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Nella puntata 9 di Velisti per Caso si parla di Robert Louis Stevenson, perchè lo scrittore inglese morì alle isole Samoa, proprio dove è passata la nostra Adriatica. Ma chi era esattamente e cosa andava cercando Stevenson per morire ad Upolu, nelle isole Samoa, nel 1894? Abbiamo cercato qualche notizia su di lui.
Nato ad Edimburgo nel 1850, di ricca famiglia borghese, fu avviato agli studi tecnici e frequentò la facoltà d'ingegneria all'università d'Edimburgo (1867), ma passò successivamente a quella di giurisprudenza, laureandosi nel 1875. Dalla professione lo distolsero però le delicate condizioni di salute (era stato colpito dalla tisi fin da bambino), l'irrequietezza del temperamento, curioso e amante dell'avventura, e la vocazione letteraria manifestatasi precocemente con racconti e articoli pubblicati su varie riviste.
Dai frequenti viaggi della giovinezza trasse una ricca esperienza di costumi e di paesaggi, mentre dalla consuetudine con l'ambiente e gli scrittori francesi assunse quell'istanza di chiarezza espressiva che fu caratteristica della sua prosa e alcune stimolanti indicazioni della nascente poetica simbolista.
Nel 1879 si recò in California per raggiungere una signora americana, che sposò l'anno successivo e con la quale visse per qualche tempo in una zona selvaggia del Far West. Dai suoi viaggi americani nacquero i volumi “Attraverso le pianure”, “L'emigrante dilettante” e “I pionieri del Silverado”, in cui si vennero precisando le qualità della sua narrativa, capace di rendere con semplicità la potenza primitiva della natura e di cogliere nei dati stessi del paesaggio le tracce di vicende umane avventurose e drammatiche, come quelle dei cercatori d'oro.
Dal 1881 al 1886 Stevenson visse la sua più intensa stagione letteraria, benché l'aggravarsi delle condizioni di salute lo obbligasse a continui spostamenti e soggiorni in luoghi climatici o di cura. La fama gli venne però soprattutto con due opere: "L'isola del tesoro", uno dei migliori esempi di romanzo d'avventure, e "Lo strano caso del dottor Jekyll e Mister Hyde" (1886), un racconto d'orrore e di suspense che ripropone, approfondita in senso psicologico, la tradizionale allegoria puritana del conflitto tra bene e male.
Intermedie si collocano la composizione dei romanzi “Il principe Otto”, “Il dinamitardo”, la raccolta di versi “Giardino poetico del fanciullo” in cui liricamente si conferma la sua delicata percezione del mondo magico e favoloso dell'infanzia. Nel 1887, ormai celebre, Stevenson si trasferì a New York. In America pubblicò i romanzi “La freccia nera”, il racconto farsesco “La cassa sbagliata” e “Il signore di Ballantrae”. Nel 1890 si stabilì definitivamente alle Samoa, acquistando ad Upolu una villa e partecipando, come guida autorevole e fraterna, alla vita degli indigeni. Nemico dei pedanti, anticonformista e ribelle, egli guardò alla realtà elementare dei sentimenti e delle cose con la semplice saggezza della riflessione. La passione dell'avventura, il gusto dell'esotico, l'ansia di libertà e d’evasione svelano il fondo romantico della sua sensibilità: ma egli seppe dare alle immagini della fantasia la concretezza del documento, trasponendo al tempo stesso in atmosfere favolose o allucinate la problematica della vita morale.
Angelo Marino