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30 December 2010 ore 10:00
Pubblichiamo la prima parte del diario di una crociera subacquea nel Mar Rosso...
di Paolo Ghidotti.
Questa spedizione subacquea si svolge nelle calde e ricchissime acque del Mar Rosso. A questa grande avventura partecipo io in compagnia di un gruppo di amici, con l’obbiettivo comune di passare una settimana in barca, per esplorare i relitti e i reef del nord di questo magnifico mare. Il nostro viaggio inizia il 10 e termina il 17 ottobre. Dopo una levataccia incredibile, alle due, sono partito da casa per raggiungere il resto del gruppo che, malgrado l’orario, è super eccitato grazie alla carica data dalla voglia di partire. Tutti insieme siamo andati a Milano, dove abbiamo preso l’aereo che, con circa quattro ore di volo, c’ha portato a Urgada. Li c’era parte dell’equipaggio che aspettava per accompagnarci alla barca che ci avrebbe fatto da albergo e diving per una settimana. Questa imbarcazione si chiama Princess Zeinab, si può considerare uno yacht, non molto lussuoso ma comunque confortevole. La sua lunghezza è di trentadue metri, la larghezza è di sei metri e mezzo ed è composta da quattro ponti. Quello inferiore ospita otto cabine doppie, piccole ma comode, tutte con servizi privati. In quello di mezzo a prua altre due cabine simili alle altre, una cucina, un salone comune dove si mangia e si passa parecchio tempo in compagnia, e a poppa un’ampia zona adibita alla subacquea. In quello superiore troviamo nella parte posteriore un grande salotto all’aperto con divani e tavolini dove prendere il sole e passare in relax il tempo libero, nella parte anteriore la sala di comando e gli alloggi dell’equipaggio. Il ponte più in alto è un grande solarium. Appena saliti a bordo c’è stata la presentazione di tutto l’equipaggio e la spiegazione delle regole di bordo (non usare calzature, non entrare bagnati in zone al di fuori di quella adibita a diving, ecc.). L’equipaggio completo è formato da otto persone che si sono prodigate con grande disponibilità e professionalità per farci godere al massimo di tutto ciò che questo viaggio poteva offrirci. Dopo averci assegnato le nostre cabine c’è stato servito un ottimo pasto. Poi siamo andati nella spiaggia vicina a prendere il sole e a rilassarci, visto che non potevamo salpare prima della mattina successiva, in attesa che la guardia costiera sbrigasse le pratiche burocratiche e ci rilasciasse i permessi di navigazione e immersione. Alla sera cena, poi visita della città. Abbiamo preso alcuni taxi che c’hanno portato alla marina nuova, una zona molto elegante ricca di locali con vista mare con attracchi di yacht lussuosissimi. Da li con una breve passeggiata abbiamo raggiunto la zona vecchia di Urgada, dove si trovano tantissimi negozi di souvenir, abbigliamento e locali molto economici. In uno di questi bar ci siamo fermati a bere, alcuni compagni hanno colto l’occasione per provare a fumare il narghilè (tipico strumento usato dagli egiziani per fumare tabacco aromatizzato). Verso le 11.30 ci siamo fatti portare alla barca, per andare a letto. Alla mattina sveglia presto, colazione e verso le otto finalmente si parte. Quando sono stati mollati gli ormeggi, per iniziare la navigazione verso il primo sito d’immersione, siamo stati tutti pervasi da una fortissima eccitazione. In quel momento, ci siamo resi conto che era appena iniziata la nostra grande avventura. Dopo circa due ore di navigazione, durante le quali e’ stato fatto il consueto briefing per pianificare l’immersione, abbiamo raggiunto il primo sito da esplorare. Questo punto si chiama Shaab el Erg. E’ stata scelta questa parete per la sua facilità visto che ci serviva per fare il ceck dive per capire quanta zavorra ci sarebbe servita e per prendere confidenza con l’attrezzatura. Malgrado la facilità è stata ricca di incontri. Alcuni dei miei compagni era la prima volta che si immergevano su una barriera corallina e ciò gli è sembrato l’inizio di una grande favola. Dopo aver fatto le varie prove abbiamo iniziato la nostra escursione. In queste immersioni è veramente impossibile elencare tutto quello che si vede, in quanto gli incontri sono infiniti, quindi mi