Il sito navigabile dei Velisti per Caso!
twitter facebook friendfeed flickr youtube scrivi a

velisti tv

> newsletter

> cerca

> credits

iscriviti alla
newsletter


cerca nel sito

Saint Martin divisa tra Francia e Olanda

20 May 2006 ore 19:00

Quando Colombo vi arrivò nel 1493, dedicò l’isola a San Martino da Tour, proprio il santo che divise il mantello e mai nome fu, inconsapevolmente più azzeccato, perché gli 88 Kmq di Saint Martin sono divisi fra due Stati diversi, Francia e Olanda.

E’ la più piccola isola del mondo divisa fra due entità statali diversi (se si esclude l’isola lacustre di Boundary Lake divisa fra USA e Canada), anche se la divisione non è equa: la leggenda racconta che i due Stati europei fecero partire due corrieri a cavallo dai lati opposti dell’isola, nel luogo dove si sarebbero incontrati là sarebbe stato fissato il confine. Vinse il cavaliere francese, potenza della grandeur, così l’isola è per 54 Kmq francese (dipartimento della Guadalupa, 6200 abitanti, capoluogo Marigot) e per 34 Kmq olandese (27.000 abitanti, capoluogo Philipsburg).

In realtà Saint Martin venne divisa in base ad un accordo del 1648 fra Francia e Olanda, interessate soprattutto alla possibilità di estrarre il sale dalle sue lagune. Poi venne la grande stagione, come per le altre isole atlantiche, del binomio canna da zucchero - schiavi neri: l’abolizione della schiavitù nella parte francese avvenne nel 1848 ai tempi della repubblica democratica a Parigi (l’Olanda seguirà solo nel 1863). Le stampe dell’ epoca ci mostrano ancora i rappresentanti della repubblica che mostrano con tutto l’orgoglio della loro coscienza progressista, il decreto di affrancamento dalle catene ai poveri schiavi, sullo sfondo di una vegetazione tropicale stilizzata.

Di questo periodo restano Fort Amsterdam, costruito dagli spagnoli, e poi occupato dagli olandesi; Fort Saint Louis a Marigot costruito dai francesi per contrastare l’espansionismo inglese e i resti delle “sucreries” intorno a Marigot. Resti del passato “saccarifero” perché la coltivazione della canna iniziò ad entrare in crisi dagli anni Settanta dell’Ottocento e molti abitanti di Saint Martin furono costretti ad emigrare nelle piantagioni di altre isole dei Caraibi come Santo Domingo e negli Stati Uniti.

Tuttavia l’isola conserva anche testimonianze importanti del periodo pre-colombiano a Grand Case, sito archeologico degli indiani arawaks che si pensa fossero arrivati dalla foce dell’Orinoco verso il 1800 a.C. e i cui discendenti vennero definitivamente decimati dai primi coloni europei. Negli ultimi decenni Saint Martin, come le altre isole caraibiche, più che guardare all’Europa guardano agli Stati Uniti, all’area del dollaro, al turismo nordamericano, tanto che la lingua più parlata (anche se non è quella ufficiale) è l’inglese.

D'altra parte le isole caraibiche sono l’ “orto di casa” degli Stati Uniti e quindi si sono molto “americanizzate” nei loro modelli di vita. Il turismo è stato indubbiamente il veicolo principale di tale tendenza: 600.000 viaggiatori sbarcano ogni anno all’aeroporto internazionale di Juliana, attratti dalle spiaggedi sabbia bianca, dalle lagune color turchese, dalla splendida vegetazione tropicale (si segnala in particolare la foresta pluviale protetta dal Pic Paradis).

Per quanto riguarda la popolazione, è composta da ben 70 nazionalità diverse (molti gli immigrati clandestini attratti da questo pezzo d’Europa nei Caraibi, che vanno ad ingrossare le fila degli ‘indigenti’) e questo si nota soprattutto nella gastronomia, nella cosiddetta cucina creola, miscela piccante e ben speziata delle tradizioni amerindie, africane, francesi, olandesi, spagnole e indiane, dove non possono mancare le spezie base come l’anice stellato, la cannella, il colombo, il coriandolo, il cumino, il curry, il finocchio, il fieno greco, il chiodo di garofano, la paprica, il peperoncino “oiseau”, lo zafferano. Poi magari, dopo una cena caraibica, a cantare la canzone “O Sweet St.Martin Land” che unisce finalmente le due parti dell’isola.



I ragazzi della 4°A

Liceo scientifico tecnologico Mattei

Inserisci commento

Inserisci il codice

riportato qui a fianco

Questo website utilizza i cookie per migliorare la vostra esperienza d'uso. Proseguendo la navigazione date implicitamente il consenso all'uso dei cookie. close [ informazioni ]