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La tragedia della Concordia
Quello di andare in Crociera è uno dei tanti modo di fare turismo: si abita su un (lussuosissimo) albergo galleggiante, che si sposta (spesso durante la notte) e ti fa trovare ogni giorno una tappa diversa. La Crociera è adatta a chi vuole viaggiare con grande comodità, a chi vuole socializzare, a chi vuole inzeppare la vacanza di tante cose: dalla serata di gala alla Spa, dalla piscina all'escursione culturale, dal Casinò alle mangiate al Ristorante, fino ai Giochi in piscina. Non c'è nulla di male, non c'è nessun motivo – adesso – per condannare o criticare questo tipo di viaggio. Certo, le grandi navi da crociera – che comunque rappresentano un orgoglio della nostra industria navale perché fino a pochi anni fa erano costruite quasi tutte in Italia – magari sono troppo grosse per navigare dovunque, e certo potrebbero essere più agili, in tutti i sensi. Quando ho dovuto imbarcarmi ai Caraibi su una Crociera della Carnival, non la trovavo: camminavo lungo la strada, fiancheggiata da case alte 3 o 4 piani, che avrebbe dovuto portarmi al Porto, ma vedevo che la strada in fondo era sbarrata da un condominio moderno alto come un palazzo e pensavo di avere sbagliato direzione. Invece il palazzo era appunto la nave...
Comunque, di fronte alla tragedia che è successa, in quanto velistapercaso, cioè persona che non può dirsi certo un navigatore ma insomma qualche migliaio di miglia in mare le ha fatte, è di assoluta incredulità. L'equipaggio di una nave da crociera è composto da decine di persone competenti: possibile che nessuno si sia accorto della manovra demente? La plancia di una nave come la Concordia sembra la centrale operativa di una centrale nucleare, zeppa di sistemi di allarme e di rilevazione della rotta e del fondale (che ci sono anche su una barchetta come Adriatica!): sono ormai sofisticatissimi, con allarmi e collegamenti alle mappe elettroniche satellitari. Possibile che nessun allarme abbia suonato? Le acque davanti al porto del Giglio le conoscono a memoria anche i pescasportivi della domenica, possibile che nessuno (da terra e da bordo) abbia capito il pericolo? Le procedure di abbandono della nave - soprattutto in un “paese” galleggiante di 4.000 “abitanti” - sono rigorosissime e precise: possibile che l'allarme sia stato dato dopo un'ora, e dopo che qualcuno avrà pur constatato che sotto la linea di galleggiamento c'era una falla lunga 70 metri? Possibile che la chiusura automatica delle paratie e dei compartimenti stagni preveda anche la possibilità di bloccare delle cabine in cui ci può essere ancora della gente? Possibile che – se è vero quello che dicono – solo il personale navigante e marinaresco fosse addestrato all'emergenza, e invece i dipendenti "alberghieri" non ne sapessero nulla? Possibile che un Capitano abbia abbandonato la nave prima di averla evacuata completamente, venendo meno ad una regola che vale anche per un qualunque Fantozzi che noleggia un pedalò e ci carica sopra la famiglia?
Nessuna di queste ipotesi, ve lo confesso, a me sembra possibile. In questo contesto mi suona quasi ragionevole l'ipotesi demente fatta da un videogiornalista straniero: tutto è accaduto perché al varo della Concordia non si è rotta la bottiglia di champagne... E allora? Allora, ancora non so che dire. Sono frastornato e addolorato. Ripeto: non sono un grande marinaio, ma mentre facevo i miei - rari - turni notturni su Adriatica, ho pensato spesso al pericolo di cadere in acqua e di morire in mare. Ed è la cosa più orribile che possa capitare.
Patrizio
Commenti
Credo che "incredibile" sia la parola che più frequentemente in questi giorni ho ripetuto a quanti, in virtù, della mia modesta carriera di navigatore occasionale, mi chiedevano parere di quanto successo.
E giust'appunto "incredibile" è quanto mi viene ancora oggi a distanza di tre giorni, da ripetere, e ancore più "incredibile" la conferma di tutte le prime notizie che raccontano la cronaca del immediato dopo collisione!
Il Comandante, l'equipaggio, l'allarme lanciato dopo un ora, le false raccomandazioni di fantomatici guasti elettrici!
Spero nella mia vita di non conoscere mai un comandante che non si assicuri oltre ogni ragionevole dubbio di lasciare qualcuno su una Nave/barca che affonda!
