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Pianosa, ingannatrice dei naviganti

23 June 2010 ore 15:00

Tutto ha avuto inizio con la telefonata di Francesca, venerdì 18 giugno 2010. Il mio numero di telefono era stato dato dal Prof. Bartolozzi Casti Gabriele, archeologo, che si occupò nel 1997 di indagini di scavo presso le catacombe di Pianosa. Il vento e il tempaccio non perdonano e la nostra avventura viene spostata di 24 ore, dal 20 giugno al 21 giugno 2010... Verso sera, intorno alle 19,00, incontro in un bar del centro di Porto Azzurro Patrizio Roversi con Giuseppe e, dopo un po’, mi trovo anche con Zoe e Maurizia, che avevo già conosciuto l’anno precedente a Marciana, per la promozione del primo festival del camminare del P.N.A.T. Intorno alle 22,00 lascio terra per imbarcarmi sul tender accompagnata da Carlotta e arrivo sull’Adriatica... Splendida imbarcazione di 22 metri, rossa! Si chiacchiera e si pasteggia a vino dolce e schiaccia briaca, nella bellissima baia di cala di Mola.

 

22 giugno 2010 alle ore 07,00 partenza verso l’isola di Pianosa. Il cielo e il mare e la vista sono unici. Sembra toccare con mano la costa dell’Argentario, Montecristo, la Corsica, la Pianosa, la Capraia. Si naviga a vista, come una volta... Si arriva a Pianosa un pochino prima delle 10,00, non c’è la possibilità di attraccare a causa del molone pericoloso e all’interno del porticciolo l’acqua è troppo poco profonda per noi, perciò si sbarca con il tender. Qui l’incontro con il Direttore del Carcere di Porto Azzurro e del presidio di Pianosa Dott. Carlo Mazzerbo. E, con l’arrivo della nave toremar, la conoscenza di un signore che erano 50 anni che mancava dall’isola! Io mi commuovo, ma anche Maurizia è molto presa. Pianosa, per chi come me, anche se per un breve periodo, l’ha abitata, ti strega il cuore e ti rimane dentro per sempre … Visitiamo quindi il Sembolello, ex diramazione carceraria ed oggi struttura alloggio ristrutturata per i detenuti che lavorano sull’Isola, e ci dirigiamo poi verso il pranzo, per sistemarci presso l ex villetta del Direttore. Giunge così il momento della visita del Paese, seguita da interviste varie. Nel frattempo arriva Dragut! E poi verso sera si va nella zona del Marchese, al porto romano. Bellissimo il tramonto sulla Corsica ….

 

23 giugno 2010: sveglia e colazione! Tra poco Adriatica con lo skipper Mattia e Carlotta andrà verso Montecristo ed io saluto tutti perché domani ho un altro impegno e non posso accompagnare Zoe, Maurizia, Patrizio... Ci starei proprio volentieri ancora con loro, ci sto bene… Ci salutiamo... ed io li terrò nel mio cuore, felice di aver incontrato delle persone belle dentro e fuori.. ciao! Grazie di cuore

 

 

Buon vento

Cinzia Battaglia

 

 

Su Pianosa


Dopo il racconto della nostra guida speciale, che ringraziamo ancora per la disponibilità, vi raccontiamo qualcosa di più su quest'isola.

Abitata fin dal Paleolitico, Pianosa è oggi conosciuta soprattutto per la sua natura e per il carcere che ospita. Non bisogna però dimenticare che la storia di quest'isola è legata ad eventi legati alla colonizzazione romana. Questo ha fatto sì che gli storici latini la inserissero nelle proprie opere: Tacito, ad esempio, la associa spesso alla figura di Augusto, mentre Marziano Capella la definisce “ingannatrice dei naviganti”.


Nel corso dei secoli, questa piccola isola piatta – da qui il nome Pianosa – è stata teatro di numerose incursioni piratesche. Fra le più memorabili quella che si verificò nel 1553 per mano di una flotta “gallo-turca” guidata da Dragut. In realtà oggetto principale dell'incursione era l'Isola d'Elba, ma mentre i pirati di avvicinavano alle coste elbane, circa dodici barche si dirigevano invece a Pianosa comandate dal turco Kara Mustafà, comandante in seconda della flotta ottomana.

Leggiamo sul sito www.pianosa.net sito dedicato a Pianosa la testimonianza di Giuseppe Ninci: "Giunto in questa isoletta [Karà Mustafà] attaccò il fuoco alle coltivazioni ed ai spineti, che in breve tempo furono in cenere; quindi si postò sotto la terra o castello che essendo ben difeso da una forte muraglia, poté resistere sul bel principio all'urto del nemico. Maggior resistenza trovò, Mustafà, nella torre posta in bocca del porto, sopra uno scoglio inaccessibile: ma finalmente bisognò che l'una e l'altra cedessero al vivo fuoco del barbaro. Duecento schiavi fra uomini e donne furono fatti in quell'isoletta e imbarcati sulle galere della divisione di Karà Mustafà; non essendosi salvata al furore dei turchi che una famiglia, la quale trovavasi casualmente nella parte opposta dell'isola, cercò asilo nelle caverne di alcune scogliere che si gettano nel mare; e alcune altre poche già refugiatesi nel vicino continente d'Italia."


I pirati sono, quindi, fra i protagonisti delle vicende legate a Pianosa, ma con il passare dei secoli la storia si è naturalmente modificata e, soprattutto per le sue caratteristiche geografiche, nel 1858 quest'isola è diventata sede di un carcere che ne ha segnato l'identità. Tutt'ora è presente un istituto di detenzione, anche se i pochissimi detenuti presenti vivono e lavorano liberamente, seguendo le regole di quello che da molti viene definito come “il carcere più soft d'Italia”. Gli stessi Pat e Syusy durante la loro visita hanno potuto incontrare i “carcerati”, accompagnati dal direttore Mazzerbo e da altri membri della polizia penitenziaria. La loro incursione a Pianosa, naturalmente, è stata documentata: se non avete mai avuto la fortuna di visitarla, potrete ammirare le particolarità di quest'isola in autunno, quando andranno in onda su Yacht&Sail (canale 430 di Sky) le puntate della prossima edizione dei “Popoli del mare”! Tutte le singolarità di Pianosa non possono infatti essere raccontate in un breve articolo che, senza troppe ambizioni, si propone solo di incuriosirvi e parlarvi di un luogo poco conosciuto per la sua complessità, la sua storia e le vicende – anche sociali – che si sono susseguite nel tempo.

 

In attesa di poter vedere i filmati girati da Syusy e Patrizio, potete documentarvi nei seguenti siti:

 

     

    Serena Canu

    Redazione di Velistipercaso.it

     

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