Savu Savu, per quel poco che si vede, sarebbe un bel posto. E’ praticamente il porto più sicuro delle Fiji dell’est. E’ uno dei famosi “buchi anti-ciclonici”, cioè i rifugi in cui – dicono – si può resistere anche ad un ciclone. In effetti è una baia riparata da tutte le parti, con un solo ingresso tra i coralli, abbastanza stretto.

Davanti alla baietta (piena di boe e quindi di barche) c’è una costruzione con una specie di Marina, negozi, un ristorantino dove fanno pizze non tanto buone e ci mettono due ore, la lavanderia e l’ufficio della Sun Air, la compagnia che vola da e per Nadi e Suva.

Sfidando la pioggia che non smette mai, sono sceso a terra a cercare una macchina a noleggio e a cambiare un po’ di soldi. In paese ci sono solo un po’ di negozi, tutti gestiti da Indiani, che vendono un po’ di cosette, tutte molto kitch. C’è anche un negozio di artigianato (in prevalenza conchiglie e maschere di legno).

Con la macchina siamo andati a Lumbasa (mi pare che sia questo il nome) una cittadina che sta dalla parte opposta dell’isola, soprattutto perché un autista di un camion della Cocacola aveva detto che sull’altro versante c’era il sole. Due ore di macchina, su una strada che per un chilometro è asfaltata e per un chilometro no.

Il panorama è molto interessante, anche se per colpa della pioggia abbiamo visto poco: foreste e piantagioni, con una terra rossa e bellissima. La città un po’ meno: si tratta di un centro commerciale, per nulla turistico. Il che sarebbe un pregio, senonchè la gente del luogo viene qui solo per comperare cosette vagamente consumistiche e di pessima qualità, per cui i negozi di interessante hanno solo ninnoli indiani, stoffe e poco altro.

Interessante invece il mercato, dove la cava si vende a mezzo euro al pacchetto e dove abbiamo trovato pomodori decenti e un paio di angurie. Abbiamo mangiato ad un ristorante indiano, buono. Finalmente una cucina come si deve!!

Il sole però non c’era. Mi sa che questi posti siano meravigliosi, se solo ci fosse il sole…

Patrizio