CIAO PATRIZIO , NELLA VITA OGNI TANTO SUCCEDE CHE QUALCUNO CHE DEVE PRENDERSI LE RESPONSABILITA' PER CUI E' DEPUTATO , SI SCORDI CHI E' E COSA DEVE FARE ...E QUESTO FATIDICO MOMENTO LASCIA A VOLTE UN SEGNO INDELEBILE CHE NESSUNO E NULLA POTRA' CANCELLARE .
MI SENTO VICINO AI PARENTI DELLE VITTIME CHE SI SONO VISTI RUBARE LA VITA DEI LORO CARI .
Caro Patrizio, concordo perfettamente. Sono genovese, sono sempre stata per mare, nella mia più profonda ingnoranza ho una domanda che non saprei a chi altro rivolgere....
Premetto che da ingegnere sono consapevole dei mille strumenti per la navigazione, ma la domanda è seguente: non è possibile che, per navigare così vicino alla costa, così troppo vicino alla costa, il capitano o chi per lui, non abbia dovuto disattivare manualmente gli strumenti di navigazione automatica? Se era fuori rotta avrà ben dovuto impostarlo lui "manualmente" altrimenti qualche rilevatore avrebbe informato dei (molti) errori che ha commesso?!
Tu da esperto navigatore hai un parere a tal riguardo?
(ovviamente poi non commento tutti li errori successivi, dal mancato allarme alle capitanerie, all'abbandono della nave), la mia è più una domanda tecnica per capire come sia possibile che un gigante super tecnologico come la concordia abbia potuto fare questa fine!
Fra
Ciao Patrizio.
Noi del nautico di Livorno siamo abbastanza perplessi, e aspettiamo di saperne di più. Comunque l'equipaggio è stato bravissimo, perché ha evacuato 4000 persone in poco tempo.
Poteva essere una tragedia immane, potevano morire 2500 persone...
Silvestro
Ciao Patrizio e un saluto a tutti.
Anch'io amo il mare e più in generale la natura, flora e fauna che la compongono. Non sono una navigatrice (mi cimento, quando posso, solo nel windsurf) quindi da profana mi pongo anch'io molti interrogativi sul "come" sia potuto succedere un siffatto incidente e magari scaricando la rabbia unicamente sulla mera imperizia e superficialità umana! Però al contempo concordo pienamente con il signor Silvestro del nautico di Livorno e aggiungo che se oltre 4000 persone (cioè quasi la totalità di coloro che erano sulla nave) sono stati tratti in salvo, qualcosa deve pur aver funzionato?!
Inoltre devo dire che se sicuramente il comandante ha le sue colpe, che dire del sindaco del Giglio che pure gli ha inviato una mail di ringraziamenti per il famoso "inchino" fatto, a quanto dicono gli abitanti stessi dell'isola, ormai di rito per le grandi navi da crociera e non solo della Concordia?
Questo lo dico perchè nella mia spiaggia di Jesolo, Vevezia, ogni volta che anche la più piccola imbarcazione privata si avvicina, a motore acceso, ai pontili, ci sono tutti gli addetti al salvataggio già in allarme...
Chiara
appesa in camera ho la mappa 5D ," Dal Canale di piombino all'argentario e Scoglio d'Africa"; ha qualche anno, mi era servita per la patente nautica presa a Savona , con ancora segnata la rotta che quasi mi era costata la bocciatura all'esame; perche' avevo sfiorato ( con la linea tracciata ) , Le Scole . Mi ricordo ancora quello che mi disse l'esaminatore: Pensa di essere su un moscone?
Poi in mare l'esaminatore era stato l'ultimo ex comandante della Raffaello , mi pare si chiamasse Visentin , ma non ne sono certo . Credetemi una persona eccezionale , con ancora negli occhi l'onore di aver comandato una delle piu' belle navi del mondo.
sono frastornato da questa vicenda ma in particolare mi disgusta il comandante ( Conrad avrebbe materiale per un altro capitolo ),e le ragioni di ottimizzazione dei costi della compagnia , che obbligano ad assumere 70 % ed oltre di lavoratori dei paesi asiatici , perche' costano meno e sono ... piu' portati a sorridere sempre con i clienti.. .... Speriamo almeno che non si squarcino i serbatoi ...
paolo
Sono un ufficiale marconista e ho navigato 35 anni fà quando ero un giovane ragazzo. Ho potuto constatare nel corso degli anni di come progressivamente la tecnologia abbia preso il sopravvento rispetto all'esperienza umana.L'attenzione visiva, uditiva,il prevenire e il percepire, tutte doti che con il tempo si affinavano, sono state messe in cassetto, mettendo sempre più la play station dei comandi in evidenza.Ecco pertanto perchè accadono le disgrazie quando l'uomo viene messo in secondo piano.
