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La Thailandia vista da Francesca

Ovvero Francesca Natoli, velista e... velaia

Da Phuket verso sud-est

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Da Phuket verso sud-est

Sulla Thailandia e su Phuket via terra si è scritto molto e purtroppo l’isola è devastata da un turismo ben organizzato ma invadente. Via mare, come spesso accade, la musica cambia, allontanandosi dalle spiagge più famose, dopo poche miglia si ritrova la pace e la bellezza comune a tutta la Thailandia.

 

Sono stata a Phuket in barca in tutte le stagioni: in agosto con il monsone di sud-ovest, in piena stagione delle piogge, che comunque non è pesante come si potrebbe pensare, gli acquazzoni sono tropicali e tra l’uno e l’altro ci sono ampie schiarite e tanto sole. In dicembre, con il monsone secco di nord-est non molto forte, tra i dieci e i venti nodi, ho partecipato almeno sei volte alla King’s Cup, la regata in onore del re. Da 15 anni a questa parte anche i monsoni non sono così regolari come in passato e abbiamo subito lunghissime bonacce, che unite a un caldo-umido difficile da sopportare in regata per chi arriva dall’inverno italiano, hanno un po’ rovinato la festa delle regate. Ma si sa, chi fa regate è disposto a pagare salato (!!) l’insieme delle competizioni internazionali e di alto livello tecnico.

 

Tra le tante rotte e le crociere possibili in Tailandia una delle mie preferite è quella verso sud-est, da Phuket a Langkawi, al confine con la Malesia. Centoventi miglia circa, che contengono il giusto mix di luoghi raffinati e noti, insieme con alcuni magici e solitari. Phuket, amata e odiata per i suoi contrastanti aspetti di caos e di bellezza insieme, è assolutamente da vedere, per farsi un’idea personale di quanto si legge o si sente raccontare. Non si può saltare la sua spiaggia più nota: Kata Beach con il bel lounge della Boat House. E’ il cuore pulsante della King’s Cup in Dicembre, ma in generale, da Dicembre ad Aprile, i mesi di bel tempo, è il luogo più attrezzato, dove si possono praticare diversi sport acquatici, farsi fare i migliori massaggi e cominciare a conoscere i variopinti piatti della cucina tailandese, a volte un pò “tradotti” per occidentali e moderati nell’aggiunta degli infuocati minuscoli peperoncini rossi o verdi.

 

Lasciata Phuket si può fare rotta ad est, verso il meraviglioso golfo del Phang Nga e gli isolotti davanti a Krabi, località turistica sulla costa. Il golfo è costellato da “pinnacoli”, affioramenti calcarei che emergono direttamente dall’oceano, resi famosi da quello detto “l’isola di James Bond”, che appare nel film "L’uomo dalla pistola d’oro". Spero ci siano ancora spiagge bianche incontaminate, non assaltate dai turisti che sbarcano dalle “long tail”, le tipiche rumorose barche tai con l’asse dell’elica lunghissimo dietro la poppa.

 

Saltando Krabi se non si hanno molti giorni a disposizione, si può fare rotta su Phi Phi Don e Phi Phi Lee. La prima, più grande, ha acque cristalline e spiagge bianchissime, la seconda, nota al grande pubblico per essere stata l’affascinante ambientazione del film "The Beach" con Leonardo Di Caprio, è un’isoletta rocciosa, con una bella baia circondata da scogliere imponenti. A terra c’è un’interessante Grotta del Vichingo, con ideogrammi che raffigurano una flotta forse scandinava.

 

Dopo tanti luoghi famosi sarà bello dirigersi verso sud, alla ricerca di una navigazione più esplorativa e della tranquillità dei parchi naturali marini di Rok Nok e di Tarutao. Il primo è un antico luogo di pesca, un lembo di sabbia sovrastato dalla foresta tropicale, con una sorgente d’acqua nascosta nella giungla, un altare contornato da tante offerte e una pace che merita almeno una notte di contemplazione. Tarutao è un vasto parco marino, ben organizzato con boe per gli ancoraggi per non distruggere la preziosa barriera corallina, dove si può passare pochi giorni o tante settimane, dipende dalle vostre inclinazioni e dalla disponibilità di tempo.

 

La crociera può terminare a Langkawi, porto franco tra Tailandia e Malesia, ben connesso con mezzi di comunicazione vari, che possono riportare velocemente sulle rotte internazionali.

 

Francesca Natoli


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