- January 2009
Chi è Simone Perotti?
Uno scrittore, ma anche uno skipper... Che mix!L'impresa di Simone: da Genova a Phuket
Raccontata da Patrizio, che ha anche qualche consiglio da dare...Alla vigilia della partenza
Cambusa, attrezzatura, spirito... è tutto pronto Simone?Analizziamo insieme la rotta!
Il parere tecnico dello Skipper Filippo MennuniE la strumentazione?
Commentiamo con Andrea Zanobetti l'equipaggiamento di Simone - February 2009
Lettera aperta a Simone Perotti
Dall'amico Filippo Mennuni, nel giorno della partenza di PasayaLa parola a Nadia
Compagna di Simone che commenta da terraAl mar non si comanda!
Primi inconvenienti per Simone, uno stop forzato a pochi giorni dalla partenzaLe previsioni vanno intepretate
Simone procede, alternando navigazione e riparazioni nel MediterraneoDove soffia il vento
Il commento tecnico di Francesco (Ciccio) ValenzaSenza paura, ma con molto rispetto
Commenti e consigli di Gigi & Irene sulla missione di Simone Perotti - March 2009
Rodi ce la siamo guadagnata
E ritroviamo il segnale internetFlash mediterranei
Sequenza (dis)ordinata di immagini e piccoli misteri di navigazione - May 2009
Diario da Podgorica
Simone Perotti ci scrive dal Montenegro - July 2009
Diario da Istanbul
"Arrivare qui, ormeggiare a queste rive, ha sempre un sapore forte"Simone: Io come Ismaele
Ogni tanto dopo un po' di vita a terra devo riprendere il mare - August 2009
I lacci, icona del nostro tempo
Pensieri e riflessioni di SimoneLotta di classe a Pantelleria
Tanti soldi non fanno di un armatore un marinaio - September 2009
Capodogli nel Mediterraneo
Un incontro raro, anzi unico!
Il piacere della lentezza
La vela è più lenta persino della biciclettaIl mare che inghiotte
E di quando in quando restituisce
Diario da Istanbul
3 July 2009 ore 12:00
Cari Velisti per Caso, ci giunge in redazione un altro pezzo di Simone Perotti, lo scrittore-skipper impegnato nella tratta Genova - Phuket: ricordiamo infatti che il nostro intrepido comandante ha accettato la missione di compiere questa tratta per celebrare i 150 anni di rapporti diplomatici fra Italia e Thailandia. Ai suoi comandi Pasaya, uno splendido sloop nuovo di zecca e armato all'uopo, e un variegato quanto affiatato equipaggio. Ora, questo il punto della situazione: la barca è ferma in attesa di vagliare la situazione... pirati! Nell'attesa di verificare se questa si normalizza, Simone & Co. continuano a viaggiare e a scrivere report dai loro viaggi... ad esempio a Istanbul!
Diario da Istanbul
di Simone Perotti
Le barche sono brutte. Specie di barcozze da turisti. Una ha perfino la sagoma di tre cupole asiatiche sulla tuga. Scenografia in cartapesta per ricordarci che siamo a Istanbul. Non credo possano navigare. Se ne stanno irretite tra le cime, sulla costa sud del Corno d’Oro, e rollano, rollano, come se stessero per capovolgersi tra le onde dei traghetti e della risacca. A bordo ci sono quattro o cinque uomini per imbarcazione. Sono vestiti con abiti tradizionali e fanno saltare filetti di pesce azzurro su una grande piastra incandescente. Una volta arrostiti li incartocciano, li passano di mano in mano e poi fuori bordo, dove un uomo li distribuisce ai clienti.
La scena è armoniosa: il fumo che si leva e scompare oltre il canale, il profumo del pesce marinato nelle spezie, il rollio delle barche. Quanti secoli ha questa immagine? Intorno luce sfavillante, viavai di gente. Non so quale sia l’alta stagione per questa città, ma di vita ne ho sempre vista tanta. Arrivare qui, ormeggiare a queste rive, ha sempre un sapore forte. Io sono di famiglia genovese. Tutti della Superba tranne qualche sparuto piemontese o lombardo. Tutti a lavorare sul mare. Mio nonno (di chissà quanti nonni dopo di lui), sarà stato forse Andrea Doria, il più grande ammiraglio della storia del nostro Paese, almeno negli ultimi mille anni, l’uomo che impersonifica appieno il Principe di Machiavelli, che invece conobbe Andrea Doria solo poco prima di morire.
Di fronte a me c’è un uomo, più o meno la mia età, pelle scura dal sole, occhiali. Si chiama Tarek. Il nonno di chissà quanti suoi nonni, invece, sarà stato forse Trugut Rais, il più grande ammiraglio ottomano del XVI secolo, qualcuno dice di sempre. Uno storico francese lo definisce come “l’unico comandante di navi che avrebbe potuto indossare la corona di Re”. Una definizione che forse gli sarebbe piaciuta. Andrea e Trugut erano nemici giurati… Turgut Rais noi lo chiamiamo pirata (nessuno qui chiama pirata Andrea Doria …).
Scriverò un romanzo su di lui. Nel frattempo però viaggio, seguo le sue tracce, studio. Sono venuto qui in Turchia per questo. Incontrare Tarek dunque mi fa effetto. Un tempo avremmo potuto guardarci dal bastingaggio di una galera opposta, avremmo potuto scontrarci in nome dei due ammiragli nemici. Oggi siamo qui, ci parliamo. Lui accenna un sorriso.
Eccolo qui il Mediterraneo: le barche dove si cucina il pesce rollano, rollano. Gli uomini si incontrano, tra le epoche, lungo i moli. Il mare ci aspetta sempre, prima o poi ci ricorda chi siamo. Navighiamo, studiamo, lavoriamo, a volte nelle città dimentichiamo di appartenere a queste sponde, che dialogano, lottano, si comprendono da migliaia di anni. Tarek non è europeo, non ancora almeno. Io sì. Eppure a me sembra più lui un mio simile di qualche svedese con cui posso condividere solo parte dell’idioma marino. Tra me e Tarek, invece, c’è molto altro.
A presto!