Fintantochè la sensibilità umana sarà messa in naftalina,aspettiamoci purtroppo ancora disgrazie.
Sono nata e vivo in una città di mare e sono anche una navigatrice, ho navigato sempre in piccole barche a vela, ma ho partecipato anche a delle piacevolessime crociere in Mediteranneo proprio con la Costa Crociere, assicuro Patrizio che purtroppo qualunque cosa sia successa a bordo della Concordia due sono le cose certe: che in plancia non c'era nessuno dell'equipaggio e che comunque è il comandante che prende tutte le decisioni anche quando la nave affonda e non sono discutibili dal personale che le deve eseguire e basta bislacche che siano. Il problema è un altro, siccome sembra che tutti sapevano quanto la Concordia passava vicino all'Isola del Giglio, Capitaneri compresa, perchè non si è proibito questo tipo di comportamento? Purtroppo in mare tutti pensano che non ci sia nessuno e soprattutto nessun pericolo, non è verò, il mare è sempre molto trafficato da chi più o meno sa stare in mare e purtroppo è proprio questo il problema: chi sa navigare commette spesso imprudenze, per la troppa sicurezza, e chi non sa navigare può provocare incidenti gravissimi. Ho visto fiancate di barche a vela squarciate perchè un motoscafo gli era andato addosso: era l'ora di pranzo e tutte e due le barche avevano il pilota automatico e non c'era nessuno fuori che controllava la rotta; piedi dei moti di motoscafi ritorti su se stessi perchè erano passati sopra uno scoglio che qui in zona si chiama "trave" e non ci si può passare sopra neanche con un gommone che ha ha la chiglia; per essere passata sopra lo stesso scoglio, ho visto affondare una barca della Marina Militare con sopra l'Ammiraglio di turno ed il Prefetto. Questi sono solamente alcuni degli incidenti che ricordo, ma ogni tanto qualche cosa di grave succede e sempre comunque per imperizia di chi conduce la barca, la motovedetta, la pilotina, il rimorchiatore,la nave.
Tutti noi insieme a tutte le persone salvate dalla tragedia del Concordia, siamo sconvolti dal comportamento di tutti quelli che hanno contribuito alla stessa, Società armatrice compresa, ed offeso la fiducia di tutti noi italiani.
Ciao Patrizio
sono Paola da Monfalcone tutta la mia famigliola ha il mare nel sangue, i figli li ho tirati su a suon di regate (Vela agonistica a livello nazionale e internazionale) per cui penso che qualcosina di mare ne so. Oltre a quello che hai scritto è sconcertante anche il fatto che la "Costa Crociere" ha preso le distanze dal fantomatico Comandante. Credo che anche la società armatrice abbia le sue belle responsabilità: ci sarà stato pur "qualcuno" che, al momento dell'assunzione, abbia valutato le "capacità" e le "competenze" del Capitano prima di metterlo alla guida di una nave di quella portata e di quell'impegno tecnologico. Sto parlando anche della completa inosservanza delle regole dell'ABC del mare, anche un bambino sa che il Capitano "dovrebbe" essere l'ultimo a scendere dalla nave per non dire della completa incompetenza nel non saper valutare, attraverso la strumentazione di bordo, della reale gravità della situazione!! Sono addolorata per i parenti delle vittime e dispiaciuta per tutti i passeggeri che hanno subito questo naufragio, una cosa sola di positivo posso trovare: il grande cuore degli Italiani abitanti dell'isola del Giglio che senza ma e senza se hanno prestato soccorso e aiuto a quella marea di persone bagnata, fradicia e infreddolita, che in piena notte sono sbarcati sull'isola mettendosi in salvo. Questa è la vera solidarietà marinaresca!
Purtroppo l'incredibile si è verificato.Certo che gestire un equipaggio in cinque o sei lingue diverse non deve essere facilissimo, infatti...L'elettronica è perfetta,certo che se la disattivi...E poi pare che la nave sia rimasta subito senza energia.Quindi,dico io non avranno potuto chiudere le paratie stagne (quindi la nave si è rovesciata)e contemporaneamente le serrature elettroniche delle cabine sono rimaste bloccate.Le procedure di evacuazione vanno provate,e l'incidente è successo alla partenza.Forse questi giganti del mare,sono meno sicuri di quel che pensavamo.Certo chi può immaginarsi che un pazzo disattivi l'elettronica e vada in costa a tutta birra.
