Zoe sta bene, per non sottoporla ad una navigazione troppo lunga, stanotte abbiamo deciso di fermarci a dormire di fronte ad uno dei tanti isolotti. Ci fermeremo davanti al Cajo della Luna.

Purtroppo un’altra rottura, grave: si è rotto il generatore, il più grosso e importante dei due che abbiamo a bordo. E’ una cosa seria. Tra le altre cose alimenta anche il dissalatore. Quindi tocca stare molto attenti con l’acqua. E non abbiamo idea di chi e dove possa ripararlo. Marco e Vanni, naturalmente, ci stanno provando, ma non è rotto il motore, è in corto la parte elettronica interna, complicatissima.

Siamo arrivati al Cajo della Luna, Marco è sceso in avanscoperta ma è dovuto scappare inseguito dai mosquitos, che non sono quei simpatici ciclomotori che andavano di moda 30 anni fa, bensì zanzare incazzate. Ha chiesto ad una barchetta di pescatori dove avremmo potuto fermarci e gli hanno consigliato un’isoletta più piccola, un po’ più in là. Gli hanno anche regalato un bel po’ di pesci.

Più tardi, con nostro canottino, siamo tornati dai pescatori con un paio di birre, una latta d’acqua e una maglietta, per ricambiare il regalo. Ho chiacchierato coi due pescatori, padre e figlio, 68 e 42 anni. Vengono da un paesino che sta a tre ore di barca da qui. Tre ore con il diesel della loro piccola lancia (non più di 5-6 metri) di legno mezzo sfasciata, dove dormono nei tre giorni per volta che stanno in mare. Hanno anche un fornellone a carbone, per cucinare. Ma non si lamentano, anzi, dicono di guadagnare bene… al mondo tutto è relativo.

Tornando ci siamo impigliati col fuoribordo in una rete non segnalata… mezz’ora di parolacce.

Poi abbiamo portato Zoe a fare il bagno. L’acqua non è un granchè: Marco ha cominciato a dire che non c’è paragone con la Sardegna… Al tramonto siamo scappati, inseguiti dai mosquitos.

Però, in compenso, il tramonto è stato bellissimo.

Patrizio