limiterò a raccontare solo quelli più importanti e significativi. Il corallo di questo mare è sempre invaso da una quantità incredibile di anthias, piccoli pesciolini rossi o violacei che ti ricordano la straordinaria ricchezza della barriera. In questa immersione abbiamo visto tutte le varietà tipiche di barriera tra cui alcuni trigoni maculati (razze di colore grigio con delle caratteristiche macchie azzurro elettrico) appoggiate sul fondo sabbioso. Tornati a bordo c’è stato servito il pranzo. Si mangiava benissimo e molto abbondante, era sempre previsto un piccolo antipasto, due primi all’italiana, due secondi, frutta e dolce. Mentre mangiavamo il capitano ha navigato fino al nuovo sito di immersione Sha’ab Abu Nuhas, dove si trovano diversi punti di immersione. Dopo un breve consulto abbiamo deciso di esplorare il Giannis D. che è un relitto di un mercantile greco di novantanove metri di lunghezza, varato nel 1969 in un cantiere giapponese, affondato a causa di una collisione con il reef il 19/04/1983. Si trova appoggiato sul fianco sinistro su un fondale di ventisette metri. E' incredibile notare la straordinarietà della natura che riesce a trasformare un evento drammatico come un naufragio, che spesso provoca anche molte vittime (non nel caso del Giannis D.), in un’esplosione di vita, sfruttando queste strutture come rifugio per un infinità di pesce e come base per coralli, gorgonie e alcionari fino al punto di avvolgerli interamente. In questa immersione ci siamo limitati ad una esplorazione esterna e ad alcune brevi penetrazioni per visitare la sala macchine con i suoi motori enormi, l’officina con tutte le macchine utensili e la cabina di comando. Risaliti da questa immersione, dopo una ottima merenda con focaccia alle olive appena sfornata, siamo partiti per una lunga navigazione per raggiungere il parco di Ras Moamed, dove abbiamo fatto un’immersione notturna. Questo tipo di immersione è estremamente particolare, il fatto di scendere nel buio e avere la visione limitata a un fascio di luce artificiale e tutto intorno a quello l’ignoto la rende particolarmente affascinante, anche se molti sono intimoriti da ciò. L’interesse delle notturne è dato dal fatto che si vedono specie di pesci e esseri viventi completamente diversi rispetto alle diurne, poiché escono dalle loro tane, per andare a caccia, solo con l’oscurità. Uno degli incontri più interessanti che abbiamo fatto in questa immersione è stato con le ballerine spagnole (nudibranchi notturni, di colore rosso, che quando nuotano si muovono come il vestito di una ballerina di flamenco). Ne abbiamo viste due e la fortuna ha voluto che una stesse “ ballando”. Risaliti, cena, poi tutti nel salottino superiore a goderci per un'oretta il cielo stellato ed in fine tutti a letto, visto che alla mattina la sveglia suonava molto presto, o meglio la campana (dato che ogni appuntamento dalla sveglia, ai pasti, ai briefing, alle immersioni ecc., veniva richiamato dal suono della campana di bordo). All’alba, alle 5.30, tutti in piedi, veloce caffè, qualche biscotto, poi in acqua per esplorare il parco di Ras Moamed. Questo punto di immersione è una parete chiamata shark reef: è una delle più famose perché, oltre a tutti gli incontri con i pesci di barriera come i pesci leone, è possibile vedere i grossi pelagici come squali, tonni, carangidi, ecc.. Anche noi, pur per pochi attimi, abbiamo avuto il grande incontro con uno squalo martello. In quel momento mi sono sentito attraversare da un brivido incredibile. Risaliti in barca abbiamo fatto colazione, poi subito in acqua per esplorare un altro tratto di questa parete che come sempre non delude. Infatti dopo pochi minuti ci siamo trovati davanti un grosso branco di platax (pesci pipistrello), che sembrava si mettessero in posa per farsi fotografare. Tornati in barca era pronto il pranzo, mentre si mangiava siamo arrivati al nuovo sito dove abbiamo fatto un’immersione nel pomeriggio e una notturna, entrambe belle ma senza particolari incontri.
Velistipercaso, come proseguirà questa avventura sott'acqua?
Vi lasciamo in sospeso per qualche giorno e vi diamo appuntamento alla prossima settimana...
Buon vento,
La Redazione di Velistipercaso.it