'è là dietro. Sono le 8 quando lasciamo la banchina, partiamo sotto un cielo coperto e qualche scroscio di pioggia, ma poi... regalo: il sole! Un pranzo in pozzetto a base di riso e lenticchie dell'Uruguay (cucina international!) saluta lo stretto di Messina, è la prima volta che Mattia e io lo attraversiamo, siamo quasi un pò emozionati.

La navigazione procede tranquilla, anche se in assenza di vento. Ci si rilassa e si ricomincia a prendere il ritmo con i tempi scanditi solo dal mare e dai turni di guardia, ma si vede che è il primo giorno, pur con la consapevolezza di avere tante miglia e tante ore di veglia davanti, stiamo comunque fuori in coperta, silenziosamente grati a questo mare quasi piatto e a questo sole che ci scalda un pò. Sono quasi le 5 quando ci abbandonerà, tramontando quasi alle nostre spalle, regalando una luce d'incanto all'Etna.

Carlotta Cicotti

Equipaggio di Adriatica