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I ragazzi di Adriatica. Si parte!

13 December 2015 ore 15:00

Atlantico del Sud


Tra ventiquattr'ore si parte. Salpiamo verso il Grande Sud, l'Atlantico delle Alte Latitudini, l'Oceano che ci separa dall'Antartide. Costeggeremo per quanto possibile la costa dell'Argentina, dopo aver attraversato il Rio de la Plata, il più grande delta del mondo. Poi scenderemo lungo la costa della Patagonia fino all'imboccatura dello Stretto di Magellano fino a doppiare la punta più estrema a oriente dell'Isola della Terra del Fuoco per entrare nel Canal Beagle, poche miglia a nord di Capo Horn, fino a giungere a Ushuaia.


La distanza da percorrere, in linea diretta, è di poco più di mille e trecento miglia. In Mediterraneo, con una barca come Adriatica, si potrebbero coprire in otto o nove giorni. Ma in queste aree, sottoposti a violente correnti marine, maree che raggiungono i tredici metri di ampiezza e venti che spirano con forza estrema, potrebbe occorrere più del doppio del tempo. Per questo siamo pronti a restare in mare per almeno tre settimane. Lungo la costa ci sono solo pochi porti e di difficile ingresso. Cercheremo di seguire il più possibile il profilo della terra, per non allontanarci troppo e restare il più possibile riparati dall'onda che questi venti selvaggi possono rendere enorme.


Un viaggio di questo tipo si può compiere solo con una barca sicura, come Adriatica, e un equipaggio esperto e motivato. Ed è sui miei ragazzi che ripongo tutta la mia fiducia. Alice, Fabio, Edoardo, tre giovani marinai con alle spalle molte miglia e grandi capacità tecniche. Motivati, fisicamente forti e resistenti, sono la spina dorsale del gruppo. Saranno loro a compiere le manovre più dure dove la velocità e la potenza fanno la differenza. Marcelo, uruguayano, di mestiere carpentiere (può risolvere rapidamente qualunque problema di falegnameria o stratificazione della vetroresina), è anche un ottimo marinaio. Ci accompagnerà fino a Ushuaia come Omar, argentino, il nostro Wetdoc (medico bagnato!), un chirurgo prestato alla nautica di grande esperienza sia medica che marinara, con all'attivo diverse navigazioni in questo oceano, sia verso Sud, la Patagonia, che verso Nord, il Brasile. E poi Ricardo, argentino ma oramai mezzo italiano, secondo di ruolo e primo per qualità umane e marinaresche. Con lui ho realizzato tre quarti delle mie navigazioni di questi ultimi quindici anni: Mediterraneo, Caraibi, Atlantico, Pacifico, Oceano Antartico. Grande esperto del Sud Australe e biografo di Vito Dumas, una delle leggende della navigazione a vela del XX° secolo.


È solo grazie a loro e al lavoro di preparazione della barca che hanno compiuto nei mesi scorsi e in quest'ultima settimana che posso affrontare questa navigazione così difficile. Da solo sarei alla mercè degli elementi e non potrei mai condurre una barca delle dimensioni della nostra "Rossa dei mari".

Navigheremo ventiquattro ore su ventiquattro, dividendoci in tre turni di tre ore, così da essere almeno due per turno e poter riposare quasi 6 ore tra una guardia e l'altra. Queste giornate saranno intense e ci metteranno alla prova una volta di più. Ma io so già che tutto andrà bene, perchè ci sono loro con me, i ragazzi di Adriatica.


Filippo Mennuni
Comandante di Adriatica SY
IQ4436

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