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Buon Anno da Caleta Paola!

1 January 2016 ore 15:00

Caleta Paola. Questo è il nome del porto petrolifero e peschereccio in cui abbiamo trovato rifugio lungo la costa della Patagonia del sud. Provincia di Santa Cruz, l'ultima delle proviance in cui è suddivisa l'Argentina verso sud, prima di entrare nel territorio di Ushuaia, provincia della Tierra del Fuego, Antartica y Islas del Atlantico Sur. Siamo a due terzi del cammino e finora il tempo è stato clemente. O meglio, siamo riusciti sempre a trovare rifugio prima dell'arrivo di grosse burrasche. Ma questa è l'ultima possibilità, per quanto precaria, prima di discendere in una zona assolutamente deserta e inospitale che non offre nessun ancoraggio o protezione. La sosta è necessaria. Non abbiamo più viveri freschi, abbiamo poco gasolio e la navigazione ha sollecitato parecchio la barca per cui sono necessarie alcune riparazioni alle vele e manutenzioni agli impianti.

 

Caleta Paola, che ha un nome così rassicurante, anche perchè la associo a una cara amica parigina, in realtà è un grande bacino rettangolare dove sono ormeggiati una decina di pescherecci, un rimorchiatore d'alto mare e una motovedetta della Guardia Costiera. Siamo in andana (cioè affiancati di lato) a un peschereccio in disarmo che a sua volta è affiancato a un altro peschereccio in disarmo. Un ammasso di ferraglia pieno di residui di pesce, reti vecchie e manuatti arrugginiti. L'unico vantaggio di questo strano accoppiamento è che in questo porto con cinque metri e mezzo di marea non dobbiamo regolare continuamente la lunghezza delle cime quando la barca sale e scende per l'escursione dela marea, cosa che avviene ogni sei ore: per sei ore sale e per sei ore scende, così che se fossimo direttamente ormeggiati a terra dovremmo accorciare o allungare le nostre cime di ormeggio ogni mezz'ora, giorno e notte.

Siamo entrati alle 20 ora locale, cioè praticamente mentre voi in Italia festeggiavate il cambio di anno. Un'oretta per la manovra, qualche scambio di informazioni con i militari dell'Armada Argentina che ci hanno accolto e indirizzato all'ingresso. Poi i cellulari hanno trovato connessione con la rete e hanno iniziato a scaricare messaggi di auguri. Ciascuno di noi, lontano da casa, aveva qualcuno a cui scrivere qualcosa, dopo 6 giorni di navigazione fantasma. Il cuore ci ha dettato la scelta dei destinatari di questo primo messaggio.

Dopo aver sistemato Adriatica e una desiderata doccia calda Alice, Fabio, Edoardo e io siamo usciti per raggiunere il villaggio a 5 chilometri di cammino. Era ormai quasi mezzanotte e lungo il cammino siamo stati accompagnati dall'esplosione dei fuochi d'artificio. Mezzanotte! poi abbiamo trovato un ristorante aperto, l'unico in paese. E ci siamo soddisfatti di carne argentina: bife de lomo, chuletas, cordero, papas fritas... Che voglia, dopo una settimana a zuppe, caffè, tè, qualche pasta quando il mare non era troppo agitato. In realtà a bordo riusciamo sempre a realizzare qualche specialità. Edo si sbizzarrisce con sughi elaborati. Alice ha fatto torte, focacce, sformati e biscotti. Fabio ha fatto un'ottima frittata e io il pane. Buono il profumo del pane fresco che si diffonde nella barca e aiuta il risveglio prima del turno di guardia!

Ma un bel pezzo di carne! Che delizia...


Al rientro, verso le tre del mattino, la marea aveva svuotato il porto e le barche erano... 7 metri più in basso! La passerella usata per scendere a terra si trovava ora in verticale e la discesa è stata più un esercizio alpinistico che un tranquillo rientro a bordo. Ma su questo siamo bravi. L'alpinismo è una della specialità di bordo. 

Stamane sveglia con calma, ognuno con i suoi tempi. Recupero del sonno perso e colazione rilassata. In realtà Adriatica in questo porto soggetto alla risacca si muove come se navigasse, ma la sensazione di sicurezza dell'ormeggio ci permette un sonno ininterrotto e ristoratore. E poi iniziamo i lavori di rimessa in forma della nostra rossa dei mari. Genoa, randa, cambio filtri olio, un po' di coccole non le fanno male. Ci ha portato fino qui. 

La burrasca da est che si annunciava fortissima è stata più debole, ma ora aspettiamo un salto di vento a NO con 40 nodi. Comunque dovremo attendere domani perchè oggi è festa e non possiamo trovare il carburante. Dovremo aspettare domani anche per l'apertura dei supermercati. Oggi pomeriggio gita in paese e caccia al wifi per riprendere contatto con il mondo di casa e raccontarvi di questo nostro viaggio.

Filippo e l'equipaggio di Adriatica

Caleta Paola. Patagonia.

Lat. 46°28'S long. 67°29'W

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