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Sharm El Sheikh è una piccola Las Vegas

27 April 2004 ore 15:00

"Ma come fanno i marinai a fare a meno della gente e a rimanere veri uomini però..."

Così canta e se lo domanda Lucio Dalla o De Gregori (grande diatriba a bordo... chi l'ha scritta?? mandate notizie!) e io non sono da meno... Nonostante i due mesi passati in mare, questa vita non mi ha ancora addomesticato e la voglia di terra si fa spesso sentire.Siamo approdati a Sharm El Sheikh dopo una rapida e facile risalita del tanto temuto e malfamato Mar Rosso, che comunque, non è stata priva di episodi ventosi, con punte in cui il vento ha soffiato fino a 30, 35 nodi accompagnandosi a onde corte e ripide fino a poco più di due metri (è stato breve, intenso e divertente!).

All'arrivo ero affamata di terra e di persone e, contrariamente a quanto mi aspettassi, ho trovato pane per i miei denti. Sharm El Sheik e in particolare la zona di Naama Bay, ha avuto uno sviluppo incontrollato e assomiglia a una piccola Las Vegas. Sono rimasta esterefatta: guardavo fuori dal finestrino della macchina e avevo l'impressione che i miei occhi spalancati non fossero abbastanza grandi per contenere tutto quell'eccesso di sfarzo, insegne luminose e persone. Il mio stato d'animo era quello tra l'intimorito e il meravigliato di un bambino a Gardaland. Naturalmente avrei anche voluto fermarmi in ogni negozietto per turisti allocchi e comprare una quantità di sciocchezze compreso un presunto tappeto volante che prontamente mi è stato offerto.. 

Baci a tutti e alla prossima!

 

Paola

marinaio di Adriatica

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