Il sito navigabile dei Velisti per Caso!
twitter facebook friendfeed flickr youtube scrivi a

velisti tv

> newsletter

> cerca

> credits

iscriviti alla
newsletter


cerca nel sito

Stefano Faravelli Su Adriatica!

1 February 2016 ore 15:00

La Spedizione Australe prende forma ogni giorno di più, Adriatica è a Ushuaia pronta a esplorare la Terra del Fuoco. Tra pochi giorni la raggiungerà un personaggio incredibile, che ci regalerà il suo punto di vista decisamente unico su questo viaggio: Stefano Faravelli, artista, pittore e filosofo, che su Adriatica terrà un diario di bordo speciale, il suo Carnet de Voyage!


 

«Descrivere Stefano Faravelli, torinese classe 1959, come un autore, pittore e viaggiatore, non sarebbe pienamente esaustivo. Faravelli assomiglia più ad un moderno flâneur che si aggira per il mondo con i suoi acquerelli alla mano e un bagaglio essenziale sulle spalle, che parte leggero e ritorna pieno. India, Egitto, Mali, Cina, Giappone: sono l'frica e l'Oriente che lo affascinano. Dopo aver lavorato come scenografo e pittore per il Teatro dei Sensibili, dal 1994 ha pubblicato otto libri e taccuini di viaggio, e esposto le sue opere in in tutto il mondo. (...)» 

Silvia Malnati, Panorama


...E dopo l'Africa e l'Oriente è venuto il momento per Stefano di raccontare anche il Sud America, la Patagonia, Capo Horn e le coste del Cile! Ecco come annuncia la partenza sulla sua pagina Facebook ufficiale (cliccate i disegni nella colonna a destra!):

«Sembra proprio che il "vascello- zeppelin" che ho disegnato per gli auguri natalizi prenda nuovamente il volo! Per la verità sarà una barca a vela, uno sloop di 22 metri costruita nei cantieri navali di Fano, ad accogliermi per questo viaggio sui canali magellanici tra Patagonia e Terra del Fuoco! Per l'occasione ho disegnato una cartouche propiziatoria, ispirata a quelle che ornano i magnifici atlanti di Mercatore ("...freti magellanici facies"). Inoltre coltivo presentimenti patagonici sui libri di Coloane, Hudson, Chatwin, Bridges, Sepulveda... Studio miti Ona e Yagan; ripercorro i viaggi di Padre De Agostini, del Bove o di Darwin. Se qualche faravellos ha consigli di letture in proposito si faccia sotto. Lo spirito del "viaggio prima del viaggio" popola di nomi e visioni la mia Patagonia interiore, ne precisa i confini nella contrada dell'immaginazione. Quale delizia questo esercizio che ci fa "viaggiare leghe d'ombra nel nostro pensiero" (...)» 


Presentimenti Patagonici #2

« All'inizio degli anni '80 una amica mi mostrò una straordinaria cartella di planches fotografiche intitolata "Ande Patagoniche". L'autore era l'esploratore, il geografo, l'apinista nonchè missionario salesiano Alberto Maria De Agostini. L'amica in questione si chiamava Roberta De Agostini ed era, credo, sua nipote. Roberta vide i miei occhi luccicare mano a mano che sfogliavo le fotografie di quell'album mirabile. Boschi millenari di faggi australi, branchi di leoni di mare su spiagge desolate, ghiacciai leggendari, isole inesplorate... Roberta fece una cosa meravigliosa: mi offrì una pagina di quella fantastica raccolta. "Sceglila tu... Quella che preferisci", mi disse. Ed io scelsi questa. Mi ricordava quei quadri di Caspar David Friedrich dove piccole figure sono rapite in contemplazione nella vastità di paesaggi sublimi. Roberta mi dedicò l'immagine firmandola proprio sotto la firma del suo antenato, come si vede nel dettaglio. La fotografia è ancora appesa nel mio atelier e fu il mio primo passo in Terra del Fuoco. Presentimenti. (...)» 


 

Presentimenti Patagonici #3

« La straordinaria statua lignea di "Patagone fatto a regola delle misure del Capitano Byron" si trova sullo scalone del PalazzoNonfinito a Firenze. Occhi di vetro, capelli veri. Iperrealismo del XVIII secolo. Chi può vada ad ammirarla ne sentirà quasi la vivente presenza. Io scopersi la statua la primavera sorsa, quando ancora di Patagonia non si parlava. Fu un altro presentimento.

L' ho fissato nella pagina che vedete, ideale incipit al carnet che ho in animo di creare alla "Fine del Mondo". In essa mi disegno nell'atto di ritrarre a mia volta il nobile Indio, alto 3 metri circa, così come John Byron lo descrisse di ritorno dal suo viaggio australe nel 1767. Pigafetta per primo, nella sua cronaca del viaggio con Magellano, aveva raccontato dell'incontro con un indio patagonico descrivendolo "tanto grande che li davamo alla cintura". Molti altri dopo di lui (Sir Thomas Cavendish, De Brosses, il Capitano Cook...) testimoniarono di popolazioni australi di statura gigantesca. Sebbene l'evidenza scientifica abbia dimostrato la mendacia di tali testimonianze (gli indios Tehuelche non furono più alti di un metro e novanta), io resto persuaso del loro gigantismo IMMAGINALE. Anzitutto nella MIA immaginazione. E' questione di archetipi... ma ne riparleremo. Intanto ho scritto a fianco del mio disegno la seguente didascalia: "Stephano Faravelius ritrae il Gigante Patagone e PIANGE la distruzione del popolo amerindio perpetrato dalla canaglia colonizzatrice e ricorda di essere stato indiano nell'immaginazione, per gioco quando era bambino e per fratellanza solidale di vittima da adulto. Ma sempre con l'intento di prendere il passato e portarlo nel presente".

Per corroborare tale dichiarazione pubblico una galleria di mie apparizioni indianofore di cui la prima tra le peonie di mia madre risale al 1970.(...)» 

 

Il diario di bordo di Stefano Faravelli già dai primi "Presentimenti Patagonici" si preannuncia epico! Seguitelo in (quasi) diretta sulla sua pagina Facebook. A lui invece auguriamo: Buon Vento! 

Inserisci commento

Inserisci il codice

riportato qui a fianco

Questo website utilizza i cookie per migliorare la vostra esperienza d'uso. Proseguendo la navigazione date implicitamente il consenso all'uso dei cookie. close [ informazioni ]