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Un po' di storia delle Marchesi

2 July 2002 ore 20:00

Siamo sempre a Hiva Oa, la seconda isola delle Marchesi, in Polinesia. Oggi io (il cronista), Davide (il poeta), Enrico (l’operatore) e Marcello (il pittore-artista) con una barcozza a motore siamo andati a Tahuata. Si tratta di un’isola che sta giusto di fronte ad Atuona, il villaggio principale di Hiva Oa.

Dopo una mezz’ora di sobbalzamenti abbiamo attraversato il canale tra le due isole e siamo arrivati sulle coste di Tahuata. Dopo aver costeggiato le sue rive a nord, siamo scesi a sud, e abbiamo visto due magnifiche spiagge, con un ottimo ancoraggio: le baie di Hanamenino e di Hanamoenoa. Incredibile come non ci sia una guida o un portolano (che io sappia almeno) aggiornato e preciso sugli ancoraggi in queste zone. Ad averlo saputo, si poteva anche riposare una notte qui, di fronte ad una bella spiaggia bianca, prima di attraccare a Hiva Oa.

Comunque il terribile motoscafo-peschereccio ha proseguito e, arrivati di fronte alla Baia di Vaitahu, ci sono venuti incontro dei delfini, che facevano le evoluzioni più pazze che io abbia mai visto, facendo salti di due metri sopra l’acqua. Il villaggio è molto bello, lindo come al solito, e come al solito semi-deserto. Ma, in particolare, qui a Vaitahu, sono conservati e ricordati pezzi importanti della storia delle Marchesi.

Sabine, la nostra guida, ci ha accompagnato dal vecchio ex-sindaco dell’isola che, davanti alla stele che ricorda che da qui iniziò il dominio francese sulle Marchesi, ci ha dato la sua versione dei fatti. Ha cominciato col raccontarci il primo sbarco spagnolo, avvenuto nel 1595. Racconta il vecchio polinesiano che le navi sono arrivate nella baia, e subito gli abitanti di Vaithau si sono avvicinati curiosi. Sono saliti a bordo e hanno cominciato a toccare i marinai e gli armigeri spagnoli, per vedere come erano fatti. Questi ultimi, presi dal panico, hanno cominciato a sparare, a troncare le mani dei polinesiani che cercavano di attaccarsi al bordo e, in poche parole, si è scatenata una carneficina in cui diversi indigeni hanno perso la vita.

Ancor più grottesca la storia che è avvenuta nel 1838 tra l’Ammiraglio francese Dupetit-Thouars e il capo locale Iotetè. Tra i due le cose erano cominciate bene e quindi, in segno di amicizia, il capo marchisiano aveva offerto – secondo la formula di rito – tutti i suoi averi all’Ammiraglio. Il quale, conoscendo benissimo le usanze locali, ha accettato di buon grado e ha dichiarato che tutta l’isola era sua, in nome della Francia. Quando Iotetè ha capito l’inganno grottesco, ha reagito. Visto che alcuni balenieri avevano a suo tempo scambiato con gli indigeni armi in cambio di ragazze, acqua e provviste, stavolta non è andata liscia per i Francesi: si è scatenata una battaglia in cui un francese è stato prima ucciso, e poi mangiato dai Marchisiani. Comunque è servito a poco: alla fine gli europei hanno prevalso, e da qui il dominio francese si è espanso a tutto l’Arcipelago.

Vaitahu, capitale dell’Isola di Tahuatà, ha anche un altro (triste) primato: qui sono sbarcati i primi missionari, qui i cattolici (spagnoli) hanno celebrato la prima messa in Pacifico. Perciò il Vaticano, per festeggiare la ricorrenza, ha finanziato la più grossa chiesa di queste parti. E’ in sasso, con pavimento in gres e vetrate molto colorate. L’estetica di Marcello è stata negativamente colpita, io che ho visto delle cose turpi costruite ai Carabi dico che c’è di peggio. La bellezza del paese e della baia non ne esce turbata.

Poi abbiamo conosciuto anche il giovane sindaco attuale, direttore della Scuola. Con lui abbiamo scambiato alcune battute sull’economia e sulla organizzazione sociale delle Marchesi. Ho scoperto che qui la vita è cara ma gli stipendi sono piuttosto alti. Un funzionario della Amministrazione Francese arriva a prendere il corrispettivo di circa 5.000 dollari al mese. Un polinesiano-medio ne prende circa 1000, ma chi non supera questa soglia riceve aiuti economici e in natura, tipo materiali per farsi la casa o la macchina. Le tasse sono bassissime, la scuola e l’assistenza sono gratis.

Difficile immaginare un futuro indipendente con una tale dipendenza. Oltretutto, a parte il turismo, non ci sono altre risorse, e tutto è importato.

Alla fine mi ha dato una pessima notizia: il sindaco di Nuku Hiva, Luciane, un signore bravissimo, un vero leader che avevo conosciuto nel mio precedente viaggio, è scomparso in mare a bordo di un piccolo aereo, due mesi fa. Mi dispiace moltissimo. Ricordo la chiacchierata con lui come se fosse ieri, mi aveva molto colpito. Penso che sia una grave perdita per tutto il territorio: che io sappia era lui infatti a guidare l’autonomia e a difendere l’orgoglio e gli interessi di tutte le Marchesi, nei confronti del Governo di Papete e di quello di Parigi.

 

Patrizio

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