Però uno speronamento è sempre possibile.Se si verificasse,se tanto mi da' tanto,temo che le cose si metterebbero altrettanto male.
Sono un velista e navigo da molti anni. Se con una normale barca a vela che pesca poco più di due metri si ha quasi ovunque l'obbligo di tenersi ad almeno 500 metri dalla costa, come può essere che una nave come quella transitasse tranquillamente a 150 metri dalla costa? (Fra l'altro, dalle immagini, a me sembrava anche più vicina).
ciao patrizio,
nel 2008 ho lavorato a bordo di una delle navi costa e ti posso assicurare che TUTTO l'equipaggio - dal lavapiatti al grado più alto - è addestrato per le varie emergenze, sia prima dell'imbarco che durante.
per cui non c'è da meravigliarsi se le varie lance di salvataggio fossero guidate da cuochi o camerieri, ecc...
TUTTI a bordo della nave, oltre a svolgere la propria mansione, hanno un compito preciso nelle procedure di emergenza.
certo, non metto in dubbio l'evidente errore umano.
vorrei solo che i vari tg e le varie trasmissioni che in questi giorni si stanno occupando dell'accaduto, invitassero anche qualcuno dell'equipaggio....perchè tutti quei passeggeri, se son salvi, lo devono a qualcuno e se c'è stata qualche mancanza da parte dei crew-members, be'...avranno avuto il diritto di aver paura,o no?anche loro sono esseri umani
Quello non è un Comandante, ma un Capo Villaggio anche poco cortese con i propri ospiti.... Vada a Bordo e BASTA...!!!
Come hanno fatto a lasciarlo libero......INCREDIBILE...
Ciao
Com.te
SImone de Cicco
Navigo da una vita a vela, a volte anche di notte. Quando di notte mi avvicino a una costa, anche se la conosco, d'istinto rallento e non perdo mai d'occhio l'ecoscandaglio, pronto a rallentare ulteriormente o a togliere motore o puntare al mare aperto. Sulla Concordia un demente, fino a poco prima considerato un Dio e con un'autorità assoluta indiscutibile, forse anche sotto gli effetti dell'alcool, ha probabilmente disattivato gli apparecchi elettronici per non sentire i bip bip continui degli allarmi e ha proseguito timonando di persona. Voleva farsi "bello" nei confronti della sua "amica" romena presente in cabina? Demente, stupido, incompetente, vigliacco. codardo, assassino. Non può chiedere di condividere le responsabilità con altri, è lui il "Dio" sulla nave. Se anche altri erano a conoscenza "dell'inchino" certamente si sarebbero aspettati che fosse fatto da una distanza di sicurezza e ad una velocità ridotta.
Nei porticcioli tipo quello del Giglio, spesso, di notte i pensionati e gli appassionati dell'isola escono con barchine per pescare, a volte provvisti di luci di emergenza limitate.
E quel demente era intenzionato a passare rasente non solo alle Scole ma anche al porto del Giglio con un mostro da oltre 100 mila tonnellate di stazza lanciato alla velocità di 15 nodi. Non poteva essere in uno stato mentale normale!!!
Troppa sicurezza, troppi accordi propagandistici, troppa tecnologia inutilizzata, troppo distacco dal mare e dalla marineria... Niente di perdonabile ma ci sarà più di un colpevole in un evento del genere. Bisognerebbe rispettare di più la nostra dimensione umana, è sempre la presunzione unita all'ignoranza che porta ai disastri!
C.te Giuseppe P.
Ciao Patrizio
Non so dare una sola spiegazione. Sono sicuro che ne esistono tante. Come volle il Fato per la bottiglia, il resto l'ha compiuto il Destino, figlio del Dio Caos e della Notte.
Una tragegia come questa della "Concordia" non doveva accadere e non mi capacito a dare una spiegazione, forse in primis l'errore umano che è costato caro a decine di passeggeri che forse stavano coronando il loro sogno da croceristi e speriamo che la tragedia non si ripercuoti anche all'ecologia. Sono vicino ai parenti delle vittime e attendo come tanti una risposta da parte degli enti competenti per far luce su una tragedia che forse poteva essere evitata.
Vedi anche
Link esterni
- > Il Comunicato Stampa di Costa Crociere
- > La lettera aperta di Legambiente
- > L'appello di Greenpeace Italia