Tassa di stazionamento: aggiornamenti
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Intervista doppia a Patrizio e Cino Ricci
Il nostro parere
Interveniamo nel dibattito sulla tassa di stazionamento in discussione alle Camere, di cui potete leggere qui il testo integrale.
Il commento di Patrizio
Negli ultimi anni in Italia sono stati fatti molti investimenti sulla portualità e l'interesse per il turismo nautico da diporto ha portato alla realizzazione di grandi opere e nuovi porti. Noi per primi su Adriatica abbiamo documentato per conto della regione Liguria tutti i porti e i porticcioli che si incontrano navigando da Ventimiglia a La Spezia. Questa tassa di stazionamento sembra davvero in contraddizione rispetto al senso di tutti questi investimenti. Restando nel caso della Liguria, che conosciamo da vicino, negli ultimi anni sono stati creati moltissimi nuovi posti barca, per sviluppare una sinergia con la vicina Francia... Ma una volta applicata questa tassa -che non è per niente simbolica!- chi verrebbe a stazionare dalla nostra parte del confine, quando può semplicemente fermarsi a poche miglia di distanza senza ulteriori esborsi? Sembra proprio una contraddizione aver finanziato finora investimenti che vorremmo fossero produttivi, per poi castrarli disincentivando il turismo da diporto che li mantiene. Chi viene con le barche porta turismo e ricchezza e bisognerebbe proprio smetterla con l'equazione barca = ricconi. Noi come Velistipercaso da dieci anni cerchiamo di comunicare esattamente l'opposto: la vela è e può essere uno sport per tutti! Ma lo sport più in voga in questo momento è soprattutto la demagogia. È più che altro una tassa simbolica, infatti, nel complesso nettamente in perdita rispetto all'indotto di turismo diportistico e attività portuali. Come tutte le imposte indirette finisce per colpire di rimbalzo i punti sbagliati... Invece di fare una vera patrimoniale e alzare direttamente l'IRPEF sui redditi più alti, si fa demagogia. Un motoscafo di 22 metri è sicuramente una barca di gran pregio e costo, ma a parità di metratura una barca a vela di 22 metri -come Adriatica- può anche essere semplicemente una barca da lavoro! Ma non stiamo parlando per noi, in realtà, perché io confido vivamente che la tassazione non riguardi le barche da lavoro! Non abbiamo fatto su Adriatica un solo giorno di vacanza in tutti questi anni e spero proprio che l'attività lavorativa non venga ulteriormente tassata...
Il commento di Sandro
(co-armatore di Adriatica con Patrizio e Syusy)
Nel testo del provvedimento si parla genericamente di diporto. Spero non si riferisca anche alle imbarcazioni da diporto autorizzate allo svolgimento di attività economiche (charter e affitto). L'uso di queste imbarcazioni infatti non è privato ma funzionale alla realizzazione di una attività economica sotto forma di impresa; attività che è già soggetta a tassazione. Tassare questa tipologia di imbarcazioni sarebbe come tassare... un tornio per una officina meccanica! Uno strumento di lavoro. Oltre all'attività, lo strumento con cui la si svolge. Qui siamo ben oltre la demagogia di cui parla Patrizio...